Recensioni a basso costo: La prima cosa bella, di Dante B.

Creato il 29 ottobre 2014 da Mik_94
Una gioia senza confini, qualcosa di così intimo e irragionevole e struggente che anche oggi ne sento la mancanza, e se potessi comprarla sotto forma di droga, la comprerei, ma dubito che funzionerebbe. È il tipo di emozione vietata ai maggiori di otto anni.
Titolo: La prima cosa bella Autore: Dante B. Numero di pagine: 275 Autopubblicato Prezzo: € 0,99 Sinossi: «Esiste solo l'amore non corrisposto» questa è la convinzione di Dante Berlinghieri, 21 anni, nerd appassionato di cinema e fumetti. Tra una birra nel solito posto, un esame all'università e una sosta in fumetteria la sua vita scorre più o meno tranquilla. Ma una sera come tante, in uno dei soliti posti, arrivano anche le ragazze e da quel momento il mondo di Dante verrà completamente capovolto. Si ritroverà promosso al ruolo di regista, in un film amatoriale; innamorato perso di una ragazza che non lo considera; oggetto dell'affetto di una ragazza che lui non considera. Pronto a correre per il gran finale sullo sfondo del carnevale di Venezia.
In questa biografia fantasy, tra le scene dei suoi film preferiti, Dante scopre che nulla è come sembra. Amor ch'a nullo amato amar perdona...porco cane!
                                   La recensione Aveva il ritmo di un caffè americano, il tempo della pagina di un fumetto che sfogli sul tuo letto, la malinconica poesia di una missione lunare che alla Luna non ci arriva, ma non importa. Perché il premio del viaggio è ciò che il viaggio ti lascia addosso. Ma che vergogna. Ho aspettato un mese di troppo per leggere questo romanzo. Arrivavano cartacei su cartacei, ingombranti e minacciosamente spessi, e mi dicevano di mettere da parte il Kidle per liberare il comodino dal peso della carta. Arrivavano libri brutti o, peggio ancora, libri scialbi e ho lasciato La prima cosa bella alla fine del tunnel, come consolazione. Una zolletta di zucchero; un seguire la luce. Non ci giro intorno: sapevo che mi sarebbe piaciuto, e non mi ha deluso: come volevasi dimostrare. Lo testimonia il fatto che stia scrivendo i miei pensieri durante la lezione di Storia Moderna, ché mi annoio e un angolo per Dante dovevo pure trovarlo. Nel posto accanto al mio. Ho lasciato il Montgomery sulla sedia, se magari lui arriva sul tardi, con il naso perso in un libro di filosofia su Star Wars, consigliato da Steven Spielberg in persona. A breve, me lo ritroverò in libreria, sullo scaffale della bella narrativa per ragazzi. Perché a volte le cose belle succedono alle persone belle e il romanzo, rilasciato in ebook il mese scorso su Amazon, autopubblicato, è stato adocchiato in tempi record da un grande editore dall'identità misteriosa. Non so dirvi chi sia. Bianca, poi però me lo dici, se puoi. Bianca chi, comunque? Ma la Bianca Marconero di Albion, l'urban fantasy con cui ho inaugurato un'ottima, ricca annata di letture. Io ci parlo con Bianca, di tutto. Sa gli esami che ho dato tanto quanto mia mamma, e che per me è meglio una Sasha Gray oggi che una gallina domani, ma che anche Taylor Swift è una valida sostituta: cose nostre. Questo nuovo romanzo però è un po' una sceneggiatura, un po' una biografia, quindi il nome in cima è quello del protagonista assoluto. L'autore di uno Zibaldone a fumetti coloratissimi. Io – cosa detta per Città di carta, con Quentin – sono molto Dante Berlinghieri. E non perché riteniamo Kubrick sopravvalutato, perché non siamo particolarmente aitanti (lui con i ricci indomati, io col mio metro e settantadue che guadagna centimetri in più quando al comune c'è una signora particolarmente gentile), ma perché ci prenderemmo a schiaffi in faccia da soli. Per le cose che non diciamo. Per quelle che diciamo nel modo sbagliato. Per quelle che comprendiamo quando sono davanti a noi: scritte, fissate, messe in fila su un rigo. Basta coi protagonisti liceali: voglio i fuoricorso. Basta coi protagonisti fighissimi: voglio i Daniel Radcliffe dagli occhi pesti, a cui – apparentemente – è morto il parrucchiere.  Mi è stato simpatico a pelle. Come quando vengo a sapere che un attore tanto famoso e corteggiato è più basso di me, tipo. O come quando quel tizio odioso legge un libro che ho amato, quindi potremmo pure diventare quasi amici. Io sono un nerd per finta, e Dante mi smaschererebbe in pubblica piazza. Non corrego i congiuntivi, ma guai se mi dicono boiate sui film. Ai fumetti preferisco notoriamente i romanzi, alle produzioni Marvel quelle indipendenti; e non ho un gruppo con cui sto in fissa. Niente magliette di band preferite, niente poster, in una stanza che mentre io crescevo è rimasta piccola, infantile. Ho la barba, ma non sono hypster. Mi piacciono i felponi in cui dentro ci ballo, ma anche i papillon. Io sono io. Con Dante a raccontare manca il momento destinato alla riflessione, quella frase giusta, d'effetto, inserita al momento giusto. Una morale, come quella scritta all'ultimo rigo delle favole più felici. E perché? Perché il libro lo scrive Dante B., mica Bianca. Bianca saprebbe cosa fare, ché sai quanta gavetta ha fatto, ma Dante no. E' confuso, è eccitato, ha tutta la vita davanti: quindi che ne sa che quella cosa precisa – “la prima cosa bella” – è il fulcro del suo capolavoro? Mi ha ricordato il protagonista, a tratti, di quel gioiellino del piccolo schermo che è Please like me, solo amante delle donne. Quelle sbagliate, e ti pareva. Le fate impossibili da catturare in un retino. Come Fiamma, che quando lo guarda gli brucia cuore e neuroni.  Ma poi ci sono quelle giuste, che scopri meravigliose soltanto a una terza o a una centesima occhiata. Dopo un caffè, dopo il sesso: dopo che hai visto gli occhi sconfinati che hanno attraverso la videocamera. Isa, che è intelligente, anche se tiene bene a nasconderlo, sotto i suoi riccioli da Barbie in carne rosa, tette turgide, ossa sporgenti. Beatrice, che ha il naso aguzzo e i tratti duri, ma il passo miracolosamente coordinato al tuo. Dante sparpaglia i loro nomi e - come il rubacuori che non è, anche se Britney Spears dissentirebbe con tanto di vibrato levigato dall'auto-tune - perso tra gonne corte, gambe lunghe, film mentali che oscillano dal sexy all'horror anni '60, avrà paura di tradirle a una a una. Di deluderle. Di sceglierle. Dante Berlinghieri ha due piedi in tre scarpe: possessore di uno sguardo speciale, attento, originale che fa di ogni baruffa, bevuta, figuraccia e botta di culo a caso, un momento imbarazzante da vivere, ma spettacolare da leggere. O da guardare. Una semplicità che non è sinonimo di prosa elementare: il segreto. Sembra che quella cosa lì possano farla tutti, anche se non è vero. Difficilissimo procedere così, scoprisi man mano, sapendo dove andare ma non cosa c'è in mezzo, nello spazio bianco tra il principio e la fine. Lo si vive, quel bianco. L'ispirazione non è importante: la si trova ovunque – sul fondo dell'ultimo caffè bevuto a scrocco, in fumetteria, con vagonate di amici troppo assurdi per finire in un libro serio ma che, scemi e tutto, non possono non esserci nella storia della nostra vita o dei nostri primi vent'anni. La prima cosa bella regala sorrisi garbati, non grasse risate. Il sorriso di sì, quella cosa l'ho fatta anch'io: vomitare l'anima, sperimentare la poesia dell'amore impossibile, guidare senza meta. Rifiuta i Lol e simili. Gli XD. E' una storia d'amore guidata dalle voci, non dai fatti. Una linea retta, rassicurante e confortevole, lungo cui ti spingi, senza paura di trovarti un burrone senza fondo davanti. Un Big Bang Theory per laureandi in lettere malati di cinema: complimento, anche se Big Bang Theory non mi mi piace. Il paragone, calzante sì e no, lo faccio per convincere chi la sit-com americana la segue e ha bisogno di essere convinto all'acquisto di questo romanzo qui. Se - ovvio - ancora ci fosse bisogno di una persuasione che a me, francamente, appare del tutto superflua. Cita Orazio, e si chiude in un aeroporto affollato che io e Love Actually amiamo e sappiamo noi bene il perché. Il finale rimandato alla prossima puntata: una finistrella dopo i titoli di coda, come in Tutto può cambiare. Anche se ha il destino del Sommo Poeta nel nome, Dante infatti pensa attraverso i film, come faccio io. La vita, certe volte, è un drammone disperato, altre una commedia con sorrisi e Julie Roberts incorporate, altre un musical che ti fa ballare I will survive nelle corsie del discount. Dopotutto, ci rivela, il domani non è che un altro film. E lui lo suggerisce meglio di quei Dear Jack di Maria De Filippi. Diciamolo.  Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Mika – Kick Ass (We are young)

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