Quindi, se qualcuno si sente ispirato, non si faccia scrupolo di usare questo spunto. Magari facendomi avere il risultato, ché fa sempre piacere leggere cose altrui.
Faccio una doverosa premessa: con la scusa di documentarmi su Jonathan Rhys Meyers (cosa che poi al limite dovrebbe fare il mio disegnatore), sono caduta nel tremendo gorgo della serie TV I Tudor. Se la prima serie era una lunga e imbarazzante serie di scopate (soprattutto la prima puntata, pareva un porno soft), nella seconda il sesso è stato un po' messo da parte a favore della violenza: i boia diventano figure immancabili, fino alla farsa del boia di Calais, chiamato per Anna Bolena e arrivato con un giorno di ritardo perché gli si è azzoppato il cavallo. Com'è probabilmente verosimile, i boia vengono rappresentati come persone che fanno un lavoro sgradevole e cercano di farlo con coscienza, né più né meno che un macellaio. Il motivo per cui fanno quel lavoro e non un altro è presto detto: se sei bravo (come il famoso boia di Calais), ti pagano bene e "vivi nell'agiatezza".
Quindi il boia avrebbe potuto essere addirittura un mestiere ambito, se non fosse stato socialmente riprovevole. Però i boia avranno pur avuto delle famiglie: chi sposava un boia? Una qualsiasi, perché tanto pecunia non olet, o una che non trovava altri buoni partiti?
Io sono partita dal presupposto che per un boia sposarsi "bene" non fosse tanto facile, per via delle convenzioni sociali. E ho pensato a una coppia che potrebbe essere protagonista di una serie di gialli classici, tipo quelli di Fratello Cadfael.
Lui, un boia di una cittadina abbastanza tranquilla: qualche ladro da impiccare ogni tanto, briganti, omicidi, niente di che. Un uomo forte, di aspetto piacevole, mite e per niente compiaciuto del proprio lavoro. Uno che ci è capitato per caso, come mio nonno che è finito a lavorare nei macelli pur essendo il figlio di un ciabattino, oppure per tradizione di famiglia: non importa più di tanto. Uno che magari studia di nascosto anatomia e/o testi medici per capire come svolgere meglio il proprio lavoro (ricordiamo che all'epoca il boia sovrintendeva anche alla tortura).
Lei, una bisbetica non troppo domata. Figlia di un mercante i cui magazzini sono andati in fumo, era troppo povera e troppo linguacciuta perché qualche borghese la sposasse. Quando l'ha chiesta in sposa il boia, la famiglia ha accettato perché quello era il partito migliore a cui lei potesse aspirare. È intelligente, è istruita (ha potuto studiare quando il padre era ancora ricco), è curiosa come si addice ai migliori detective. Ha partorito due gemelli al primo colpo, ma poi non è più riuscita ad avere figli: la cosa non l'affligge per niente, perché sua madre e una sorella sono morte di parto e lei ne è terrorizzata. Chiede spesso consiglio alla nonna, che fa la levatrice, ha uno spirito non molto diverso dal suo e il piglio dell'avventuriera (ha avuto 3 mariti, ognuno con un mestiere più esotico del precedente).
La coppia funziona bene: lei si è inaspettatamente innamorata di quel marito così impresentabile, lui ama anche i suoi molti difetti caratteriali. Lui spesso le confida i dettagli dei casi su cui dovrà "intervenire", lei coglie e sottolinea le incongruenze, gli instilla dubbi. Dal dubbio nascono le indagini, ripeto, da giallo classico.
Se dovessi scegliere un'epoca in cui ambientare questa storia, direi o 1300 o metà 1500: entrambe sono epoche in cui l'incertezza politica e religiosa ha causato un aumento della criminalità, vera o presunta.
Se dovessi scegliere un luogo in cui ambientare questa storia, penserei o alla Lombardia o alle Fiandre, ma io probabilmente sceglierei la Lombardia perché ho più possibilità di documentarmi e perché dopotutto sono laureata in Arte Lombarda.
Però ormai questa storia non è più mia, diventa vostra. Eccola qui, per chi la volesse usare.
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