Recensioni a basso costo: Lo specchio del male, di Davide Simon Mazzoli

Creato il 23 aprile 2012 da Mik_94
  IlParadiso non esiste, ma l'Inferno sì.Titolo:Lo specchio del male Autore:Davide Simon Mazzoli Editore:Tre60Numerodi pagine: 413 Prezzo:€ 9, 90Sinossi:Orazio De Curtis odia tutti. Odia la moglie, così gentile eremissiva, e quindi insopportabile. Odia la domestica bulgara, conquella faccia triste da immigrata. Odia la cittadina di provinciadove vive. Odia il suo agente letterario, che continua a tormentarloper sapere quando consegnerà il nuovo romanzo. E soprattutto odia sestesso, un uomo alla deriva, per di più zoppo e senza un occhio edue dita di una mano: le conseguenze del terribile incidenteautomobilistico che, però, lo ha reso ricco e famoso. Perché èstata proprio quell'esperienza a ispirargli il suo romanzo d'esordio,diventato subito un clamoroso caso editoriale. Peccato che ora ilpeso della fama lo stia schiacciando e lui abbia perso la venacreativa: ammesso che l'abbia mai avuta. Orazio trova un po' di pacesolo la notte, quando si mette alla finestra per spiare i suoivicini, in particolare la provocante figlia del giardiniere. Unpassatempo tutt'altro che innocente e destinato a costargli caro. Unasera, infatti, Orazio si accorge di essere a sua volta spiato da unragazzino che si è appena trasferito nella casa di fronte. Unragazzino che il mattino seguente si presenta alla sua portasostenendo di avere delle fotografie imbarazzanti: è l'inizio di unvortice di ricatti, minacce e sottili violenze psicologiche checostringeranno il grande scrittore Orazio De Curtis a diventare unamarionetta nelle mani del giovanissimo aguzzino, che un giorno glichiederà persino di uccidere per lui...      Larecensione Guardoi film dell'orrore per sport. Leggo i libri gialli per tenermi inallenamento.Possonosorprendermi forse con un colpo di scena ad effetto o con un finaleben congegnato, ma assai raramente mi fanno percepire le scossedella paura o la tensione di un pericolo imminente che, come unbrivido freddo, mi percorre gelido le membra. E'sempre stato così.Lemie prime letture: Stephen King e Dean Koontz. I miei registi diculto: Lucio Fulci, Wes Craven e George A. Romero. Sono la personapiù insicura e fragile di questo mondo, ma se c'è una cosa di cuisono sempre stato consapevole è la spessa barriera che separa la miarealtà dalle ombre più torbide dell'immaginazione. Questa certezzami ha sempre fatto sentire protetto. Trame e la “finzione”, lo schermo di un televisore o le fitte paginedi un romanzo. Labirinti che fanno sentire me al sicuro, leggero efluttuante sul limite che separa due mondi.LeggereLo specchio del maleha suscitato in me rabbia,fastidio, apprensione, paura. Lapaura suscitata dall'insana attrazione verso una storia del genere:disturbante e disturbata. Lapaura che si prova stando sulla soglia di un precipizio; timore dicadere e desiderio di volare.Lavita è un complesso labirinto; il futuro è un osservatoresilenzioso e la stragrande maggioranza dei tuoi pensieri e delle tueazioni è una verità che rimarrà sconosciuta al resto del mondo. Lavita è un cazzo di puzzle mistico del tutto privo di soluzione.Ilromanzo d'esordio di Davide Simon Mazzoli riscrive le regole delthriller, inaugurando un nuovo capitolo nella narrativa del brivido.Non imita i giallisti americani, né rende il suo libro una letturafacile e veloce dal sapore tipicamente internazionale. Niente ditutto questo.Lospecchio del male èla storia del Re della montagna e della sua discesa negli inferninell'anonimato di un grigio paese di periferia. La storia di un uomomediocre, di uno scrittore fallito, di un marito fedifrago e del suopersonale patto con il Diavolo.Un diavolo crudele, subdolo, che ha gli occhi innocenti di un bambinoe le fiamme dell'inferno nel suo cuore senza più sentimenti. Unpatto di sangue. Una partita a scacchi di omicidi e follia.Lospecchio del male èprovocatorio, osceno, arrogante, coprolalico, cinico, spietato.Ha lospirito e il genio visionario di Kubrick, Tarantino e Cronemberg, laraffinata struttura narrativa delle sceneggiature di Hitchcock e iltemperamento chiassoso e trascinante degli horror all'italiana deglianni '70. Ricordandolo stile affilato e inconfondibile di Chiara Palazzolo e strizzandol'occhio a On Writing di Stephen King, potrei definirequesto romanzo una versione cartacea del film La pelle cheabito, ultima, controversa fatica di Pedro Almodovar. Un iniziovagamente kitsch. Un sviluppo delirante e poco lucido. Un finale“sconvolgentemente” realistico, capace di toccarti nel profondo,di scuoterti e di spossarti. Ilperiodare frammentato è un singhiozzo dentro a un pianto,un'imprecazione brusca, un lampo che squarcia il velo placido delcielo. E' cacofonico, onomatopeico. Tutto è impreziosito daun'edizione riccamente curata, economica e di impeccabile fattura.Inusuali il font e l'impaginazione, capaci di rendere concreta etangibile l'originalità del romanzo. Macchie d'inchiostro, schizzicopiosi di sangue, goccioline di caffè e tracce d'oblio a macchiarei margini di quest'ottima novità della  Tre60.Quelladell'autore è una scrittura che lascia il segno. Ti riempie la boccadel sapore amaro della bile. Come cibo andato a male, ti rimane sullostomaco. Ti disorienta, ti fa ridere del macabro di una tragedia, tisorprende con alcune di quelle riflessioni talmente tanto pungentiche non hai mai avuto il coraggio di pronunciare a voce alta. Moltepagine scorrono veloci, altre risultano perfino difficili dasopportare. Pur avendo precedentemente intuito lo sviluppo deglieventi, l'epilogo è risultato ugualmente spiazzante e cattivo.Scorretto. Sporco. Un pugno nello stomaco. Horichiuso il volume, ho respirato a pieni polmoni e, con le palpebretremanti, mi sono passato stancamente una mano sul viso e tra icapelli. Sudore, brividi, disgusto, rabbia. Retroscena di un incuboda cronaca nera. Lospecchio del male è questo.Per una volta, non ho parole. Leggere per credere.Ilmio voto: ★★★★ +Ilmio consiglio musicale: Psycho Killer – Talking Heads

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