Abbiamo preso atto di una posizione decente sulla Siria; abbiamo assistito alla indecente scelta dei candidati per la presidenza della Repubblica. Sto parlando dei “grillini”. Qualcuno, vedendo la rosa dei personaggi votati, ha parlato di film dell’orrore; io direi che siamo più vicini a “La cena dei cretini”. Mi sembra si possa cominciare a dire che, ancora una volta, questo blog rischia di avere ragione circa la sua diffidenza verso questi scriteriati. Se c’è qualche singolo personaggio di quella confusa ammucchiata (certo cospicua, come sempre quando un paese ha subito vent’anni di rimbecillimento di massa e di assenza di politica) con cui si possa parlare, si faccia notare e venga avanti. Non ci si illuda invece di stabilire contatti e avere incontri con gruppi di simili pasticcioni. Resto soprattutto allibito nel constatare che qualcuno ha abboccato all’amo del nome di Prodi. Sì, non è proprio un buon personaggio, si dice, ma almeno è andato in Cina e colloquia con quei dirigenti (combinando, fra l’altro, affari; non certo comunque per gli interessi strategici del nostro paese). Non so se incazzarmi o provare a perdonare, cristianamente pur non sentendomi cristiano, quanti hanno tirato fuori questa scusa pur di non ammettere il granchio preso votando e appoggiando un simile movimento di casinisti.
Già sapete che non credo tanto alla personalità dell’individuo che diventerà presdelarep quanto invece attribuisco importanza ai rapporti di forza tra i vari subdominanti italiani; e questi rapporti di forza non sono per nulla rassicuranti, anzi sono proprio da probabile disfacimento dell’Italia in pochissimi anni. Nemmeno mi sogno di dire che sarei più tranquillo con D’Alema, Amato, Bonino e altri “bei tomi” del genere. Tuttavia, ciò che mi rende esterrefatto è la scusa per preferire Prodi: ha rapporti con la Cina. Vi è forse “girato il boccino” o avete preso qualche sbornia? Non capisco veramente una simile sbandata.
Non solo Prodi è quello che ha cercato di svendere la SME a De Benedetti, fortunatamente bloccato da Craxi (il vero o presunto protettore di Berlusconi, che lo aiutò in quel frangente, se non ricordo male; la vicenda è lontana). In ogni caso, la sua presidenza all’IRI non è certo stata esaltante. Credo si possa dare per (quasi) sicura la sua partecipazione allo smantellamento dell’industria “pubblica” italiana; non importante in quanto pubblica, ma perché in essa stavano molti settori decisivi per una nostra minore dipendenza. Non sostengo che tale smantellamento fosse l’obiettivo principale dell’annientamento della prima Repubblica (tramite “mani pulite”) e del progetto della Confind. “agnelliana” (e di ambienti americani verso cui essa fu molto servizievole) mirante ad assegnare il governo ai rinnegati dell’ex Pci; contornati però da alcuni gruppi di rinnegati della Dc e del Psi, postisi in posizione subordinata ai “postcomunisti”. Certamente, però, lo smembramento dei settori “pubblici” dell’economia fu compito non secondario, eseguito a favore di quelli “privati” e dei politicanti messisi al loro servizio, fra i quali a me sembra spetti a Prodi un posto di rilievo. Si dice fosse anche sul Panfilo Britannia; non è però certo e nemmeno decisivo.
Bisognerebbe anche ricordare la vicenda Moro e il ruolo che costui vi svolse, per fortuna anche allora bloccato da Fanfani-Craxi (e altri) che depistarono le ricerche su “Gradoli” verso un antico borgo con questo nome. Il personaggio non replicò per dire che intendeva riferirsi a via Gradoli; una volta saltato fuori quel nome, del resto, non credo che i rapitori se ne stessero lì tranquilli ad aspettare “visite inopportune”. Forse se ne stette poi lui tranquillo; e forse sono stati altri ad inviare ai “carcerieri” la notizia (falsa) che fece precipitare la situazione più tardi. In ogni caso, l’uomo è specialmente infido. Quanto alle competenze economiche e al suo brillante cervello, meglio soprassedere.
Adesso è inutile insistere sulle qualità della persona, che – lo ripeto – sono assai meno decisive dei rapporti di forza. Ritengo inoltre abbastanza probabile che, nelle attuali “congiunture astrali”, Berlusconi abbia sufficiente forza per impedire l’ascesa al Colle di costui, mentre si dice che accetterebbe altri, tipo D’Alema e Amato, che non hanno nulla da invidiare al prof. bolognese quanto a meschinità e bassezza politica. Nessuno dei nomi usciti dai grillini è comunque gran che migliore degli altri; bisognerebbe ripetere il forse dimenticato gesto di Pazzaglia a “Quelli della notte”.
Più in generale, è ora di smetterla con il vedere il “meglio” (o meno peggio) dove c’è solo lotta tra dominanti, soprattutto portata ormai al livello di contrasti tra potenze. Certamente, in una situazione di multipolarismo imperfetto possiamo augurarci che si rafforzi la Cina o la Russia per frapporre maggiori ostacoli al predominio Usa. Quando, dopo l’agosto 2003 (incontro tra Putin e Berlusconi in Sardegna), su questo blog rilevammo la qualche positività della funzione svolta dall’allora premier italiano in merito all’accordo tra Eni e Gazprom (allora al 50% ognuna) con il progetto Southstream, ecc., non cademmo certo nella trappola di credere che costui fosse divenuto un campione dell’autonomia nazionale; e gli avvenimenti svoltisi negli ultimi anni, dopo il mutamento tattico-strategico statunitense, hanno ampiamente dimostrato che in effetti non lo era. Le stesse considerazioni valgono per Prodi.
Tanto più che certi “permessi” – concessi dagli Stati Uniti a determinati personaggi della servile politica italiana in relazione a contatti con altri paesi, loro possibili competitori – sono spesso funzionali a mantenere quei rapporti assai contorti e non facilmente decifrabili intercorrenti tra le diverse potenze in un’epoca di incipiente multipolarismo. Funzionale fu il cavaliere con la Russia – malgrado i riflettori fossero puntati sulla rivalità tra Southstream e Nabucco, in omaggio alla sempre vigente mascheratura attuata mediante l’invadente “splendore” degli interessi economici in gioco (nel mentre gli stessi che cadono in tale tranello accusano poi di determinismo economicistico i marxisti) – e funzionale potrebbe diventare Prodi con la Cina, se gli si concedesse di occupare la più alta carica istituzionale in Italia.
In ogni caso, rilevo il sempre vigente “affetto” nutrito dagli italiani nel voler servire qualcuno. Nell’attuale configurazione dei rapporti di forza a livello internazionale – gli Usa sono ancora nettamente al primo posto – e tenuto conto della nostra collocazione geografica e politica in tale configurazione, la maggioranza degli italiani si sente “unita” alle sorti della potenza preminente. Chi si sente contrario a simile sentimento, chi vorrebbe vedere ridotta la forza “imperiale” del paese con bandiera a stelle e strisce, si pone in posizione subalterna ai competitori di quest’ultimo; chiude allora gli occhi sul fatto che si tratta di paesi (e di personaggi politici che li rappresentano) della stessa specie di quello oggi predominante. Per scopi particolari, e in congiunture specifiche – tipo appunto quella avviata con gli accordi Eni-Gazprom, ormai ampiamente ridimensionati almeno da parte italiana – è anche lecito comportarsi similmente; basta però non accreditare alcun paese come portatore di una “nuova società”. Nessun servitore italiano di qualcuno d’essi, e per propri interessi personali, va quindi ritenuto un agente di processi indirizzati all’indipendenza nazionale.
Dirò di più. Quarant’anni fa, fui contro l’intelligente (considerata però nemica) tattica di Kissinger-Nixon volta a dividere viepiù Cina e Urss. Nonostante la contrarietà per tale fatto, fui comunque con la prima e contro la seconda per motivi di pura lotta politico-ideologica: non ritenevo finita la prospettiva di una rigenerazione del processo rivoluzionario teso alla transizione al socialismo, e la individuavo nel maoismo pur con tutti i suoi palesi difetti. Oggi, considero esaurita (e da decenni) quella prospettiva – e ritengo trogloditi coloro che ancora vi credono per pura fede – e dunque vedo con sospetto i nuovi tentativi degli Stati Uniti di ripercorrere la strada della divisione tra i due paesi loro competitori. E questa volta, attenendomi esclusivamente alla congiuntura di tendenziale lotta multipolare, considero più positivamente la Russia rispetto alla Cina in merito al loro oggettivo contrasto con la preponderanza statunitense. Di conseguenza, ritenevo minimamente positiva l’azione del “servo” Berlusconi iniziata nel 2003 e finita già da almeno tre anni; riterrei meno positiva quella del “servo” Prodi in direzione della Cina nella fase attuale.
Ripeto: nulla di fondamentale e decisivo per quanto concerne i diversi personaggi candidati alla presidenza, data la subalternità totale dell’Italia. Tuttavia, mettersi – anche solo per “forza maggiore”, per credenza nel “male minore” – in posizione di benevolenza verso un uomo così disgustoso come Prodi è un vero insulto alla semplice intelligenza. Quindi, se i “grillini” appoggiassero simile personaggio come presdelarep, li valuterei molto negativamente; e avrei nette perplessità nei confronti di chi non volesse ammettere il suo errore nel votarli e continuasse a puntare su questi intriganti. Quanto appena sostenuto vale ovviamente nel caso che i “grillini” votino Prodi quale presdelarep; altrimenti il mio discorso avrebbe senso in generale ma non per loro (non almeno in questo frangente).
Prepariamoci comunque a veder eletto qualcuno di forse ancor peggiore del presidente uscente, di sicuro non migliore. Non credo Prodi, ma certamente nulla di meglio. Lo stesso Berlusconi si sta comportando come uno che ha già avuto buone rassicurazioni d’oltreatlantico; e sarà dunque “molto ragionevole” (escluso il bolognese). Siamo circondati da “destra” e “sinistra”. Qualcuno (dei “cretini di sinistra”) digrigna i denti, soffre, perché è ancora preda del virus dell’antiberlusconismo, quello che ha ridotto il paese all’immensa cloaca che è. Nel bel libro di Mary Shelley, quando muore Frankestein cessa di esistere subito dopo la sua Creatura. Qui, invece, morirà il paese. Cominciamo ad allestire la veglia funebre.
PS. Chiamiamo, ironicamente, gli Immortali coloro che continuano a rifiutare di uscire di scena e cercano solo di trovare dei replicanti per poter continuare a gestire l’Italia come negli ultimi vent’anni; naturalmente cambiando – ma gattopardescamente – i metodi di tale gestione e dedicandosi con ancora maggiore vigoria rispetto al passato a fare del nostro paese un semplice Protettorato degli Stati Uniti. Se potessero agire senza nessun disturbo, se potessero tenere a freno i nanetti, piccoli piccoli ma assai ambiziosi, di cui sono ricche le loro fila, credo che gli Immortali perseguirebbero il seguente progetto.
Convincere Napolitano alla rielezione, o almeno trovare la scusa per protrarre la sua presidenza (e non è che non ci abbiano provato; troppe e circostanziate sono state le voci a tal proposito). Nel primo caso (rielezione), sarebbe stato poi necessario costringerlo a dimettersi (magari per ragioni d’età e di salute) fra un annetto circa. Nel frattempo, però, ci sarebbe stato bisogno di trovare un governicchio per questo annetto (ecco l’insistenza, anche di un Renzi, in merito al sedicente “governissimo” Pd-Pdl). A quel punto, l’operazione del sindaco fiorentino sarebbe stata pronta e cotta a dovere. Sarebbe stato eletto presdelarep Berlusconi (leggete l’editoriale odierno di Sallusti sul Giornale e troverete materia per meditare su tale prospettiva e i suoi risultati). Renzi sarebbe entrato a gamba tesa (ancora più tesa di adesso) nello scontro interno al Pd e ne sarebbe infine uscito, mettendo in piedi un movimento che avrebbe carpito la maggioranza dei voti del Pdl, avrebbe assorbito pressoché del tutto il centro Monti-Casini, ecc. e avrebbe avuto dalla sua, io credo, non meno del 40% dell’elettorato Pd. A questo punto si sarebbero tenute certo nuove elezioni con Renzi mattatore e nuovo premier.
Mi permetto di dubitare che il “movimento delle stelle” avrebbe veramente imbrigliato una simile operazione e il suo risultato finale. L’Italia sarebbe stata conciata a dovere; e perfino una buona parte del “poppolo” avrebbe trovato soddisfacente la soluzione finale. In realtà, ciò che imbriglia simili “voluttà”, nemmeno troppo nascoste, non è Grillo, ma l’esistenza di una quantità di galli nei pollai, ma soprattutto in quello del Pd (nel Pdl ci sono galletti spennacchiati). E poi c’è la crisi – non tanto la finanziaria, bensì quella reale (produttiva), di ben scarsa manovrabilità – che farà vedere i famosi sorci verdi agli Immortali. Questo sembra al momento salvarci, ma solo da questa prospettiva, non da altre che non saranno per nulla migliori!