Un film che affronta una delle tematiche che più mi affascinano/spaventano, quella del suicidio, con toni ironici e non pesanti. Un film che ha un cast da sballo con eroi cannibali come il Patrick Fugit di Almost Famous e la stupenda Shannyn Sossamon di Le regole dell’attrazione. Un film con una buona colonna sonora e splendide atmosfere. Un nuovo cult cannibale bell’e pronto e servito? Quasi, perché la sceneggiatura di questo singolare on the road movie si va un po’ a perdere per strada. Per alcuni è comunque un cult assoluto, per me solo un film dal buon potenziale non del tutto sfruttato. Un po’ deludente ma, anche se non soddisferà in pieno le vostre aspettative, anziché suicidarvi guardatelo, mi raccomando! (7-/10)
"Ora che sono morto, il cibo del Mac non può più farmi male ahah."
Paradiso + Inferno (Australia 2006) Titolo originale: Candy Regia: Neil Armfield Cast: Heath Ledger, Abbie Cornish, Geoffrey Rush Genere: toxicoCosì come per Brittany Murphy, è sempre un grande piacere misto a una forte malinconia e rimpianto rivedere sullo schermo Heath Ledger. Bravissimo pure qui, sebbene come film non sia uno dei suoi migliori. Paradiso + Inferno è una storia di tossici che non ha la forza di un Trainspotting e l’esilità della sceneggiatura minimal si regge allora interamente sulle spalle dei due protagonisti davvero strepitosi, Heath ovviamente + una Abbie Cornish che da questo film in poi è diventata una delle attrici da tenere più d’occhio.
Una pellicola da non mandare all'inferno, ma nemmeno in Paradiso. Facciamo che tenerla in purgatorio, va là. (voto 6/10)
"Sì, stavo leggendo adesso: una promozione cannibale non capita tutti i giorni!"
Amore a mille… miglia (USA 2010) Titolo originale: Going the Distance Regia: Nanette Burstein Cast: Drew Barrymore, Justin Long, Charlie Day, Jason Sudeikis, Christina Applegate, Jim Gaffigan, Kelli Garner, Ron Livingston, Rob Riggle, Leighton Meester Genere: distanteFilm in originale intitolato Going the distance, in Italia si è cercato un gioco di parole totalmente fallito e per nulla divertente ma vabbè, a ‘sti lavori ci siamo ahinoi abituati e quindi la cosa non fa più nemmeno notizia.
Se a livello pregiudiziale questa può essere vista come la solita commedia romantica, e in fondo lo è, quando c’è di mezzo Drew Barrymore è pur sempre lecito aspettarsi qualche riferimento al mitico mondo degli anni ’80 e anche questa pellicola infatti non fa eccezione (una chicca la scena con Take my breathe away dei Berlin). Un film sui rapporti a distanza che fa sorridere (esilarante il coinquilino del protagonista) e oltre a un tocco 80s vanta anche un gradevole retrogusto indie, quindi ennesima promozione piena per l’idola Drew. (voto 6,5/10)
"Vorrei tornare indietro nel tempo non per incontrare Sandra Bullock, ma per
inventare le email, così non dobbiamo usare ancora le jurassiche lettere."
Da buon appassionato della tematica “viaggi nel tempo”, non potevo farmi mancare la visione di questa pellicola. O forse sì, avrei fatto meglio, visto che è una storiella parecchio noiosa, smielata e banale che con i capolavori del genere come Ritorno al futuro, Donnie Darko e Los cronocrimenes non ha nulla a che vedere. Più che altro, assistiamo semplicemente ai noiosi non-dialoghi di Sandra Bullock e Keanu Reeves che comunicano a distanza. Ma questa è una distanza ben più ampia dell’amore a mille miglia tra Drew Barrymore e Justin Long nel film di cui parlavamo qui sopra… Così lontani, così vicini, ma voi potete anche star loro lontani. (voto 3/10)
"Se nel 1999 ci fosse stato Facebook,
questa sarebbe stata una foto di profilo perfetta."
Non mi va di definirlo un Gregg Araki minore, anche se alla fine sarebbe il modo più veloce ed efficace. Però quello di Splendidi Amori è un Araki che prova la via della commedia e non fa centro pieno, ma nemmeno fallisce. Rispetto ad altri suoi film più disperati (Mysterious Skin), dopati (Doom Generation, Ecstasy Generation) ed esaltanti (il suo ultimo Kaboom), qui la storia si spinge ancor più nella dimensione del grottesco e dell’ironico, però con una versione tutta arakiana della commedia sentimentale, attraverso la storia della splendida e indecisa Kathleen Robertson contesa da tanti, troppi, uomini. Un film che si lascia vedere, che ha qualche buon momento, ma che purtroppo non è del tutto un amore cinematografico splendido. (voto 6,5/10)