Recensioni "Non saremo confusi per sempre" di Marco Mancassola

Creato il 14 settembre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Stefania Auci Cari lettori, i racconti in Italia non hanno grande successo. I lettori li snobbano e spesso anche le case editrici dedicano loro poco spazio. Tuttavia, alcune raccolte sfuggono a questa sorta di ostracismo e arrivano sugli scaffali delle librerie, regalando al lettore emozioni profonde. E' il caso di Non saremo confusi per sempre, edito da Einaudi nel 2011 e scritto da Marco Mancassola.
Titolo: Non saremo confusi per sempre Autore: Marco Mancassola Editore : Einaudi
Collana: I Coralli
Pagine: 146 Prezzo: euro 16.00 disponibile in e book Pubblicato nel 2011 Trama 1978, Isola di Cavallo: un ragazzo viene colpito dallo sparo di un fucile. 1981, Vermicino: un bimbo sparisce in un pozzo. 1992, Lecco: una giovane donna sbanda con la macchina e cade in coma irreversibile. 1996, San Giuseppe Jato: un adolescente viene giustiziato e sciolto nell'acido per vendetta. 2005, Ferrara: un diciottenne viene pestato dalla polizia. Sono storie italiane. Fatti nudi, «in apparenza minori, che finiscono spesso per graffiare, come un pennello troppo duro, la coscienza di un paese». Ma sono anche attimi che la cronaca ha reso per sempre immobili, e la letteratura può invece ripensare, rianimare, riattivare. Nascono così i cinque movimenti di questo libro. Una fiaba contemporanea che racconta di vittime giovani e svolte inattese, di meraviglia, riti di passaggio ed epifanie luminose.

RECENSIONE Scrivere questa recensione non è facile, poiché questo è un libro che ha toccato le corde più intime della mia persona. Si parla di episodi forti, di storie intessute nella trama del vissuto italiano degli ultimi trent'anni. Vermicino, l'isola di Cavallo, Udine, San Giuseppe Jato, Ferrara. Una geografia dell'angoscia e del dolore che corrisponde a un progressivo sfaldarsi della coscienza di un paese. Ma si parla anche di sentimenti primordiali: di maternità, di dolore, di coraggio, di paura, di incapacità di affrontare la realtà, di vergogna. E' una raccolta di racconti che parla di sentimenti, di situazioni irrisolte, di dolori mai sopiti. Qualcosa che ciascuno di noi, in vario modo, si porta dentro

Passeranno i giorni. Passeranno i mesi. Il dolore che sembrava impossibile da superare non può essere, infatti, propriamente superato. Si impara forse a trarre la sua lezione amara. Si impara, se si è abbastanza lucidi, a trarne una nuova consapevolezza, si impara persino, se davvero si ha la forza, a combattere l'ingiustizia che lo ha generato.
Ecco. In queste poche frasi si racchiude il senso profondo di questi racconti. Tutti i protagonisti trovano il loro modo di venire a patti con il dolore che gli ha sconquassato le vite e che, come l'eco di un grido, ha lambito le coscienze di molti. 


I racconti hanno una struttura particolare: la vicenda principale viene descritta e intrecciata con una storia parallela che ha connotati fantastici, talvolta onirici. Proprio queste narrazioni parallele affascinano il lettore che immagina un modo nuovo di leggere alcuni degli eventi di cronaca più drammatici degli ultimi anni attraverso una lente che li trasforma e li riveste di una poesia malinconica.

Ed ecco che l'agonia di Alfredino Rampi diviene un viaggio al centro della terra con i personaggi dell'omonimo libro di J. Verne; che la rabbia, la vergogna e il dolore per la sparizione di Santino di Matteo generano un calvario da cui la protagonista, Silvia, risorge più forte di prima; che la fuga di Eluana Englaro da un corpo morto è vissuta in parallelo con l'attesa per la nascita d un bambino concepito per caso. 

Storie narrate con poesia, piene di una dolcezza struggente. Nessun intento polemico, nessuna volontà di protesta: solo il tentativo – magnificamente riuscito  di filtrare attraverso il fantastico le storie di ordinario orrore della provincia italiana. Questa raccolta di racconti è la prova che anche nel mainstream è possibile trovare prodotti di sperimentazione, che il fantastico può sposare l'attualità; che anche gli episodi di cronaca più strazianti possono essere approcciati con una chiave di lettura intima e piena di struggente delicatezza. Storie in cui le istituzioni sono lontane e nemiche, come nel caso di Federico e di Eluana; o ancora, incapaci di fare giustizia, come per il giovane tedesco ucciso all'isola di Cavallo. Allora lo scrittore riprende la realtà, la manipola, dona alle vicende un finale che non è consolatorio, ma che è pieno di forza e che scuote le coscienze dei lettori. La vita non è solo quella che scorre sotto i nostri occhi, sembra dire questo volume: è fatta di trame segrete, di sentieri inesplorati, di fughe su strade sconosciute senza ritorno, piene di luce La scrittura di Mancassola è semplicemente splendida. Limpida, pulita, priva di affettazioni. Frasi brevi e lunghe frasi paratattiche si alternano in una prosa dall'andamento elegante, dal fraseggio che alterna espressioni del parlato a momenti di intensa poesia, lo stile di Mancassola narra queste cinque storie dolorose con leggerezza ma senza superficialità. Il lettore è commosso, straziato da un senso di perdita concreto e insieme consolato dall'idea che qualunque dolore, alla fine, potrà trovare una sua composizione nell'ordine delle cose e del mondo, che va al di là della realtà.

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