ho rimuginato un po’ sul commento del tranviere a cavallo qua sotto, che formalmente non ha affatto torto, al mio lamento contro l’autista rispondeva “ma insomma, deve arrivare alle 07.45 e quello fa, che altro vuoi da uno che si alza prima di te?”
formalmente, dicevo, ha ragione, torna tutto.
ma come dice a volte il grancapo “si può avere formalmente ragione ma sostanzialmente torto”.
faccio un esempio pratico di vita quotidiana, prendendo, esempio a caso, un autobus cittadino di firenze.
sul bus di firenze ci sono dei posti contrassegnati con dei disegni: vuol dire che quei posti sono riservate alle persone invalide, anziane o mammencinte.
se salgo e l’autobus è vuoto, di solito mi siedo su un posto non contrassegnato da tale simbolino.
se salgo e l’autobus ha libero solo il posto contrassegnato mi siedo lì, tenendo bene d’occhio le entrate per cedere il posto agli aventi diritto.
sono però in un posto che non mi spetta, ho sostanzialmente ragione, non tolgo nulla a nessuno, perchè sull’autobus non c’è nessuna delle categorie “svantaggiate”, ma ho formalmente torto, è un posto riservato e da nessuna parte c’è scritto che mi ci posso mettere io.
analogamente, se fossi seduta in un posto non contrassegnato e se tutti i posti riservati fossero occupati dai legittimi destinatari e salisse una donnancinta “in sovrannumero” non sarei giustificata a rimanere seduta solo perchè sono in un posto “non riservato”, avrei forse formalmente ragione, ma sostanzialmente torto marcio.
e se io, alla fine di una giornata iniziata alle sei di mattina, cedessi il posto “non contrassegnato” a un pensionato che è appena tornato dal parco a dar da mangiare ai piccioni (come, sia chiaro, sempre faccio) e lui lo prendesse, lui avrebbe formalmente ragione, ma sostanzialmente torto.
questo per dire che a volte nella vita, essere pedantemente ligi a una regola senza applicare un minimo di buonsenso non è utile, né per se stessi né per chi ci sta intorno.
augh.