Recensioni a basso costo: Non tornerai mai più, di Hans Koppel
Creato il 01 dicembre 2012 da Mik_94
Ciao a tutti! Prima di augurarvi uno splendido weekend, vi lasciò con la recensione di un romanzo che è stato il mio tormento in questi ultimi giorni di Novembre. Un thriller lucido, perfido e politicamente scorretto che, a soli € 9,90, potrebbe essere il vostro nuovo incubo.Ringraziando la gentilissima Arianna per avermi dato modo di leggerlo, vi auguro una buona lettura e vi mando un abbraccio. A presto!
Titolo: Non tornerai mai piùAutore: Hans Koppel Editore: PiemmeNumero di pagine: 316Prezzo: € 9,90Sinossi: Ylva sta tornando a casa dopo un drink con i colleghi, l'iPod nelle orecchie e la musica ad alto volume. A un tratto un'auto la affianca, cogliendola di sorpresa. Conosce la donna al volante e l'uomo sul sedile posteriore, anche se non li vede da anni, da quando da Stoccolma si è trasferita nella cittadina in cui ora vive con Mike, suo marito, e la figlia Sanna. Quando i due le offrono un passaggio, ha un attimo di esitazione ma non se la sente di rifiutare. Ringrazia e sale. Poi il buio. Quando riprende i sensi, Ylva si ritrova imprigionata in una cantina, legata a un letto, gli occhi puntati su un televisore fissato al soffitto. Allora capisce: quello che vede sullo schermo è il giardino di casa sua e lei si trova a pochi metri da lì. A breve Mike inizierà ad allarmarsi per la sua assenza e Sanna a chiedere perché la mamma non torna. Un gioco sadico che i suoi aguzzini le infliggono tra sevizie di ogni tipo. Una violenza cieca, in apparenza. Se non fosse per quell'episodio del passato che Ylva ha cercato in ogni modo di dimenticare, ma che qualcuno, evidentemente, ha ancora ben impresso nella memoria. La recensione Ylva è una madre assente e una cattiva moglie. Ha una vita per cui molti ucciderebbero, ma i panni di casalinga borghese non le sono mai calzati a pennello. E' sempre stata una vincente, la ragazza più ammirata e temuta del liceo, e, ormai verso i quaranta, vive per fingere e finge per vivere. Dorme nel letto di un marito che la ama perdutamente, ma è costantemente alla ricerca delle attenzioni di altri che la facciano sentire ancora viva e desiderata, nell'illusione che la chioma sempre bionda ed il trucco curato impediscano al tempo di passare. Una sera come le altre, con la notte a custodire l'eco delle chiacchiere tra lei e le sue amiche, Ylva scompare. Nel nulla.Per i vicini, il caso è chiuso. Era una donna complicata: avrà trovato il suo io tra le braccia di un altro uomo, a chilometri di distanza, magari, da quella vita per provincialotti. Per suo marito Mike e per la piccola Sanna, invece, le risposte non sono così immediate. Loro vivono con i postumi della sua improvvisa assenza, in una piccola realtà familiare che i giornalisti non possono penetrare e i pettegolezzi più infondati non possono raggiungere. Nel dolore, nella speranza di una telefonata che metta fine a quell'angoscia. Passano i mesi e, inspiegabilmente, la ruota della vita continua a girare per loro. La gente sparla ancora, Sanna cresce e sorride ancora, Mike si innamora ancora.Dall'altra parte della strada, tuttavia, si annida una realtà sconvolgente. Una telecamera riprende la loro quotidianità, qualcuno spia la loro ritrovata pace. Qualcuno senza più dignità e che a stento conserva i connotati della persona che è stata. Un qualcuno che non è stato mai abbastanza presente per loro e che adesso, prigioniero, vive soltanto attraverso i loro gesti. Ylva: vittima di due insospettabili aguzzini e messa a tacere da una vendetta che non conosce pietà. Qualcuno riuscirà a sentire il suo grido d'aiuto?
In tanti pensavamo fosse il prodotto di un'ennesima moda, ma il thriller “made in Svezia” continua ad avere lunga vita, e capisco il perché! Ultimo titolo della collana Piemme linea Rossa e di una scalata al successo che, dai tempi delle indagini della straordinaria Lisbeth Salander, non conosce tregua, Non tornerai mai più è la dimostrazione concreta di cosa sia il thriller nordico e delle caratteristiche che lo rendono unico ed inimitabile.Affronta tematiche scomode, disturba con scene di violenza inenarrabili, mescola con abili chiaro scuro realtà ed incubo, mette alla prova gli stomachi e le resistenze, viola i corpi e le menti. Cattivo dall'incipit all'ultima pagina, sconvolge e disturba.Ha personaggi non creati per suscitare empatia, ma che ti si appiccicano addosso involontariamente, e protagonisti che mettono in discussione le tue idee di vittime e carnefici, facendoti domandare più volte se tanta crudeltà sia pura e insensata violenza ogiustizia portata all'estremo.Uno stile semplice e letale, che con periodi brevissimi e capitoli frenetici, risulta la rovina fisica di ogni lettore. Della violenza descrive tanto, ma sono quei frequenti punti fermi a far sussultare. Quei dannatissimi puntini di sospensione che lasciano aperti interi scenari di sevizie e torture, fisiche e psicologiche.Il passare dalle scene quiete della nuova vita dell'addolorato Mike – solo e al centro delle accuse infondate di vicini troppo pettegoli – all'estrema espiazione della povera Ylva, ultima pedina di un piano di vendetta costellato di sofferenze efoto di annuari dimenticati, provoca disorientamento, angoscia e claustrofobia. L'autore ci fa vedere la luce, poi ci rinchiude crudelmente al buio.Koppel, che nella biografia ha anche una serie di romanzi per ragazzi, sembra conoscere il male nel profondo e non ha paura di mostrarne le varianti più fastidiose ai suoi lettori. Senza peli sulla lingua, scrive parole da incubo con la stessa rapidità di uno strappo. Sono veloci, ma non indolore. Ha una sicurezza e un'ironia di fondo, però, che unite ad una trama intrigante e macabra (a metà tra L'ultima casa a sinistra e Non violentate Jennifer), danno assuefazione.Non tornerai mai più è un romanzo di formazione portato all'estremo. E' cupo, cattivo, duro, marcio fino alle radici, ma si legge in un soffio d'aria stantia e ammorbante. Pensate che, durante la mia settimana a Barcellona, passata più in metropolitana che all'aria aperta, l'ho visto tra le mani di più di un passeggero, anche se, rapidità a parte, non è l'esatto equivalente del chiacchierato Cinquanta Sfumature!Saranno, tuttavia, la linearità adoperata per descrivere i più torbidi recessi del cuore, i capitoli che sono un affascinante singhiozzo di punti di vista, il mistero che si sdoppia come in uno specchio rotto, lo stacco tra la voce misurata che descrive i metodi di sottomissione di ogni carnefice e il doloroso dramma della protagonista o, forse, il vedere donne che sembra di aver conosciuto in L'acustica perfetta e in Un uso qualunque di te alle prese con ferite più profonde e reali di quelle aperte da matrimoni infelici, ma il romanzo non si lascia chiudere facilmente. Impressiona, ma allo stesso tempo, quasi come se l'autore avesse ereditato dal Ryan Murphy di American Horror Storyun'innata capacità di intrattenimento, affascina morbosamente. Anche se certe vicende sembrano strappate dalla cronaca nera, anche se qualcosa in noi grida invano: “Basta!”. Il mio voto: ★★★★ -Il mio consiglio musicale: t.A.T.u – All The Things She Said
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