Recensione:"Io e te all'alba" di Sanne Munk Jensen e aGlenn Ringtved.

Da Glinda
Buonasera sognalettori. Sono giorni e giorni che questa recensione mi gira tra le mani. Per un motivo o per un altro, nonostante io abbia letto questo libro quasi un mese fa, solo adesso sono riuscita a trovare tempo e coraggio sufficienti a parlarvene con precisione e lucidità. Come potete vedere dalle mie tre stelline non sono ancora ben decisa sul voto da dare a "Io e te all'alba", un romanzo che mi ha stregata e spaventata allo stesso tempo. Spero che la mia recensione possa rispondere alle vostre domande, ma se così non fosse spero sappiate comunque apprezzarla.
Autori: Sanne Munk Jensen e Glenn RingtvedData di pubblicazione: 23 febbraio 2016Dove comprarlo: LaFeltrinelli.itEditore: Piemme FreewayTitolo: Io e te all'albaPrezzo: € 17,00Pagine: 324
Il mio voto:

Louise vive ad Aalborg, in Danimarca. Ha diciassette anni, va al liceo. I suoi genitori sono brave persone. Una sera conosce Liam, un ragazzo poco più grande di lei, e i due si innamorano perdutamente. Trovano un minuscolo appartamento ai margini della città e si amano, fra sesso e droga, senza limiti. Liam ha tanti sogni, ma una pessima idea su come realizzarli. Comincia a lavorare per Johannes, uno spacciatore, un pesce grosso. All’inizio va a gonfie vele, ma poi la situazione precipita, trascinandosi dietro tutto e tutti. È inutile chiedersi perché Louise non sia scappata quando ancora poteva farlo. Non l’ha fatto e basta. Questa storia racconta il perché.



La mia recensione


Ci sono libri facili, che anche quando raccontano una storia complicata, amara e dolorosa, vanno giù come un bicchiere d'acqua. Ti devastano, sì, lasciano il segno. Ma lo fanno senza disturbare, senza fare frastuono nel cuore, senza farti agrovigliare qualcosa nel petto. E poi ci sono libri come "Io e te all'alba": non convenzionali, complessi, un po' scomodi e sicuramente indimenticabili. Libri troppo realistici per poter essere lievi anche nel dramma. Libri in cui l'amaro si fonde al dolce creando un gusto unico, non sempre piacevole eppure in qualche modo assuefacente. Libri che non so se consigliare o sconsigliare, che non vorrei banalizzare con una recensione insufficientemente chiara. Per questo motivo, pur avendo letto "Io e te all'alba" in anteprima, ho atteso quasi un mese per recensirlo. Non riuscivo a trovare le parole e forse neanche adesso ho davvero fatto mio il giusto spirito necessario a parlarvi in modo efficiente di questa storia. Ma mi rendo conto che in molti sono in attesa di un un mio giudizio rispetto a questa lettura, perciò, anche se con difficoltà, ho deciso di non sottrarmi al compito arduo di dirvi la mia su questo romanzoCome ho già detto nell'articolo in cui vi presentavo "Io e te all'alba", si tratta di una storia che piacerà agli amanti di Valentina D'Urbano e della sua penna sferzante e coraggiosa, con cui racconta storie scomode che non si possono ignorare. Dalla bellezza straziante, ma anche disturbante. Nulla di facile da leggere, sia chiaro. Pur essendo stato etichettato come uno YA, infatti, oserei dire che non si tratta di un libro adatto ai lettori più giovani: la storia è molto dura, raccontata in modo crudo e incentrata su una realtà davvero difficile. Questo però fa di "Io e te all'alba" un romanzo adatto ai palati più adulti, più esigenti e che non si lasciano intimorire da una narrazione che sa essere realistica in modo brutale. 
Vorrei descrivere l’alba mentre eravamo lassù, che l’ha fatto quasi diventare bello. E giusto. Vorrei far capire a lei e a papà il perché. Raccontare la storia vera. E vorrei che Liam mi abbracciasse. Evidentemente, però, questa è una delle cose che non si possono fare da morti.  

Mi piace pensare che Louise e Liam, i due protagonsti principali di questo libro, siano un po' le versioni più moderne, tormentate e nordiche di Romeo e Giulietta. Gli avidi lettori di romanzi scandinavi conosceranno il tormento a cui mi riferisco: tagliente, profondo e senza mezze misure. Diverso da quello a cui ci hanno abituato gli autori Statunitensi, decisamente più affilato e pericoloso. Come è pericolosa la relazione che unisce Liam e Louise: troppo debole lei, con le sue insicurezze e la sua personalità labile, troppo folle e imprevedibile lui, con il suo essere fuori dagli schemi e sopra le righeNon ci sono famiglie a separarli, non più di quanto accade alle normali coppie adolescentil, ma la loro storia è comunque altrettanto travagliata e tragica. Lo si capisce subito. Dalla primissima pagina in cui la voce chiara e forte di Louise ci porta in uno scenario più che inquietante: quello della sua morte. Della sua e di quella di Liam. No, non temete, non è uno spoiler il mio. Non vi farei mai questo. E' la semplice verità: questo libro parte dalla fine e spetta a voi decidere se scoprire o meno in che modo i destini di Liam e Louise si sono incrociati e li hanno spinti nelle braccia del fiordo che li ha inghiottiti alle prime luci dell'alba.Liam e Louise sono due anime tormentate prima e dopo la morte. E' la voce di lei, da viva e da morta, che ci guiderà nei meandri della loro storia raccontandoci tutta la verità su ciò che li ha coinvolti. Sui loro momenti migliori e quelli peggiori. La verità sull'onda nera di scelte sbagliate che li ha annegati, ma anche sulla vastità d'amore forte e dirompente, passionale e violento che li ha pervasi sin dal loro primo incontro. Perché come diceva Shackespeare: "Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si distruggono al primo bacio." E l'amore di Liam e Louise è proprio così. Sta a voi decidere se abbandonarvi o meno nel suo abbraccio.

Ero solo un’anonima ragazzina di Hasseris che non sapeva mai come comportarsi. E quella poca identità che avevo si era fusa in un istante con quella di Liam. Per me non esisteva altro. Era l’unica cosa che avesse un significato. Era giusto. Era perfetto. Cioè, lo dicevano tutti che io e Liam eravamo fatti l’uno per l’altra.

Come ho anticipato, il romanzo si divide in due filoni narrativi che raccontano sia ciò che è avvenuto prima, che ciò che è avvenuto dopo la morte di Liam e Louise e lo fa in modo piuttosto inatteso. E' sempre lei, Louise, la bambina che strillava troppo e che non ha smesso di strillare nemmeno da grande, a raccontarci tutto. Anche quando la sua voce non sarà altro che un'immagine sfocata, indistinta. Anche quando nessun alito di vita animerà il suo corpo. Sarà sempre e solo lei la nostra compagna di confessioni, di lacrime, di emozioni. Attraverso i suoi occhi assisteremo alla nascita dell'amore con Liam, irlandese scapestrato e senza freni. E sempre attraverso i suoi occhi assisteremo al dolore dei suoi genitori, che dopo la sua morte sono più determinati che mai a giungere alla verità e scoprire quali meccanismi hanno spinto la loro bambina tra le braccia di una morte troppo violenta per essere digerita.Come ho già detto, non si tratta di un libro facile e le mie parole dovrebbero avervi chiarito un tantino le idee sui motivi che mi hanno spinto a definirlo così. Come mi accadde durante la lettura dello straziante libro "Il rumore dei tuoi passi" di Valentina D'Urbano, anche durante la lettura di "Io e te all'alba" sono stata pervasa da una moltitudine di emozioni. Positive e negative, troppo belle e troppo brutte, tutte assieme in un fortissimo colpo allo stomaco che mi ha lasciato stordita, confusa e anche un po' contrariata. Sì, perché nonostante l'estrema bellezza di alcuni passaggi di questo libro, nonostante la suggestiva narrazione, nonostante la forza che l'amore di Liam e Louise sa trasmettere, non si può rimanere indifferenti al pessimismo intrinseco di questo genere di romanzi. Per tutto il tempo avrei voluto scuotere gli autori e i protagonisti: tutti, nessuno escluso. Perché avrebbero potuto alleggerire il carico, almeno un po'. Darci una storia non così amara, non così devastante, ma ugualmente bella. Non so decidere se questo mi abbia deluso oppure no, infatti anche la mia votazione dimostra la mia indecisione. Se è stata una lettura di quelle memorabili? Sì, lo è stata. Ma sicuramente non la consiglierei a chiunque.

Ripenso a quello che papà mi ha detto quando mi ha dato il permesso di prendere i soldi dal mio libretto di risparmio: che lui e mamma volevano solo che io fossi felice. Non preoccuparti, mamma. Anch’io vorrei soltanto che tu fossi felice, le dico. Lei non sente niente, è ovvio. Però sorride.

Verdetto: lascia il segno, ma fa male


Livello sensualità: non bollente, ma crudo.
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