Recessione-europa: uscita nel 2014?

Creato il 08 novembre 2012 da Alessandro @AleTrasforini

Ripresa ancora più lontana, stando a quanto presentato ieri dalla Commissione Europea: recessione più tiepida rispetto a quella di quest'anno nel 2013, per poi (forse) riparlare di crescita a partire dal 2014.  La crisi ed il rigore rischiano di trascinare nella burrasca, forse, un'altra 'illustre vittima': la Germania.  Stando a quanto riportato, infatti, le corse all'indietro dell'economia continentale finiranno per far rallentare fortemente anche quella tedesca: cosa può accadere infatti all'economia di un Paese che, come quello tedesco, continua a mantenere con l'Eurozona legami fortissimi? Per quanto concerne l'economia tedesca, infatti, i dati macroeconomici diffusi sono piuttosto eloquenti: scambi commerciali con l'area Euro contribuiscono al 40% del PIL interno, mentre gli investimenti diretti sono provenienti al 65% dall'Eurozona.  Servirà anche questo per contribuire ad evitare le linee di solo rigore imposte fino ad ora? Non a caso, forse, Mario Draghi ha sottolineato che "è importante anche per la Germania assicurare la stabilità dell'Eurozona, ne beneficerà anche lei." In mezzo alla tempesta, purtroppo, quali sono le previsioni per l'Italia? I dati che più interessano (e preoccupano) sono quelli che riguardano la variazione del PIL, il rapporto fra debito pubblico e PIL, gli indici di disoccupazione. A quanto ammonteranno nel prossimo 2013? Le stime attuali per l'anno che verrà non sono affatto confortanti:
  • Variazione PIL: negativa anche per il 2013, a fronte di contrazione prossima al -0,5% circa. Stime ufficiali precedenti (maggio 2012) avevano descritto una 'ripresa' fissata al +0,4;
  • Rapporto debito/PIL: tale rapporto diventerà ancora più preoccupante per il 2013, quando dovrebbe attestarsi ad un 127,5%. Stime ufficiali precedenti (maggio 2012) descrivevano un rapporto pari al 121,8%;
  • Disoccupazione: tale indice costituisce, più di ogni altro, la prova più schiacciante di quanto gli squilibri economico-finanziari di larga scala possano impattare sulle 'micro-economie' e sulle esistenze reali delle persone. Stime ufficiali attuali descrivono, per il 2013, una disoccupazione prossima a raggiungere un 11,5%. Le stime precedenti (maggio 2012) riferivano di stime pari al 9,7%: quasi due punti percentuali inferiori. 
Esistono altri rischi di peggioramento da tenere 'in conto'? Esistono (ed esisteranno) ancora penalizzazioni vincolate ad incertezza e condizioni creditizie difficili, capaci di compromettere su larga scala gli equilibri positivi previsti per il futuro 2014.  Stando alle attuali stime, infatti, la crescita del PIL per tale annualità dovrebbe attestarsi, seguendo le ultime stime, su indici prossimi allo 0,8%. Sarà possibile smentire o vedere realizzate al negativo queste previsioni? Non si rischia di innescare, quantomeno nel 'sistema-Italia', un circolo vizioso causato dalla contrazione dei bisogni, consumi e delle cifre dell'economia reale? Si attendono smentite dalla realtà.

Per saperne di più:
"L'Europa vede nero per l'Italia", M.Mongiello, L'Unità, 8-11-2012


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