Regionali 2015 & Social

Creato il 01 giugno 2015 da Pedroelrey

Dall’analisi dei tempi di parola, in ter­mini di pre­senza di par­titi poli­tici e isti­tu­zioni durante i tele­gior­nali nazio­nali, emerge un forte sbi­lan­cia­mento sfa­vo­re­vole in par­ti­co­lare a Lega e M5S, e l’astensionismo aumenta di circa dieci punti percentuali.

Per que­sto abbiamo pro­vato a map­pare la pre­senza sui social dei prin­ci­pali can­di­dati, i primi tre per voti otte­nuti, e l’interesse nell’ultima set­ti­mana per que­ste regionali.

Com­ples­si­va­mente vi sono stati oltre 74mila tweet rela­ti­va­mente alle regio­nali, di que­sti circa 50mila [49.300] si sono con­cen­trati su #regionali2015 e #mara­to­na­re­gio­nali. Come mostra il gra­fico sot­to­stante il picco d’interesse si è avuto a seggi chiusi men­tre nei giorni pre­ce­denti l’attività è stata deci­sa­mente con­te­nuta, scarsa.

Non è la quan­tità di post, in caso vi fos­sero dei dubbi al riguardo, ma la qua­lità del con­te­nuto e della rela­zione a creare enga­ge­ment come mostra la tabella sotto ripor­tata che evi­den­zia i top 10 account per coin­vol­gi­mento su Twit­ter e/o Facebook.

Appro­fon­dendo a livello dei sin­goli can­di­dati si vede come la pre­senza sui social sia rare­fatta, scarsa, almeno sotto il pro­filo quantitativo.

La cosa più inte­res­sante che emerge dall’analisi è che sono i can­di­tati del M5S, che della Rete par­te­ci­pa­tiva fa ban­diera, ad avere la pre­senza di minor impatto. Oltre al det­ta­glio di fol­lo­wer, fol­lo­wing e fan per Veneto, Ligu­ria e Cam­pa­nia nel gra­fico, anche nelle altre regioni si evi­den­zia come gli aspi­ranti gover­na­tori del movi­mento di Beppe Grillo nelle regioni coin­volte in que­sta tor­nata elet­to­rale abbiano un numero di fol­lo­wer e di tweet dav­vero esi­guo, sem­pre infe­riore a quello dei prin­ci­pali can­di­dati degli altri schie­ra­menti politici.

È il caso di Gia­como Gian­na­relli in Toscana, di Gio­vanni Maggi nelle Mar­che, di Andrea Libe­rati in Umbria e di Anto­nella Laric­chia in Puglia. Una pre­senza sui social che stride sia rispetto ai, buoni, risul­tati elet­to­rali, che come detto, rispetto all’idea della Rete come ful­cro dell’attività politica.

Insomma, anche per i “movi­men­ti­sti del web” gli spazi di con­senso si con­qui­stano altrove. Vale la pena di ricordarselo.


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