Redde rationem

Creato il 14 luglio 2011 da Patuasia


Il sistema basato su una banca centrale che emette valuta a debito si conferma una truffa, simile alla catena di Sant’Antonio, insostenibile nel lungo periodo, se non supportata da una crescita dei partecipanti o della loro quota di partecipazione. Ma la crescita della quota volontaria è impedita dai limiti strutturali all’aumento del Pil e il numero dei partecipanti, pur decisamente incrementato dallo sviluppo dei BRIC, non basta ad alimentare l’ammontare spaventoso del servizio del debito occidentale. Rimane solo un’ipotesi: la crescita forzosa della quota di partecipazione, via un aumento delle tasse o una riduzione delle prestazioni fornite dallo Stato. E’ argomento che meriterebbe ben altro sviluppo. Concentriamoci per ora sulla verde Vallée. Assisteremo a una netta diminuzione dei trasferimenti alla Regione (viene servito prima lo squalo più grosso) e a un’insofferenza crescente per la locupletazione delle risorse pubbliche, sempre più scarse, nonché per la loro ineguale distribuzione (lo squalo piccolo – vedi pirogassificatore, metro o turbine cinesi – è restio a ridurre il suo pasto). Se, come pare probabile, tra il secondo semestre 2011 e la fine del 2012 il sistema crollerà, le elezioni del 2013, voti comprati o meno, ‘Ndrangheta o non ‘Ndrangheta,  segneranno la fine del periodo iniziato nel 1981 con il riparto fiscale. Coincideranno anche con la più grave crisi in tempo di pace mai conosciuta (crollo del mercato immobiliare, contrazione degli scambi, disoccupazione alle stelle) e quindi con un clima in cui persino la magistratura valdostana, udite udite, potrebbe riscoprire il titolo II del secondo libro del c.p. Prepariamoci: nel 1946, troppi la fecero franca. Non commettiamo due volte lo stesso errore.