I.le trombe dell’Apocalisse
di mezzo ci vanno il furore giustizialista e retrograda della paranoia becera post-11 settembre e, di conseguenza, la vena di bigottismo, ignoranza e conservatorismo che è ricominciata a scorrere tra gli americani negli ultimi concitati dieci anni. il regista non guarda in faccia nessuno, sia questo il fascismo sotteso delle autorità oppure il fondamentalismo religioso diffuso nel paese, e va avanti per la sua strada: falcia sia ‘buoni’ che ‘cattivi’- sotterrando sotto vagonate di merda e cinismo il manicheismo da operetta morale cui il cinema ci ha abituato. la speranza è morta, è questo che ci sta dicendo, e la abbiamo ammazzata noi. gioca con gli stilemi come un pagliaccio suonato, curvando maldestramente a ogni curva, eppure- ciascuna volta- centra in pieno l’obiettivo, che è quello di spiazzare e, al contempo, far ragionare: la libertà di pensare e agire con la propria testa sembra diventato uno sport (un hobby, se vogliamo) pericoloso ed esclusivissimo nell’America del ventunesimo secolo. è un’opera nichilista, cattiva e incredibilmente lucida, che non risparmia nessuno. neppure lo spettatore. è un’opera piccola così, ma ha cose davvero interessanti da dire.
titolo originale: Red Stateun film di Kevin Smith2011