Recensioni a basso costo: Il profumo del pane alla lavanda, di Sarah Addison Allen
Creato il 16 luglio 2014 da Mik_94
Talvolta,
quando si sta per tanto tempo con qualcuno, ci si mette in testa che
le cose in passato andassero meglio, anche se così non è. I
ricordi, pure quelli brutti, più invecchiano più diventano morbidi
come pesche mature.
Titolo:
Il profumo del pane alla lavanda
Autrice:
Sarah Addison Allen
Numero
di pagine: 283
Prezzo:
€ 9,90
Sinossi:
Claire
è una Waverley e conosce bene le magiche proprietà di frutti e
fiori che crescono nel suo giardino. Dalla nonna, Claire ha ereditato
la grande casa in cui vive sola e ricette preziose che possono
cambiare il destino delle persone. I nasturzi inducono a mantenere i
segreti, le bocche di leone spengono la passione e la lavanda...
Tuttavia, la sua è una vita tranquilla. Almeno fino al giorno in cui
la sorella Sidney, scappata di casa dieci anni prima, bussa
inaspettatamente alla porta e fa vacillare il muro che Claire ha
costruito attorno al proprio cuore.
La recensione
Mi
dicevano tutti, e da tempo, di leggere questo romanzo. Tutti, e da
tempo, l'avevano già fatto. Letto, recensito, apprezzato. Io l'ho
regalato a mia madre per il compleanno, lo scorso febbraio, facendo
un piccolo sondaggio privato tra amiche lettrici accuratamente
selezionate e scelte. La risposta era stata la stessa. In coro,
avevano suggerito Il profumo del pane alla lavanda. Perché
era economico, lieve e anche scritto bene, cosa che non guasta. E'
passato l'inverno, è passata la primavera: l'estate è stato il suo
momento migliore. Non mi sento di aggiungere granché a quello che è
stato detto. Se Sarah Addison Allen piace così, universalmente, il
motivo c'è e l'ho scorto anch'io. In punta di piedi, leggera come
una fata dei boschi, ti sussurra all'orecchio storie come quella
delle sorelle Waverley. Rilassantissime. Una famiglia al femminile,
la loro, che ha sempre avuto due segni particolari: l'irrequietezza e
la magia nei polpastrelli. Il cognome è quello dei maghetti di
Disney Channel, ma non hanno legami di parentela manifesti. Niente
bacchette, niente antagonisti da rispedire altrove, niente scuole per
giovani streghe. La loro, è una magia quotidiana, personalissima. La
indossano come un vestito e, su di ognuna di loro, il tessuto appare
diverso. Liscio, ruvido, attillato, floscio, di seta o di lana.
Abitano in un paesello del Sud, che sembra parte di un romanzo
Southern Gothic molto poco gotico, ma che compensa con fantasia,
buonumore e ricette prelibate.
Tutti additano tutti, tutti hanno
sulle labbra il nome della famiglia Waverley. Una casa strana, un
melo che si anima e scaccia gli sguardi dei forestieri a suon di
bracciate (be', se solo avesse braccia), ingredienti giusti per le
occasioni giuste. Una sola sorella Waverley in circolazione è già
abbastanza da sopportare: Claire, i capelli lunghissimi, le forme di
una procace Sofia Loren, la passione per capolavori di piatti, una
sorella sparita da dieci anni. Quella sorella che ritorna,
diametralmente opposta, con il sangue che è lo stesso ma il pensiero
che è diverso. Sidney: più abile di Edward Mani di Forbice con
i tagli di capelli, ha un nuovo look, ricordi di vecchi amori e di
nuove cicatrici, una figlioletta al seguito, che ha la sfortuna di
avere un mostro feroce come papà. Sono in fuga. Sidney è fuggita
anche da casa sua, ma a volte ritornano, come si dice. Lei ritorna
sui propri passi, dalla sorella che non ha mai smesso di essere,
prima di tutto, sua migliore amica. Sullo sfondo di giardini
rigogliosi, fiori ovunque e ricevimenti di lussuriose famiglie per bene, in una
casa sensibilissima che scricchiola da mattina a sera e si lamenta
cigolando tutta, altri personaggi e altri doni speciali. La piccola
Bay, che sa qual è il posto giusto per ogni cosa; l'adorabile
Evanelle, con la sua tuta acetata e le sue buste piena delle segrete
necessità dei suoi compaesani; Tyler e Henry, uomini e senza poteri,
che sanno comunque l'effetto che, sulle donne, possono avere sorrisi
e un po' d'amore sincero.
Il profumo del pane alla lavanda
è un piccolo piacere da
scoprire strada facendo. Un libricino di poche pretese, con dialoghi
rari e la fantasia che galoppa incontrastata, ma che fa tanto bene. Poi lo posi e, il giorno seguente, magari, già non lo trovi
entusiasmante come il giorno prima, ma sei stato in ottima
compagnia. Ti hanno incantato quelle descrizioni cariche di dettagli; ti ha stregato l'attenzione per le luci, gli arredamenti, gli odori.
Soprattutto, gli odori. Sarah Addison Allen parla con una penna dal
tocco impalpabile e anche con il naso, che si arriccia come una
palpebra di cartilagine e cerca, scova e trova nuovi punti di vista.
Avete presente il ciclo di film che, nei mesi più caldi, Canale
Cinque dà o dava in prima serata? Un'estate d'amore,
si chiamava. I titoli erano sempre e soltanto gli stessi: Qui dove batte il
cuore, Ricominciare a vivere, Per incanto o per delizia?, Amori &
Incantesimi. Il romanzo – anche
se sembrerà un'offesa, ma giuro solennemente che non lo è! –
starebbe bene lì in mezzo. Come a casa. Le sorelle Nicole Kidman e
Sandra Bullock sarebbero perfette confidenti, per scambiarsi ricette,
libri di magia, figurine di amanti infelici, ad esempio. La particolarità di
questo romanzo, per me, è che sta bene così. Puoi leggerlo quando
vuoi. Non esistono momenti sbagliati o momenti giusti. Foglie secche,
tazze calde, mani fredde d'autunno. Coperta e neve d'inverno.
Terrazzino, aria frizzante e una pianta di gerani in primavera – e
dai gerani dicono venga fuori un vino rosso che ricorda a chi lo
beve i momenti felici: astenersi i malinconici. Sessioni d'esame e
una scappata veloce al mare d'estate. Il profumo del pane
alla lavanda è uno dei pochi libri per
ogni stagione del calendario: maya, azteko, Pirelli. Uno qualsiasi.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale:
Norah Jones – Sunrise
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