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Regione Lombardia approva la legge per la lotta alla mafia e l’educazione alla legalità

Creato il 16 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

È stata approvata in Consiglio regionale la nuova legge per il contrasto alle mafie e l’educazione alla legalità. Frutto di un lavoro bipartisan, nato nella commissione speciale Antimafia insieme alla commissione Affari istituzionali, raccoglie in 37 articoli la volontà del Consiglio regionale di farsi protagonista della promozione della legalità.

(urbanfile.org)

(urbanfile.org)

La nuova legge di Regione Lombardia contro la mafia. ”Oggi è una giornata importante per la Lombardia, che non è una regione mafiosa ma è un territorio dove bisogna fare i conti con la forte presenza delle mafie e dare supporto alla parte sana, ampiamente maggioritaria, della società, delle istituzioni e del mondo imprenditoriale. Ci siamo dotati finalmente di uno strumento legislativo efficace, ora sta a Regione Lombardia utilizzarlo appieno – spiega Gian Antonio Girelli, presidente commissione Antimafia -. L’adozione di una nuova Legge che accorpasse le due precedenti era uno degli obiettivi della Commissione Speciale Antimafia fin dal suo insediamento. Partendo da tre progetti di legge, uno presentato dal M5S, uno dal PD e Patto Civico, uno dalla Giunta, si é giunti ad un testo unificato che ha rappresentato più che un semplice accordo, una sincera sintesi”.

Gli aspetti qualificanti della legge:

- forte ruolo al Consiglio Regionale. Il fatto che il Progetto di Legge sia il frutto di un lavoro Consiliare gli attribuisce fin dalla genesi questa importante impronta, rispetto ad una possibile iniziativa di Giunta, che, rinunciandovi, merita un vero apprezzamento. Ruolo che trova una chiara evidenza nella formazione, e conseguente controllo, del Comitato per la Legalità e la Trasparenza dei Pubblici Appalti, fino ad ora espressione del solo esecutivo.
- Il superamento dell’Osservatorio per la legalità e la creazione del Comitato Tecnico Scientifico, con lo scopo di dotare la Commissione e più in generale Regione Lombardia, di un supporto di forte valenza tecnica, capace di esprimere pareri, suggerimenti, documentazione sempre più necessari, senza per questo perdere le finalità fin qui svolte dall’osservatorio.
- La riaffermazione dell’adesione, non formale, ad Avviso Pubblico. È una scelta che porta ad una rivisitazione dei vari regolamenti anticorruzione, pone precisi impegni che vanno ben al di là del semplice rispetto delle norme, apre in prospettiva un conseguente impegno di autoregolamentazione anche all’interno dei gruppi consiliari.
- L’approfondimento e la riaffermazione dei principi di informazione e formazione. Mettere a sistema ogni aspetto conosciuto del fenomeno mafioso, così come pensare di organizzare veri e propri corsi di formazione per amministratori locali e funzionari dei Comuni é una delle concretizzazioni che dovranno al più presto vedere la partenza.
- Rafforzare il rapporto con il mondo della scuola non solo come momento di sensibilizzazione, ma anche di acquisizione di conoscenza, l’università, rappresenta un approccio diverso, realmente collaborativo con queste realtà.
- Aver previsto alcune prime postazioni economiche, quale dimostrazione della volontà di essere concreti e conseguenti a quanto previsto dalla Legge, sono un segnale dal quale partire per investire future risorse provenienti da confische piuttosto che da costituzione di parte civile di Regione Lombardia nel processi per mafia.
- Infine, considerare questa Legge non certo come l’obiettivo del lavoro della Commissione, ma semplicemente come adozione di uno strumento capace di porre un maggior ostacolo alla mafia in terra di Lombardia, pone l’occasione per mettere fin da subito in atto azioni tese a dare concretezza e capacità di incidere ad un reale contrasto alla mafia in Lombardia. (Fonte: blogdem.it)


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