Il Fisco entra in una fase calda e impegnativa sotto la spinta dell’ormai ex-Governo Monti, e a regime dovrebbe eseguire circa 40 mila controlli all’anno, nei confronti di una parte degli oltre 41,5 milioni di contribuenti italiani.
Col nuovo Redditometro in oltre cento voci saranno prese in considerazione sette categorie di spesa del contribuente: Abitazione, investimenti, mezzi di trasporto, istruzione, assicurazioni e previdenza, attività sportive e cure della persona, altre spese.
Saranno poi undici le tipologie di famiglie, dai single con o senza figli, alle famiglie con molti figli, dagli under 35 agli over 65.
Insomma, potenzialmente, un controllo non si nega a nessuno.
Lo scostamento previsto – che non dovrebbe dar luogo a controlli – tra i redditi dichiarati e le spese sostenute, sarà all’incirca di 12 mila euro l’anno.
I tecnicismi su come questo strumento verrà applicato sono tutti da verificare ma forse meno interessanti di altri aspetti. Sarà sicuramente più interessante verificare “l’indirizzo politico e sociale” che si darà a questo strumento. É da ciò che capiremo se nel nostro Paese i sacrifici e il rispetto delle regole viene richiesto sempre e solo alle categorie più deboli e che, pur volendolo, non hanno la facoltà di eludere o illudere il Fisco.
Il Redditrometro rimane in ogni caso uno strumento potenzialmente depressivo – i consumi poco o tanto verranno ridotti – per l’economia italiana, già in recessione e senza prospettive di crescita a breve e forse medio termine.
nanni