Redacted

Creato il 05 ottobre 2010 da Olineg
Le guerre riempiono i libri di Storia. Ma c’è qualcosa che la cronologia delle battaglie, le cronache militari, i resoconti politici, non restituiscono; quello è il compito della narrazione. Ogni guerra genera una produzione letteraria, e quindi cinematografica. Eppure le espressioni “storia di guerra” e “film di guerra” non evocano le stesse immagini: un storia di guerra può essere una racconto di miseria, di borsa nera, di radiogiornali, di rifugi antibombardamento, di giovani che si ostinano a innamorarsi nonostante il presente nero, mentre il film di guerra è sempre militare, o almeno è quello che ci si attende dall’etichetta. In passato, il film militare, è stato il film di genere per eccellenza, puro intrattenimento, e specie per Hollywood è stato il pulpito perfetto per impartire quel mito patriottistico tanto caro ai repubblicani. Poi qualcosa è cambiato, innanzitutto fuori dalla sala cinematografica; c’è stata la guerra in Vietnam, la contestazione, la rivoluzione culturale, e anche il film militare si è ribellato, con i Viet-Movies nasce un filone di film di guerra “contro natura”, la battaglia diventa non più il luogo dell’eroismo, ma della miseria umana, lo sprezzo del pericolo lascia il posto all’orrore della violenza, l’amor di patria all’incubo della morte. Uno dei protagonisti di quella stagione, Brian de Palma (“Ciao America!” 1968, e poi sempre sul Vietnam “Vittime di Guerra”, 1989), è tornato in divisa tre anni fa per “Redacted”, ambientato nel Vietnam moderno, ovvero l’Iraq, con riferimenti al vicino Afganistan. Il pretesto narrativo all’inizio del film, appare a chi vi scrive -scusate il gioco di parole- un po’ troppo pretestuoso: il soldato Salazar decide di filmare la sua vita e quella dei commilitoni, per poter accedere, a missione finita, alla scuola di cinema. Ma non è quello di Salazar l’unico “meta-obbiettivo”, alcune sequenze sono, nella finzione del film, catturate dalle telecamere di sicurezza della base militare, altre scene sono spezzoni di telegiornale della fantomatica Atv, e ancora ci sono videochat e un sito simile a Youtube. Le transizioni* sono pacchiane e spixelate, per richiamare i montaggi amatoriali. Non è una scelta casuale questa di De Palma, ma non tutto il film è sottoposto a tale artificio; nella prima parte c’è una lunga sequenza in cui vengono mostrate le regole di ingaggio di un posto di blocco americano. Dopo aver tratteggiato la noia del deserto iracheno, e dopo aver annusato l’odore della paura, la sceneggiatura di De Palma si concentra su una tragedia, un delitto ispirato a un fatto realmente accaduto: “Ho letto un episodio della guerra in Iraq in cui i membri di un plotone dell’esercito USA erano stati accusati di aver stuprato una ragazza di 14 anni e di aver massacrato la sua famiglia, sparando in faccia alla vittima e dando fuoco al suo corpo. Com’era possibile che questi ragazzi si fossero spinti tanto in là? Cercando le risposte a questa domanda, ho letto blog di soldati e libri. Ho guardato i video di guerra artigianali realizzati dai militari, ho navigato nei loro siti e ho esaminato i loro post su YouTube. Era tutto a disposizione e tutto su video”. In questa dichiarazione dell’autore si ritrova la genesi di quella particolare regia a cui sopra si è accennato, e che è valsa a De Palma il riconoscimento alla 64a Mostra di Venezia. “Redacted” è un film di raro coraggio creativo e la cui importanza artistica e storica sarà chiara solo nelle future generazioni, quelle che apprenderanno il conflitto iracheno come la mia generazione ha appreso la guerra in Vietnam, ovvero attraverso il Cinema.

* Per i non avvezzi allo slang da filmaker: con “transizione” si indica l’effetto che può accompagnare lo stacco da un’inquadratura all’altra, spesso viene posta alla fine di una scena per suggerirne la chiusura e l’indipendenza rispetto alla scena successiva. La transizione più comune è la dissolvenza in nero.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :