Reign of Kings non è il primo titolo prodotto di Code}{atch, infatti quest’ultimo arrivato altro non è che il fratellino minore di StarForge da cui ne prende la meccaniche di open world multigiocatore, non dissimili da Rust e Minecraft, e le porta in un’ambientazione più fantasy e medievale. Tuttavia il suo predecessore si è trovato in mezzo ad una bufera scatenata da giocatori imbufaliti che si sono trovati fra la mani un titolo che ha abbandonato prematuramente la sua fase di sviluppo in Early Access. L’arrivo di Reign of Kings, disponibile anch’esso in alpha, ha lasciato qualche perplessità sulla bontà del progetto, tuttavia questa prima prova ci ha permesso di venire a contatto con questo nuovo survival che cerca di proporci l’ebrezza della vita e delle battaglie medievali sui nostri schermi.
Reign of Kings cerca di proporci un’interessante avventura survival in un unico mondo aperto in cui potremo iniziare a muovere i nostri passi dopo la creazione del personaggio. Rispetto a molti altri titoli disponibili in versione alpha, abbiamo a disposizione un editor piuttosto vasto che ci permette di definire forma e aspetto del nostro personaggio. Nonostante il modello di partenza sia umano, ci è permesso modificare la dimensione di ogni singola parte del corpo in maniera esagerata, che ci permette di creare – volutamente – personaggi davvero stravaganti. Fenomeni da baraccone in grado di strappare più di un sorriso, ma poiché è necessario creare un nuovo personaggio ogni volta che entriamo in un server differente, questa vasta possibilità di personalizzazione, almeno nella forma del corpo, non risulta un difetto eccetto che per l’aspetto del viso, ancora poco versatile e poco preciso che speriamo venga ampliato e migliorato coi futuri update.
Una volta creato l’alter-ego iniziamo la nostra avventura in un punto costiero e casuale della mappa senza uno straccio di tutorial, ma le meccaniche non particolarmente complesse non rendono Reign of Kings particolarmente difficile per chi è avvezzo a questo genere. Come è lecito aspettarsi, il gioco combina meccaniche da GDR con il crafting e la ricerca di materiali assieme alla costruzione modulare di strutture attraverso l’uso di differenti blocchi cubici. Il crafting degli oggetti non risulta particolarmente difficile, basterà trovare gli elementi necessari alla creazione dell’equipaggiamento, strumento o blocco che vogliamo generare. L’ambiente di gioco offre infatti tutti gli elementi base per il canonico sistema di creazione oggetti “a matrioska”, infatti da cosa nasce cosa e posizionando nell’ambiente circostante gli strumenti come il tavolo da lavoro o il bivacco, abbiamo appunto la possibilità di fabbricare qualcosa di più complesso. I blocchi invece possono essere piazzati liberamente e ci consentono di costruire liberamente delle strutture da utilizzare come base, inoltre è già presente un sistema di distruzione di queste ultime, che grazie alla possibilità di formare la propria gilda e di conquistare il territorio consentono di dar vita a battaglie tra regni con un gran numero di giocatori, ancorato a 64 per server.
Le battaglie rivestono un ruolo fondamentale in Reign of Kings e cercano di dare uno scopo a tutto il tempo passato a costruire una base, migliorare il nostro equipaggiamento ed ampliare la nostra gilda con nuovi giocatori alleati. I combattimenti cercano di strizzare l’occhio a Chivalry, attraverso un sistema di combattimento basato su energia e stamina assieme ad una sana dose di effetto splatter, fatto di arti tagliati e decapitazioni. Purtroppo il sistema di combattimento risulta ancora impreciso e poco entusiasmante, però apprezziamo il tentativo degli sviluppatori di evolvere il genere survival attraverso l’implementazione di elementi provenienti dal mondo degli MMO che potrebbero dare un tocco di originalità a questo titolo comparso tra l’affollato mondo dei titoli survival e open world per PC.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, il gioco è facilmente giocabile rimanendo sopra i 60 fotogrammi al secondo, ma ciò anche grazie ad un dettaglio grafico non particolarmente brillante. I modelli tridimensionali e le texture che vengono mostrate a schermo sono piuttosto povere e poco dettagliate e in generale gli ambienti boschivi e costieri non brillano per originalità o bellezza, anche se la presenza di alcune strutture insolite e decisamente evidenti, ben si integrano nel paesaggio circostante e risultano un faro per i giocatori in grado di attirarli in alcuni punti della mappa piuttosto che altri. Comunque, a livello grafico siamo ben lontani dal disastro e anzi risulta più che sufficiente fin da ora, ed è una buona cosa che gli sviluppatori abbiano pensato in primis alla solidità del motore di gioco per evitare fastidiosi rallentamenti durante i combattimenti con nemici umani o controllati dal computer e con la fauna selvatica, ma, come sempre, un margine di miglioramento rimane e ciò che gioverebbe di più di un eventuale update sono principalmente i modelli dei personaggi e dei nemici, assieme alle loro animazioni, ad ora un po’ troppo legnose e imprecise, specie per un titolo che vuole fare dei combattimenti ad arma bianca il suo fulcro.