Omar Bianchera, l’autotrasportatore mantovano 45 enne, autore di una strage nell’aprile del 2010, avrebbe dovuto scontare una pena a 20 anni di carcere più altri cinque nella struttura sanitaria, per aver ammazzato l’ex moglie e due conoscenti con i quali aveva avuto degli screzi.
Teatro della strage fu il piccolo centro di Volta Mantovana, paese di origine dell’uomo, che dopo il fallimento del piccolo autosalone che gestiva assieme al padre, si era riciclato come autotrasportatore.
La miccia che diede fuoco un anno e mezzo fa alla sua giornata di ordinaria follia fu la decisione del tribunale di assegnare la casa nella quale avevano vissuto insieme alla ex moglie Daniela Gardoni, 38 anni, che fu la prima a cadere sotto i colpi di Pistola del Bianchera.
Un omicidio annunciato: l’uomo aveva rivolto parecchie minacce all’ex moglie e aveva anche detto a un amico che, prima o poi, l’avrebbe uccisa.
Il 25 aprile del 2010, recatosi di prima di mattina davanti alla casa della donna, attese un paio d’ore prima di esplodere alcuni colpi contro le finestre.
Colpita, la Gardono riuscì a percorrere con la sua auto poche centinaia di metri, prima di finire contro un muro. L’ex marito, che l’inseguiva, scese dalla sua vettura e la freddò con due colpi di pistola senza dire nulla.
La sua furia omicida si abbattè poi su una sua lontana parente, Maria Bianchera, 71 anni, con la quale aveva avuto screzi a proposito dei confini delle abitazioni, uccisa con cinque colpi di pistola e su Walter Platti, 35 anni, figlio della vittima predestinata Luigi, al quale l’omicida aveva affitatto alcuni locali in cui era stata aperta una birreria.
Walter Platti, che stava partendo per una gita in auto con la moglie e i due bambini, si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato. Bianchera fece scendere dalla macchina la donna e i bambini e poi fece fuoco.
Dopo la strage Omar Bianchera si diede alla fuga, a tradirlo una telefonata a un’amica olandese nel quale fece il none di Anfo, comune della Valsabbia, dove fu arrestato dai carabinieri.
La sentenza di condanna era stata emessa solo due settimane fa: il pluriomicida, già detenuto nell’Opg reggiano, era stato dichiarato seminfermo di mente. Il pubblico ministero aveva invece chiesto l’ergastolo. Bianchera aveva assistito impassibile alla lettura.
Antonio Murzio