In tutto il meridione, e anche a Roma, c'è la tradizione natalizia della pasta lievitata fritta, con le nostre nonne intente a friggere per un giorno intero per arrivare puntuali alla cena della vigilia con vassoio pieni di fritti, la ricetta cambia di posto in posto così come il nome (pasta cresciuta, zeppole, zuppulelle, pettole e chi più ne ha più ne metta) e nel leccese si chiamano "pittule" appunto. La novità, almeno per noi, è aver incontrato sul lungumare di Torre Vado, tra Gallipoli e S.Maria di Leuca, un chiosco che sfornava cestini generosamente pieni di pittule e per appena 2,5 euro si poteva fare un pasto completo al gusto salato "acqua e sale", "pizzaiola", "peperoncino" (è possibile anche ordinare un mix di tutto), una esperienza meravigliosa e si poteva pure passare al dolce (dallo zucchero al caramello c'è veramente di tutto, nutella compresa, ma non abbiamo osato).
Rimanendo sul salato, le pittule si accompagnano egregiamente con una "Birrozza", birra di produzione locale, nelle varianti chiara e rossa che ci ha ricordato la nostrana "Na Biretta" prodotta a Ostia, due progetti paralleli di birra artigianale a km zero, prodotti che non possiamo non consigliarvi e dei quali vi lasciamo i link per un dovuto approfondimento:
Birrozza
http://it-it.facebook.com/pages/BIRROZZA/109921949090267?sk=info
http://www.lusciarabba.it/catalogo.asp?id=226
Na Biretta
http://www.nabiretta.it/