Che dire di William killed the radio star? Se vi dicessi semplicemente: è un libro che va letto vi basterebbe? Soddisferebbe la vostra sete di curiosità?
Immagino di no, ma il romanzo scritto da Pietro Gandolfi ed edito dalla Dunwich Edizioni è realisticamente un libro che va letto senza se e senza me e, ne siamo sicuri, se siete amanti di un horror duro, forte, senza mezzi termini, allora non potrete non amarlo, come l'ho amato io.
Gandolfi riesce appieno nell'intento di descrivere qualcosa di nuovo, di mai visto in Italia, quasi apre una strada nuova nel mondo dell'editoria di genere.
Il romanzo, infatti, oscilla tra le atmosfere macabre e tetre di Stephen King (Shining o Under the Dome, per fare un esempio) e le caratterizzazioni dei personaggi semplici, ma allo stesso tempo contorte e complete di Peter Straub (Nel cuore oscuro del male) e Robert Kirkman (The Walking Dead); tra l'aria di apocalittica rassegnazione alla Richard Matheson (Io sono leggenda), allo splatter più puro e macabro alla Paolo di Orazio e alla Richard Laymon, per arrivare, ultimo ma non ultimo, alla crudezza e crudeltà del linguaggio e del precipitare degli eventi alla Irvin Welsh dove le miserie umane vengono rappresentate nel modo più reale e trasparente.
Se questi paragoni vi sembrano un po' azzardati, allora, vi invitiamo a leggere William killed the radio star e a darci una vostra opinione. Sicuramente ci darete ragione.
Interessantissime sono, anche, le atmosfere ricreato dall'autore. Tutta (o quasi) la vicenda si svolge in una radio e, non lo nascondiamo, è agghiacciante il modo in cui i protagonisti vanno incontro alla loro fine senza minimamente aspettarsi ciò che accadrà, progettando un futuro che, in un modo o nell'altro, non si realizzerà mai.
Lo ammettiamo, e chi ci legge assiduamente sa il nostro pensiero, di solito diffidiamo dei romanzi scritti da autori italiani ambientati negli Stati Uniti, ma anche su questo Gandolfi ci ha profondamente colpiti e convinti della bontà del progetto. In realtà questa storia può essere ambientato in Italia, in Giappone o in Uruguay, alla fine il succo non cambia.
Ancora una volta, quindi, la Dunwich Edizioni fa centro e torna a regalarci il vero horror made in Italy. L'etichetta di Mauro Saracino, non ci stancheremo mai di dirlo, continua a essere un canto nel deserto e, soprattutto, dovrebbe avere maggior risonanza al pari di una grande casa editrice poiché, ormai, di vero horror in Italia sono rimasti davvero in pochi a produrlo e i tipi Dunwich sono tra questi.
In conclusione un Post Scriptum, se volete realmente vivere un'esperienza trascendentale con il romanzo di Pietro Gandolfi William killed the radio star, allora leggete il libro e ascoltate le canzoni che il protagonista, il DJ Jazz, mette su durante tutto la vicenda, non ve ne pentirete. Niente è lasciato al caso
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