Una sera per fuggire a dei balordi Joey forza la finestra di un appartamento e scopre che è di un tizio che tornerà di lì a qualche mese. Si appropria dell'appartamento, gli ruba anche del denaro per mettersi un po' a posto e comincia a lavorare come lavapiatti in un ristorante affiliato alla mafia cinese.
Si accorgono delle sue qualità e comincia a far carriera nella gang cinese , fa un sacco di soldi ed evolve anche il suo rapporto con suor Cristina.
Ma non è quello che cerca .
La catarsi , la redenzione non passa per il lavoro che ha....
Redemption è l'esordio alla regia di Steven Knight, già sceneggiatore di uno dei migliori Cronenberg degli ultimi anni, La promessa dell'assassino, prima di Locke, film che lo ha fatto notare in quel di Venezia nell'edizione del 2013.
Sullo sfondo di una Londra marcia, livida e oscura si dipana la storia di due solitudini che si infrangono l'una sull'altra.
Da una parte Joey che ha un armadio pieno di scheletri grossi così che gli provocano inestricabili crisi di coscienza, dall'altra c'è suor Cristina, una giovane suora a cui la conoscenza con Joey fa venire sempre più dubbi sulla propria vocazione religiosa.
Redemption è un film denso di tematiche importanti ( la ricerca delle propria identità, il senso di giustizia, il bisogno assoluto di redimersi ) in cui Statham si trova di fronte senza dubbio al personaggio più difficile e sfaccettato mai interpretato nella sua carriera che ormai conta numerosi film.
E come se la cava Giasonuccio nostro?
Del resto è fatto anche fisicamente per essere uno spaccaculi, magari con un accenno di sorriso a increspargli le labbra, ecco credo che a chi ci vuole bene ( e io ci voglio un sacco di bene a Giasonuccio) piaccia soprattutto perché mena come un fabbro e se ne infischia di dare troppe sfumature ai suoi personaggi.
Qui accade il contrario: di spaccare culi neanche l'ombra ( tranne una bella rissa davanti al ristorante cinese) e lui si trova a interpretare un personaggio intenso e aperto ad un ampia gamma di emozioni.
Forse addirittura un po' troppe per le sue doti attoriali.
Si vede che Steven Knight pretende tanto da lui e lui, poverino, cerca di dargli tutto quello che ha.
Ma se quando è semplicemente un taciturno homeless sempre con la testa bassa o fa il picchiatore per la mafia cinese, la cosa gli riesce bene, nel finale in cui è costretto a esibirsi in scene drammaturgicamente molto più intense ( anche scene di pianto, con quelle lacrime che neanche con la forza gli vengono estorte dai canali lacrimali ) la situazione precipita a un millimetro dal baratro del ridicolo e del grottesco.
Giasonuccio nostro non è fatto per piangere in scena, un po' come il Clint dei bei tempi.
Ma ciò non deve distogliere dal valore che comunque ha Redemption che nelle mani di uno sceneggiatore rozzo e involuto sarebbe diventato la solita storia di un giustiziere solitario, Steven Knight invece si dimostra poco interessato alle dinamiche action ma molto più incline a raccontare l'evoluzione dei due protagonisti e soprattutto a colorare di tonalità quasi dark un sottobosco londinese in cui le attività criminose fioriscono a dispetto di una polizia distratta e perlopiù assente.
In tutto questo bailamme Joey rinuncia a una vita confortevole proprio perché aspira a redimersi dalle colpe che gli hanno causato tanto dolore.
E vendicare l'omicidio di una prostituta è il modo migliore per redimersi.
Dall'altra parte una suora che è un po' la sua cartina di tornasole.
Anche lei in cerca di qualcosa si rifugia nella religione e nel volontariato ma Joey la fa dubitare di tutto questo.
Ecco entrambi troverebbero l'uno nell'altra un qualcosa che non hanno mai provato prima.
Eppure il loro bisogno di redenzione assegna loro un altro destino....
PERCHE'SI : Knight si dimostra ancora una volta sceneggiatore di razza, una Londra livida e oscura come raramente se ne vedono al cinema, film denso emotivamente
PERCHE' NO : Statham fa vedere tutti i suoi limiti di attore, poca azione
( VOTO : 7 / 10 )