Recensioni - “Mondo fabbrica” di Errico Passaro

Creato il 12 febbraio 2015 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Thursday, 12 February 2015 16:00
Scritto da Max Gobbo

“Mondo fabbrica” di Errico Passaro è il nuovo romanzo tra thriller e fantascienza edito da Homo Scivens e recensito per LetteraturaHorror.it da Max Gobbo.
La narrativa contemporanea, soprattutto quella dei generi, si segnala per diverse caratteristiche: una di esse è certamente la tendenza da parte degli autori alle contaminazioni.
Questo ha avuto come conseguenza il proliferare di tutta una serie di romanzi e racconti ibridi, in cui i vari generi si mescolano fra loro dando vita a nuove entità narrative.


Leggendo Mondo Fabbrica di Errico Passaro edito da Homo Scrivens, si può affermare, senza tema di smentita, di trovarsi di fronte a una forma di ibridazione fra il poliziesco e la fantascienza.
Infatti la storia di questa immensa stazione orbitale, una sorta di fonderia spaziale in cui di producono acciai speciali, si collega direttamente al mondo della SF con tutte le sue suggestioni, atmosfere e topos narrativi.
Ma l’affresco narrativo, tracciato con abilità dall’autore, ha il tratto inconfondibile del poliziesco deduttivo basato sulla detection in ossequio della migliore tradizione del genere.
Ma andiamo con ordine. Il cosmo fantascientifico della vicenda è quello d’un mondo sintetico, un luogo altro dominato dalla tecnica che ricorda da vicino nelle atmosfere cupe certa SF giocata sul piano dell’horror che tanto rammentano Alien.
La detective story invece riporta alla memoria (come giustamente osservato da Gianfranco de Turris nella sua bella prefazione al libro) Atmosfera Zero il thriller fantascientifico del 1981 diretto da Peter Hyams e ottimamente interpretato da Sean Connery.
Proprio come nel film di Hyams l’ambientazione è claustrofobica, soffocante, e sa di fumi tossici, di misteri intricati, di pericoli in agguato.
E dunque che tipo di romanzo ha scritto Passaro? Vediamo d’esaminare meglio il corpus del suo lavoro. A nostro giudizio Mondo Fabbrica è un giallo d’ambientazione fantascientifica, in cui a predominare non è già l’aspetto tecnologico e scientifico - pur ben presenti -, ma la detection. Ciò detto, e per stare alle parole di Bertold Brecht: “ il romanzo poliziesco ha come argomento il pensiero logico e quindi esige che il lettore ragioni in modo razionale”. Da qui l’azione narrativa dell’autore. Passaro costringe il lettore a usare la logica per dipanare il mistero e scoprire il colpevole. Già perché il romanzo in oggetto, come ogni giallo che si rispetti, risponde alle domande del’investigazione: quando, dove, come e chi. In più, seguendo con lodevole scrupolo la struttura classica del poliziesco, Passaro agisce su due piani paralleli e contemporanei. Da una parte fornisce elementi utili al lettore per giungere alle dovute conclusioni, dall’altra mette in essere fatti e situazioni basate su dettagli solo a lui noti.
Ne risulta una narrazione piena di colpi di scena, intricata e intrigante, in cui personaggi credibili e poco inclini a pose eroiche si muovono con sapiente disinvoltura.
Fin qua gli aspetti fantastici del libro. Tuttavia Mondo Fabbrica è anche un romanzo sociologico, che presenta un’idea del mondo e della società del futuro ben definiti ; con tutti i loro problemi, le loro angosce, gli aspetti più nobili e abietti d’una civiltà tecnocentrica, in cui l’uomo sopravvive ai margini d’un sistema di controllo totalizzante. La società immaginata da Passaro è in gran parte distopica: con le masse sfruttate da potenti oligarchi in combutta con politici corrotti. L’autore utilizza l’espediente fantascientifico per raccontare un presente - il nostro - assai preoccupante, pieno di ingiustizie e di contrasti insanabili; muovendo una critica aspra e intelligente ad un certo modo di fare economia.
La fantascienza è perciò pretesto per effettuare una critica puntuale e spietata della nostra modernità globalizzata e globalizzante. Unico neo, a nostro avviso, è l’eccessiva somiglianza, tra il nostro tempo e quello profilato nel libro. Elemento questo che lascia un po’ perplessi, poiché in un secolo, si presume, possano avvenire numerosi e profondi cambiamenti ad ogni livello. Ma tutto ciò appare di secondaria importanza al lettore che presto si ritrova immerso nei vapori roventi di quella ciclopica fucina che è Mondo Fabbrica.
La domanda finale è: Passaro ha saputo coniugare al meglio i due generi narrativi su cui è basato Mondo fabbrica? Noi crediamo di si. Certo l’autore non regala moltissimo alla fascinazione fantascientifica, al senso del meraviglioso per tecnologie avveniristiche col crisma dell’inaudito (a parte il riuscito e originale connubio uomo interfaccia sintetica). Ma è nella riuscita combinazione tra detection ed elemento fantascientifico, che si basa la forza del romanzo, e il fascino della storia in esso raccontata. Dunque, Passaro esce vittorioso dal suo difficile compito d’alchimista del fantastico e ci regala una storia del futuro dalla sorprendente attualità.

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