Reggio: la formazione partecipata del museo della ndrangheta

Creato il 09 marzo 2011 da Stefanoperri
di Stefano Perri, da www.strill.it - Museo della ndrangheta e Atam insieme per sensibilizzare la scuola e l’universo giovanile sul tema della lotta alla ndranhgeta. Con la conferenza tenutasi proprio all’interno della sua sede, il Museo avvia oggi la sua terza fase operativa con l’attivazione del progetto di “Formazione Partecipata”. Si tratta di un processo di costruzione condivisa dei percorsi conoscitivi sulla ndrangheta attraverso un ciclo di laboratori con studenti di scuole provenienti da diverse Regioni. E per farlo si avvale della collaborazione dell’Atam, che attraverso l’impegno del suo Presidente Demi Arena mette a disposizione i suoi mezzi per l’accompagnamento degli studenti. Il periodo di formazione avrà inizio la settimana prossima, precisamente il 16 di marzo, con la visita di una scolaresca di Padova ed un seminario tenuto dal Procuratore aggiunto Michele Prestipino, e andrà avanti quotidianamente per tutto l’anno con le visite guidate delle scuole provenienti da ogni parte d’Italia, Reggio compresa. Si avvia cosi il protocollo d’intesa siglato tra il Museo e l’Atam siglato nel mese di maggio dello scorso anno che prevede tra l’altro anche la realizzazione di un punto informativo interamente dedicato alle iniziative del Museo della ndrangheta. Questa terza fase operativa segue le intese istituzionali con gli Enti pubblici, le scuole, le Università e le altre Associazioni con l’obiettivo di costruire un ampia piattaforma progettuale condivisa. “Abbiamo coinvolto le scuole – dichiara l’ideatore del Museo Claudio La Camera –  perché crediamo nell’immenso valore formativo che possono offrire i percorsi conoscitivi sul tema della ndrangheta. Le visite guidate si trasformeranno in una sorta di laboratorio della democrazia partecipata. L’idea è quella di costruire uno spazio di dialogo e approfondimento critico in cui gli studenti possono costruire il proprio percorso conoscitivo”.  I lavoratori affronteranno le tematiche del racket, dei sequestri di persona, della criminalità ambientale e dei canti di mafia. Il feedback dei partecipanti, strumento essenziale per la condivisione, sarà rappresentato con delle produzioni multimediali.
“Il Museo – continua La Camera – deve essere voluto dalla gente, permeato con le esigenze del territorio, e costruito dagli stessi cittadini. E’ un obbiettivo fondamentale della nostra esperienza e per questo ringraziamo l’Atam per l’importante collaborazione offertaci”. Ma il supporto del Trasporto Pubblico non è solamente logistico e non si ferma al mero trasferimento degli studenti dal centro città al Museo. “Il bus è un mezzo di comunicazione straordinaria – dichiara il Presidente Demi Arena – e noi vogliamo sfruttarne al massimo tutto il potenziale. Abbiamo già iniziato a lanciare dei messaggi contro la ndrangheta utilizzando gli spazi esterni dei bus. Ma come già è avvenuto in passato in occasione di altre manifestazioni contro la ndrangheta, continueremo a mettere a disposizione i nostri bus per amplificare le iniziative positive che si sviluppano in città. Ad esempio si potrebbero proiettare all’interno dei mezzi i video sulla ndrangheta realizzati dagli studenti durante il progetto. Inoltre i nostri bus saranno presenti alle iniziative organizzate e potranno diventare dei luoghi da sfruttare come spazio sociale condiviso. L’Azienda dunque è a completa disposizione delle associazioni e da questo punto di vista a mio parere sarebbe necessario un coordinamento di tutte le realtà che si oppongono alla ndrangheta con l’obiettivo di lanciare un messaggio di maggiore coesione e forza”. “Ci teniamo a precisare – conclude poi La Camera – che il progetto è ancora in progress. Ben vengano dunque le idee o le proposte di tutti i soggetti cittadini che hanno a cuore l’obiettivo comune della lotta alla ndrangheta, in primis in ambito culturale. Il fine che perseguiamo è lo sganciamento dei cittadini da una condizione permanente di sudditanza. Sicuramente anche attraverso iniziative come questa si può contribuire a far crescere la comunità, a partire dagli studenti”.

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