Recensioni - “Ombre di ghiaccio” di Mauro Saracino

Creato il 18 marzo 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH

Ombre di ghiaccio” di Mauro Saracino (Dunwich Edizioni) è il romanzo che Letteratura Horror ha recensito per voi quest'oggi. Clicca qui e leggi la trama e note sull'autore.
Prendete un romanzo horror, ma horror vero, conditelo con una spruzzata abbondante di sopranaturale e un goccio di sangue, gettato qua e la senza essere troppo sfacciatamente, inutilmente (e in modo scontato) splatter; aggiungetevi un pizzico di tradizioni italiana e di cultura americana; shakerate il tutto e avrete in mano Ombre di ghiaccio, il nuovo romanzo di Mauro Saracino edito da Dunwich Edizioni.

L'autore è stato in grado, compito veramente difficile, di rendere italiana una storia che affonda le proprie radici nella tradizione indigena americana (quella vera americana, non quella indotta dal colonialismo), in un ambiente tutto italiano con personaggi che più italiani non si può.
Il lavoro dello scrittore romano è stato, quindi, molto certosino con una strutturazione totale della storia che ricorda, molto (qualitativamente parlando), sia H.P. Lovecraft che Stephen King, i due mostri della letteratura dell'orrore mondiale.
Saracino è stato abile e bravo a miscelare le ambientazioni e le storie, prima destrutturandole e poi ricomponendole per regalarci qualcosa di nuovo e di interessantissimo e, sopratutto, qualcosa di italiano, ecco sì, di vero horror italiano.
Spesso gli autori nostrani si lasciano prendere troppo la mano dai grandi maestri americani e non riescono a uscire dai cliché e dai paletti posizionati da questi ultimi. Mauro Saracino, invece, ha fatto un'opera di tutt'altro tipo, un'opera che, secondo noi, dovrebbe essere fatta più spesso se vogliamo che la letteratura di genere italiana riemerga dalle sue ceneri e da un appiattimento generale dato dalle poche e scopiazzate idee.
Il senso onirico, dettato dalla splendida e tetra ambientazione del libro, regala quel manto di mistero in più che fa terrorizzare e raggela il sangue nelle vene di chi legge, il vero terrore è questo. Un bosco, delle belve, confine tra realtà e immaginazione, sogno e tradizione, voglia di scappare e di restare, sono tutte contrapposizioni che rendono il vero terrore della storia, a tratti claustrofobica, a tratti agorafobica.
E' difficile inquadrare Ombre di ghiaccio, ripetiamo esce fuori dai cliché classici e crea quasi un “nuovo genere italiano”.
Per quanto riguarda i personaggi c'è da dire che lo scrittore è stato abile nel renderli veri, reali, il lettore può quasi toccarli con le proprie mani, sono eccellenti, nello sviluppo della storia. A sorprendere è, sopratutto, la loro psicologia, come uno stesso protagonista passi da “buono” a “cattivo” in una trasformazione caratteriale e comportamentale molto ben curata e non lasciata mai al caso grazie all'utilizzo saggio dei dialoghi e delle azioni, mai esagerate, mai campate in aria, sempre reali e "normali". Nessuno resta così com'è, tutto cambia, tutto evolve. Panta rei, sembra essere il motto dello scrittore.
Il finale è a sorpresa e inaspettato rispetto allo svolgimento della storia, cambia e si rimodella. Ognuno può dare una sua visione (e versione) di come concluderla.
Mauro Saracino in Ombre di ghiaccio ha, così, preso con prepotenza e meritatamente il titolo “Lovecraft italiano” o, se preferite, di “Lovecraft italianizzato” (non è un'offesa, ma un complimento anche se potrebbe sembrare il contrario).
Vi sembra un'esagerazione? Provate per credere e poi fateci sapere. Chi ci segue lo sa, non ci lasciamo prendere dai facili entusiasmi, anzi spesso i libri sono belli ma non ballano, Ombre di ghiaccio, invece, è bello eccome se balla!

Clicca qui e leggi la trama e note sull'autore

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