Uno storico di grande spessore per un evento storico di grande importanza. Questo ponderoso volume di Barbero, studioso e docente di storia medioevale, non racconta soltanto l’epica giornata della battaglia che segnò il discrimine tra l’Occidente e l’Oriente, ma il dettaglio accuratissimo dei due anni che precedettero l’evento. Con una documentazione sterminata, ricca di citazioni dei documenti dell’epoca dell’una e dell’altra parte, potrete gustarvi non soltanto il concatenarsi degli eventi e dei comportamenti dei vari personaggi del dramma, dal Sultano, al Papa, al Re di Spagna e ai dogi della Serenissima e di tutto il contorno di personalità dell’epoca che ebbero parte sostanziale negli avvenimenti, ma, e credo che sia la cosa più interessante, anche tutta la gestione pratica di una guerra navale, con dati e numeri circostanziati, da cui si evince quali fossero al tempo le cose che davvero contavano nel successo o meno di una operazione bellica.
Il numero sterminato di braccia che servivano ai remi delle centinaia di navi, galere appunto, con la necessità continua di galeotti (con forzature verso i giudici dei tribunali all’emissione di sentenze adeguate), di cosiddetti buonavoglia, rematori reclutati a pagamento e di schiavi presi nelle razzie sulle coste nemiche. Il bisogno degli approvvigionamenti per questo sterminato numero di persone, denaro, armi, legno per i remi e tela per vele e il famigerato biscotto, che col vino era l’unico sostentamento di questo esercito di persone. Del problema delle malattie, dal tifo alla peste, che ne decimavano gli effettivi e che si rivelavano poi decisive negli esiti delle battaglie. Infine, la politica e la corruzione che hanno sempre fatto di ogni guerra occasione di guadagni e ricchezze. Un altro punto di interesse è la descrizione degli eventi che si svolgono in gran parte lungo le coste albanesi e che lo pongono quindi come ulteriore libro propedeutico ad un viaggio in questo paese. Godibilissime le parti dedicate agli attriti tra i vari protagonisti dell’epoca, i vari comandanti, i puntigli e le prese di posizione legate magari all’uso dell’appellativo Eccellenza in luogo di Altezza, che rischiarono più volte di mandare in rovina l’armata.
Libro circostanziato che dà luogo a molte possibilità di giudizi e interpretazioni sui fatti del tempo, che avevano presentato la vittoria di Lepanto come un evento epocale che aveva salvato la Cristianità e condannato l’impero Ottomano alla decadenza. In realtà i fatti non sono stati esattamente questi, ma la battaglia seppure importante bloccò il Turco per un solo anno, mentre già in quello successivo la flotta ottomana era stata completamente ricostituita e da quel momento, progressivamente, fu la Serenissima a cominciare la sua inarrestabile decadenza, perdendo nel giro di pochi anni tutti possedimenti e i porti del Mediterraneo Orientale, mentre il resto dei regni cristiani perdevano anche tutto il nord Africa. La realtà cruda fu che questa operazione può essere definita il primo evento mediatico dell’epoca , che fu presentato ai popoli europei come la sconfitta inevitabile di un nemico spietato e crudele, una vittoria del bene sul male sotto le bandiere di Dio. In pochi mesi infetti l’Europa intera fu inondata di cronache, lavori di partecipanti, si direbbe oggi di instant book che cantarono un’epopea, ingigantendola al massimo e presentandone tutti i lati più smaglianti e parziali. Insomma, per gli appassionati di storia e non solo.