[Recensioni] Genius_01_02_03 – Trilogia di Cinzia Di Mauro

Creato il 05 aprile 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

 

 Titolo: Genius_01; Genius_02; Genius_03
Autore:  Cinzia di Mauro
Editore:  Ledizioni
ISBN:9788895994499 – 9788895994628 – 9788895994857  -
Genere: Avventura, Epopea Spaziale, Fantascienza
 Prezzo: € 16,00 ciascun volume – (disponibili  in eBook)

Voto:

Trama  (Sinossi tratte da http://www.ultimabooks.it)

GENIUS_01“Anno 2092. Nel Vecchio Mondo inquinato dal silicio e dall’umidità dell’energia a idrogeno, si dipana un thriller poliziesco dal ritmo serrato.I suoi protagonisti sono condotti, in un’atmosfera soffocante, attraverso quartieri della Repubblica Federale Europea corrotti, disgregati, ricostruiti sinteticamente: il centro ginevrino blindato sotto una cupola climatizzata, Milano tra la Certosa e il Duomo sorretta da esoscheletri, S. Lorenzo oppresso e sgretolato da un calore liquescente, Belleville di Parigi trasformato in una casba autarchica.  Abraham Cohen, commissario della dipartimentale ginevrina, ebreo sradicato, violento, soggetto a stati allucinatori da droga, con un passato di sregolatezza e delinquenza, è costretto a scavare al fondo della verità dell’omicidio della moglie. Sarah Cohen è stata, dunque, vittima di un attentato di matrice islamica o bersaglio premeditato di un’attività d’intelligence?
Insieme agli amici e colleghi della polizia federale, Moses Levi, tenente carismatico e ferreo nel rispetto delle regole, e Jorge Maria Ibañez Unamuno, sottotenente di estrazione popolare anch’egli fuori dalle righe, Cohen travalica i limiti della legalità nel perseguimento di una vendetta impossibile.  Tassello dopo tassello, la JEA Corporate , colosso economico mondiale, per la quale la donna lavorava come genetista di punta, si scopre essere un elemento-chiave delle indagini. Il paradiso equatoriale, in cui essa ha sede, cela l’ultimo orrore: Genius. Centinaia di morti per nasconderlo al resto del mondo basteranno alla sete di sangue della JEA?”
GENIUS_02 “Anno 2231. Più di un secolo dalla fondazione della FOG, Fight Of Gea, da parte di Abraham Cohen (ormai soltanto “Abraham I”), e circa sessanta da quella di Ur, sua capitale sotterranea, nei pressi di Caen in Normandia. L’attentato nucleare del Tears’ day, com’era stato battezzato nel 2092, ha lasciato in Europa un alto livello di particelle radioattive in sospensione. I volti deturpati degli operai del soprasuolo ne sono una marca e testimonianza. Perfetti, invece, nonché altissimi, robusti e longevi sono i “Figli del formex”, esperimento Genius parzialmente riuscito nel 2111 tranne che per l’IQ estremamente infantile. I róbota sono di fatto i nuovi schiavi della JEA, stupidi, inconsapevoli e felici: il lavoratore ideale. In questo contesto si muove il protagonista del secondo giallo, il colonnello Isaac, fogger del Reparto Tecnico di Ur. Attanagliato dal parossistico odore di morte che gli aleggia intorno, divorato da un senso d’oblio, attraversa una crisi di messa in discussione del sistema. A lui il neoeletto Moses affida il prelievo di un certo Jack, un ragazzo che pare sia riuscito a trovare l’accesso a litenet, la nuova rete informatica della JEA.  Dapprima il suo arduo reperimento e la scia di sangue che lascia al passaggio, poi il timore di un probabile tradimento accrescono via via l’ansia della narrazione. Dubbi e segreti fino alla scoperta finale inquietante. Quali speranze di sopravvivenza per la FOG e l’umanità sapiens?”
GENIUS_03 “Anno 2389. L’Europa è ormai trasformata interamente in zona di produzione della Confederazione Jeista. Al vertice di questo neo sistema schiavistico vi sono gli optimi, gli uomini perfetti. In tale quadro un team rabberciato è condotto da Lije, un Uriano rammollito dal vizio, in una missione “facile e lucrativa”. Questa fInisce per incastrare i suoi protagonisti nella trama di un tragico intrigo che coinvolge lo stesso Moses. Di chi fidarsi, di un amico che ha tentato di ucciderli o di un nemico che tende loro una mano? L’optimus Terry Tsara mette in atto il terzo ed ultimo progetto genius. È l’alba di una nuova epoca”.

Recensione: Ora che ho terminato la lettura del terzo romanzo, il racconto appare nella sua unità, nel suo tutto sconcertante. Già in Genius_01 si scorge lo spettro di una civiltà che si è fermata, incapace di guardarsi indietro al fine di recuperare valori lasciati alle spalle. Preferisce giocare a dadi con il futuro, puntando tutto su un domani che presenta ben poche promesse. Si è di fronte a un baratro eppure si immagina di camminare sopra un ponte, convinti che dall’altra parte vi sia un approdo e non il nulla. La nostra fantasia ha corso molto più velocemente della storia degli uomini: la civiltà ha dato l’addio a un futuro fatto di astronavi, battaglie interstellari, mondi sconosciuti da scoprire. Sempre più orfano della propria cultura e  di se stesso,  l’uomo attenta persino al proprio DNA, portando nella realtà fisico-molecolare un disfacimento già spirituale. A questo porterà Genius_01, un progetto sperimentale per migliorare la razza umana.
Eppure si colgono a momenti sprazzi di luce, quelle della dimensione più genuina, ricordi di un passato senza più memoria, che assumono il sapore della favola. Ci si risveglia, anche se solo per un attimo, nel riconoscere Mondrian tra gli scarabocchi all’interno di oscure gallerie, ci si sorprende rincuorati di aver mantenuto il nome originario di qualche strada, per poter evocare colori, sapori, storie altrimenti dimenticate. Finalmente la tensione e il caos paiono allentarsi. Si scorge, flebile, un segnale di vita, indizio che non tutto è perduto. L’illusione dura poco: si torna presto a turbinare, alla ricerca di quiete nel deliquio originato dall’assunzione di droghe sintetiche, nelle immagini olografiche di uno scenario che si sa estinto per sempre.
Se si cammina nelle strade del soprasuolo, si devono indossare caschi deumidificatori (simili a scafandri di astronauti che mettono piede su un pianeta sconosciuto). Si viene proiettati con violenza in un universo del quale è rimasto solo un esoscheletro, al pari di altri edifici.
Colgo nel racconto le tracce di un filone pessimistico e inquietante: i mondi senza libri di Bradbury, gli Stati di Polizia di Orwell e Philip Dick, riassunti dagli scenari di Alfonso Cuaròn nel film “I figli degli Uomini” di qualche anno fa (con Julianne Moore e Michael Caine).
Non so quanto sia legittimo tirare un sospiro di sollievo nel renderci conto di avere sotto mano nient’altro che una “saga di fantascienza”, nel senso che no, a quel punto non siamo ancora arrivati, possiamo correggere il tiro (ma fino a quando?).
GENIUS_02 - Il progetto n. 1, concepito per migliorare il genoma umano non è andato a gonfie vele, dalla ricerca genetica emergono degli esseri inquietanti: diverranno presto i ròbota, i menoQuattro3, un passo falso da cui però non si torna indietro. Si guarda avanti, qualunque sia il prezzo: perché non sfruttarli? Sono atletici, longevi, uomini e donne di fatica, schiavi perfetti perché inconsapevoli, non consci dei loro diritti.
Procedendo in questa direzione, si profila un’evoluzione della società in senso plutocratico che, a ben vedere, sotto altre spoglie e senza ricorrere a ricerche eugenetiche o alla somministrazione di farmaci che conducano allo stesso risultato (il formex) è già sotto i nostri occhi.  A parte l’indubbia efficienza fisica dei ròbota, essi rappresentano di fatto la caricatura di certi sapiens dal cervello sfiancato dai media, da talkshow, da social network o da sostanze più o meno stupefacenti, “schiavi, felici e inconsapevoli” :
Sapiens e ròbota, insieme, appena distinguibili fisicamente, lo erano ancor meno nell’atteggiamento“ .
La mia attenzione durante la lettura del secondo romanzo si è focalizzata tutta su Jack, risultato del progetto n.2. E’ un Cinque4, un optimus,  rappresenta una nuova stirpe di uomini accanto ai Quattro3 (i sapiens), i menoQuattro3 (i ròbota). E’ una situazione senza precedenti, convivono tre razze umane che si contenderanno (almeno due tra esse) lo stesso territorio. Per ritrovare una situazione simile dobbiamo risalire a 10mila anni fa (i Neandertal da una parte e i Sapiens dall’altra).

(Per chi ne volesse saperne di più segnalo una mostra di Roma prorogata fino al 9 aprile: http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/mostra-008,  da cui è stata tratta una puntata illuminante de “Le Storie” di Corrado Augias).
Jack è il risultato sperato: sarà longevo, immune dalle malattie e soprattutto intelligente. Solo che la sua intelligenza (da intus-legere), direttamente proporzionale alla cultura e al senso di civiltà dei (e nei) rapporti umani, mal si rapporta con l’intellighenzia al potere. L’intelligenza di Jack è un cancro contro la società voluta dalla plutocrazia dominante (rappresentata dalla JEA).
Jack ha tutto quello che ci manca: la capacità di vedere la sofferenza altrui, la capacità di leggere i segreti del mondo esterno per potersene difendere e abitarlo senza distruggerlo (mi domando: quando abbiamo perso queste qualità?)
È colui che ogni essere umano sogna di diventare senza esserne tuttavia all’altezza. Si è saltato, infatti, per la fretta di giungere al traguardo, un lungo, faticoso e necessario percorso evolutivo. Di questo percorso evolutivo è orfano lo stesso Jack che è privato di radici. Sarebbe comunque nato da qualche madre, da qualche parte, in un altro tempo, non ora e non in provetta.
Con GENIUS_03 si giunge alla resa dei conti. Lo sviluppo in senso plutocratico della comunità (pardon: delle comunità umane) è un dato di fatto.
Vi siete arrogati il possesso delle zone più splendide del pianeta, coattando le altre popolazioni a vivere delle vostre miserabili briciole, mentre voi vi arricchite alle loro spalle inconsapevoli. Ricordatevi che nel corso di questa nostra discussione, voi rappresentate il peggio di ciò che l’umanità sapiens  sia riuscita a partorire”.
Il governo è retto dalla comunità di optimi (i Cinque4), riuniti nella Confederazione Jeista (della JEA). Hanno posto in schiavitù gli  ignari ròbota (i menoQuattro3) e i gli irriducibili sapiens (i Quattro3), con i quali contendono lo stesso territorio, almeno quello che ne resta.
Pazienza per i menoQuattro3: sono laboriosi, longevi, non s’ammalano, sono utili. Ma i sapiens? Si rompono subito, si ammalano di frequente, hanno bisogno di welfare e di farmaci che vengono prodotti soltanto per loro, “per non parlare della loro litigiosità, della violenza, della brama di potere“. Non manca una sorta di revisionismo storico: gli optimi non avrebbero avuto origine dai sapiens ma costituirebbero una razza ominide evolutasi parallelamente e autonomamente, ignorando quindi i loro progenitori genetici. Esponente di questa frangia razzista (e neonazista) è l’optimus Terry Tsara, al quale si contrapporrà quella pro-sapiens, rappresentata da Jack Tsara (il Jack che il lettore ha conosciuto in Genius_02).
Jack e Terry Tsara sono i  primi uomini della loro genia. Tra essi vi è un Abele che ha già il suo Caino.
Gli eventi sono caotici e frenetici, tanto da non capire chi tenga il bandolo della matassa, chi sia il vero burattinaio: i due nemici giurati si alleano, sono in combutta. Non ci si capisce più niente.
Giunge inaspettata una risposta, chiara per chi ha letto Che minchione le formiche (sempre di Cinzia di Mauro):
“Era come se a un certo momento Dio, dall’alto della sua saggezza e della sua folta barba canuta, avesse ricevuto Belzebù al suo cospetto“.
L’affermazione è azzeccata, corrisponde al vero e tuttavia sbaglia bersaglio. E’ chiaro che nessuno dei contendenti è Dio o Belzebù. Tutto è stato un gioco nelle mani di qualcun altro, un bluff.

Che la Terra (GEA, non JEA) torni padrona della propria evoluzione: è questo il progetto n.3 (Genius_03)?


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