Recensioni, informazioni, segnalazioni editoriali (GUASTELLA, CARLETTI, PEE GEE DANIEL, DINO-RIBAUDO) – Marzo 2014

Creato il 29 marzo 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

di Giuseppe Nativo.

“Il sonno della ragione. Colloquio con Franco Cilia”

Monografia ragionata di Andrea Guastella

In copertina tre dipinti che sintetizzano l’itinerario intrapreso nelle arti visive. Un momento a più dimensioni dove con tecniche diverse si aprono squarci di poetico senso della vita che, forse, aiutano a vedere l’insondabile. Frammenti di vita pittorica che volano sulle ali del pensiero attraverso frequenze emozionali che il tempo non indurisce in freddi richiami. All’interno, cinque sezioni, con altrettanti tempi differenti ma consequenziali, che possono essere accostate come fossero movimenti di un’unica partitura musicale: quella della vita. E’ quanto emerge dalla prima monografia ragionata che riguarda l’artista Franco Cilia e magistralmente assemblata, con certosina cura, dal critico Andrea Guastella. Si tratta del volume “Il sonno della ragione. Colloquio con Franco Cilia” (pp. 240) di recente dato alle stampe per i tipi di Aurea Phoenix. Un impegno letterario non indifferente che ha dato modo all’autore di cogliere le variegate anime del maestro Cilia e accompagnare il lettore, quasi per mano, in un interessante viaggio il cui simbolismo non è astratto, ma pervaso e percorso dalla storia e dal tempo. Un tempo che è l’elemento concreto del “fare”, tradotto con l’utilizzo di materie scultoree semplici (pietre antropomorfe, “pietre dipinte”). Ed il “fare” rimanda a un essere, che fa riferimento all’esistere.

Una lunga e appassionata conversazione-intervista tra Guastella e Cilia, iniziata nel salotto di casa dell’autore, ripresa poi tra le pareti affollate di quadri nello studio del maestro di Via San Vito 44 (nel centro storico ragusano, dimora cui l’artista ha tra l’altro dedicato un romanzo), traccia un’orbita costellata di un figurativo simbolico che trae linfa dalla natura sensuale dell’artista. I moduli espressivi di Cilia, sempre in progress ma correlati alle linee maestre di espressività, hanno permesso al maestro di affermare una sua precisa linea personale e un linguaggio autonomo. E non potrebbe essere diversamente visto che «Franco Cilia – annota l’autore – non è infatti solo un raro caso di autodidatta in pittura riuscito a scalare le vette della notorietà. E’ anche uno scrittore, un sensitivo e un attore dalla voce profonda e tenebrosa. Una voce che la pagina scritta non può rendere, ma di cui è percepibile il calore».

Tra i tanti ricordi di Franco Cilia emersi nel corso dell’intervista è interessante e genuino quello riguardante un servizio televisivo andato in onda sulla Rai. Alla domanda formulata dal giornalista Nuccio Vara su «Come ti definisci?», il maestro rievoca: «dopo averci pensato su una trentina di secondi, ho risposto: “Un gatto di strada”. Vedi, un gatto casalingo se lo butti in strada muore, un gatto di strada lo uccidi chiudendolo in casa. Credo che una certa “dispersione”, una tendenza ad andare qua e là e a fiutare tutt’intorno sia connaturata al mio carattere».

Il volume si avvale, inoltre, di un commento a una selezione di opere scelte, di una biografica cronologica con riferimenti precisi alle testimonianze critiche che hanno accompagnato il lavoro dell’artista (con testi, tra gli altri, di Carmelo Arezzo, Rossana Bossaglia, Gesualdo Bufalino, Mario Luzi, Giovanni Occhipinti, Ruggero Orlando, Emanuele Schembari, Leonardo Sciascia, Federico Zeri) e di una bibliografia completa.

Impreziosiscono il volume non poche tavole di Cilia unitamente ad alcune simboliche illustrazioni che lo ritraggono nei suoi variegati aspetti artistici tra innocenza e memoria e fornendo, in tal modo, una dimensione dell’arte legata ad una visione alta dell’esistenza, fisica e metafisica, concreta e filosofica.

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di Gordiano Lupi

Agente Kasper – Luigi Carletti

Supernotes

Mondadori – Pag. 390 – Euro 19

Luigi Carletti pubblica un libro che farà scalpore per Mondadori – Strade Blu, insieme a un fantomatico Kasper, nome che copre un ex carabiniere, agente dei servizi segreti e dei Ros, pilota d’aereo, esperto di arti marziali, armi, esplosivi, protagonista di clamorose operazioni contro la criminalità internazionale. Supernotes farà scalpore e desterà l’attenzione dell’opinione pubblica perché non è un Segretissimo, un’opera di fiction di pronto consumo, ma cronaca nuda e cruda, storia di vita vissuta.

“L’inferno esiste e io ci sono stato. Mi hanno sequestrato, imprigionato e torturato. Prigioniero per trecentosettantatre giorni. Hanno tentato di farmi sparire nel nulla. Con me dovevano sparire anche i risultati del mio lavoro. Un’indagine lunga e difficile. Con un nome che forse non dice molto ma significa moltissimo: supernotes”, scrive l’Agente Kasper, protagonista del racconto scritto da Luigi Carletti con stile piano e scorrevole, con la tecnica del best-seller. “Ho conosciuto Kasper vent’anni fa. Era un pilota dell’Alitalia. Viaggiava su una Porsche con due pistole e un fucile d’assalto nascosti sotto i sedili. Aveva sulla testa una taglia di un milione di dollari, ma non poteva avere la scorta”, ricorda Carletti. Un caso oscuro il suo, ignorato dai media, coperto da stampa e televisioni, perché forse troppo delicato, persino incredibile. L’Agente Kasper è la prova vivente che i campi di concentramento esistono ancora, almeno in Cambogia, dove lui ricorda di aver trascorso 13 mesi da prigioniero. Un ex carabiniere italiano rapito e nascosto, perché insieme a lui sparissero i risultati di un’indagine chiamata supernotes, un codice che è diventato il titolo di uno straordinario romanzo verità. La storia parte dalla cattura dell’agente segreto, avvenuta nel 2008 in Cambogia, prosegue con la prigionia in una caserma, in un ospedale – lager, quindi nel vero e proprio campo di concentramento di Prey Sar, dalle parti di Phnom Penh. L’Agente Kasper paga con la privazione della libertà un segreto terribile, una rete di dollari falsificati per milioni e milioni di biglietti da cento, un segreto chiamato supernotes. Luigi Carletti e l’Agente Kasper mettono insieme i ricordi di una pericolosa indagine, descrivono prigionia, sofferenze e torture, componendo un romanzo avvincente, ricco di dialoghi e di azione, scritto con stile da consumato sceneggiatore. Una spy-story che ha qualcosa in più rispetto ai romanzi polizieschi stile 007, perché l’oggetto della narrazione è realmente accaduto, inserito in una scenografia che fa da sottofondo storico – politico. Il lettore ripercorre la nascita di Gladio, le fughe dei neofascisti in America Latina, il piano per eliminare gli uomini di Nelson Mandela in Europa, la guerra dei Balcani, il legame stretto tra i servizi segreti italiani e la CIA. Luigi Carletti pubblica il suo lavoro più maturo, dopo alcune storie minimaliste di grande spessore (Alla larga dai comunisti, Lo schiaffo) e alcuni gialli ben confezionati (Prigione con piscina, Cadavere squisito). Consigliato per chi ama i romanzi di spionaggio, il poliziesco all’italiana e la realtà romanzesca.

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SEGNALAZIONI

IL POLITICO di Pee Gee Daniel – un romanzo breve sulla politica contemporanea

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NUOVI SALMI  – Una nuova antologia su temi di impegno civile a cura di Giovanni Dino e Giacomo Ribaudo (CNTN, Palermo 2012).

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