Anche la Regione Scandinava è a rischio scoppio bolla del credito e si guarda con preoccupazione al debito privato ormai a livelli insostenibili.
Il motivo di tale preoccupazione sta in alcuni numeri: le famiglie danesi sono indebitate al 321% del loro reddito disponibile, mentre quelle svedesi intorno al 180% e in Norvegia sono vicine al 200%.
Se è vero, quindi, che il grado di indebitamento pubblico in questi Paesi è
relativamente basso (pari a circa la metà della media dell’Area Euro) e, addirittura, inesistente in Norvegia, e considerando anche il Fondo sovrano da 820 miliardi di dollari, non per questo la Regione Scandinava non rischia una crisi finanziaria simile a quella provocata dalla crisi dei mutui subprime negli USA nel 2008.
Anche nel Nord Europa, infatti, i mutui sono stati elargiti con grande facilità, tanto che i prezzi delle case in Svezia sono raddoppiati in dieci anni e triplicati per gli appartamenti, similmente a quanto avvenuto in Danimarca e Norvegia.
A Copenaghen, poi, si sono diffusi dal 2003 in poi i cosiddetti mutui only interest, importati dal mondo anglosassone. Essi consistono in finanziamenti immobiliari che consentono al debitore di pagare nei primi dieci anni solo gli interessi e solo successivamente di rimborsare anche il capitale. Di fatto, negli ultimi mesi è arrivato per molti il tempo di pagare anche il capitale e l’impennata della rata sta provocando una stagnazione dei consumi e crescenti difficoltà per moltissime famiglie, tanto che sarebbero centomila le case che rischiano di essere messe all’asta.
Le banche centrali stanno cercando di far rientrare i debiti privati, scoraggiando ulteriori forme di indebitamento, ma quella danese non sembra avvertire il pericolo, tanto che i danesi Lars Rohde, economista e Direttore della Danmarks Nationalbank, e Bjarne Corydon, Ministro delle Finanze, continuano a ripetere che l’eccessivo indebitamento delle famiglie sarebbe coperto dai risparmi pensionistici e dal patrimonio immobiliare. Ma l’allarme per la Regione Scandinava è partito ed anche l’economista Nouriel Roubini ha inserito questi tre Paesi tra i 17 che rischiano l’esplosione della bolla immobiliare in un lasso di tempo non lungo.