Origine: UK, USA
Anno: 2013
Durata: 100'
La trama (con parole mie): Joey, un ex membro dei corpi speciali in preda ai sensi di colpa e al disturbo da stress post-traumatico a seguito delle sue azioni in Afganisthan, vive nelle zone più malfamate di Londra come un senzatetto, dedicandosi solo ed esclusivamente all'alcool.Quando con una giovane amica viene assalito da due piccoli criminali ed è costretto alla fuga trovando rifugio nella casa vuota per qualche mese di un fotografo, qualcosa in lui scatta: rimessosi in forma e liberata la mente, infatti, Joey decide di lavorare per la Triade cinese mettendo da parte abbastanza soldi per assicurare un futuro alla figlia abbandonata anni prima e regalare almeno un pò di pace ai derelitti ospiti della missione curata dalla suora Cristina, una ragazza di origini polacche che avrebbe voluto fare la ballerina.Una volta venuto a sapere che l'amica che era con lui la notte della sua "rinascita" è stata uccisa mentre si prostituiva, un altro obiettivo si aggiunge alla lista dell'uomo: trovare il responsabile e punirlo come solo Jason Statham potrebbe.
Di Steven Knight, onestissimo mestierante non più giovane da poco dedicatosi alla carriera di "solista" dietro la macchina da presa, si è fatto di recente un gran parlare per l'attesissimo Locke con protagonista Tom Hardy passato fuori concorso a Venezia, e qui al Saloon le aspettative in merito sono cresciute con la scoperta della realizzazione, quasi in stereo rispetto al titolo appena citato, di questo Redemption che conta come volto principale su uno dei fordiani ad honorem più amati da queste parti, Jason Statham.Il risultato ha portato senza dubbio una visione più che dignitosa, tesa e gradevole quanto basta per un film che è effettivamente action ma che, dalla confezione - ottima la fotografia in pieno stile Refn - ai contenuti, mostra di avere ambizioni più autoriali decisamente poco spocchiose e sicuramente ben riposte nel buon, vecchio Steven: ma senza soffermarsi troppo sullo spessore decisamente più importante rispetto ai prodotti tamarri cui il granitico Jason ci ha abituati - del resto, quando c'è gente come lui in ballo, finisce per passare comunque in secondo piano -, posso dire che Redemption è stato in grado di regalarmi una serie di perle stathamiane non indifferenti fin dalle prime sequenze.Si parte, infatti, con un flashback dei tempi della guerra in cui possiamo notare il Nostro completamente rasato in tenuta da killer fatto e finito - tanto da apparire uscito da videogiochi come Call of duty - per venire catapultati al presente "di crisi" del protagonista, presentato nella insolita veste di tossico ubriaco picchiato da due mezze tacche nonchè impresentabile a causa di una chioma decisamente poco fluente e parecchio unta, roba da fare accapponare la pelle di tutte le fan dell'Expendable.Ma è soltanto l'inizio: perchè pronti via, ed il tempo di schiarirsi le idee, tagliarsi l'improbabile cavellata e rimettersi in forma, e Jason pare pronto a sfoderare il meglio del suo repertorio a partire da un pestaggio da manuale di un gruppetto di tifosi un pò troppo ubriachi gentilmente accompagnati fuori dal ristorante cinese in cui il protagonista ha iniziato la carriera dal basso - per usare un eufemismo -.Da questo momento i fan hardcore dell'unico, vero action hero di questo nuovo millennio troveranno pane per i loro denti, e tra un lavoretto e l'altro svolto per la Triade ci sarà tempo sia per il già evidenziato approfondimento emotivo del protagonista, che per un'impresa che neppure Sly e soci avrebbero potuto pensare come realizzabile: perchè oltre a fingersi un presunto fidanzato gay del fotografo di cui ha occupato l'abitazione seducendo comunque la vicina di casa - indimenticabile il siparietto nel parcheggio -, il coriaceo Statham, questa volta, centra il bersaglio grosso portando decisamente lontano dalla buona condotta e nientemeno che dal Grande Capo la suora Cristina, che l'antieroe di Redemption non esita a scopare felicemente.Perfino io, vecchio cowboy di Frontiera, non mi sarei aspettato tanto.E proprio quando si pensa di aver raggiunto l'apice, ecco che l'erede dei vari Willis, Stallone e Schwarzenegger regala l'ennesima perla nel momento del confronto decisivo con l'assassino della sua giovane amica, con un'uccisione degna degli annali del genere.Dovendo considerare di dedicarsi ad una visione made in Stathamlandia, non si potrebbe dunque chiedere niente di meglio.E teniamo d'occhio Steven Knight, perchè questo vecchio ragazzaccio ha sicuramente in serbo altre sorprese per noi amanti del Cinema old school.
MrFord
"I don't know if it's me or just the sign of the times
but I want a better life than the one I've been livin'
ain't no one says that you can't change who you are
ain't no law says you gotta take what you're givin'."Pat Benatar - "Every time I fall back" -