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Rehn avverte l’Italia: “pochi margini per investimenti”

Creato il 03 dicembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Il commissario europeo per l'economia Olli Rehn approva gli sforzi dell'Italia, ma ammonisce anche sul rischio di non avere margini per investimenti.

Photo credit: Valsts kanceleja / Flickr / CC BY-SA 2.0

Nuovo monito dell’Europa nei confronti del nostro Paese. Intervistato da Repubblica, il vicepresidente della Commissione europea e commissario europeo per gli affari economici e monetari Olli Rehn, ha lanciato un monito al nostro Paese. Nonostante l’Italia sia “in linea sul deficit, con il criterio del tre per cento” e che questo abbia consentito al nostro paese “di uscire dalla procedura per deficit eccessivo che è impostante per la sua credibilità sui mercati finanziari”, Rehn sottolinea come il nostro Paese debba “rispettare un certo ritmo di riduzione del debito e non lo sta rispettando”. Luci e ombre quindi sul futuro economico dell’Italia, che sta perseguendo le politiche giuste, ma appare ancora troppo timida nei confronti di riforme strutturali giudicati imprescindibili per uscire definitivamente dalla crisi economica ed agganciare la ripresa: “lo sforzo di aggiustamento strutturale avrebbe dovuto essere paria mezzo punto del Pil e invece è solo dello 0,1%. Ed è  per questo motivo che l’Italia non ha margini di manovra e non potrà invocare la clausola di flessibilità per gli investimenti”, sottolinea Rehn. Nonostante le notizie di miglioramento dei conti pubblici e “le buone intenzioni del governo italiano su privatizzazioni e spending review”, dice Rehn, “Lo scetticismo è un valore profondamente europeo e io ho il dovere di restare scettico, fino a prova del contrario. In particolare per quanto riguarda i proventi delle privatizzazioni e i loro effetti sul bilancio del 2014″. Proprio per questo il commissario europeo per gli affari economici e monetari rimanda un giudizio più preciso sull’Italia ai primi mesi dell’anno prossimo e avverte: “se il governo per quella data ci fornirà risultati concreti e soddisfacenti, ne terremo conto per calcolare i possibili effetti sui margini di manovra a disposizione del Paese”. L’Europa considera quindi la posizione dell’Italia come di “sorvegliata speciale”, che ha intrapreso un percorso virtuoso, ma che risulta ben lungi dall’avere a disposizione margini di manovra per fare investimenti. Per quelli servono le riforme strutturali e chissà che non siano finalmente il primo punto all’ordine del giorno del governo Letta, per il prossimo anno.


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