Relativita' Senza Einstein

Creato il 02 dicembre 2011 da Annaritarbr
"Relatività senza Einstein. L’idea relativistica nella fisica tra Ottocento e Novecento" è l'ultima fatica dell'amico Tommaso Alberto Figliuzzi [1], che mise generosamente a disposizione del Carnevale della Fisica quinta edizione il file pdf di un suo libro "Relatività e Causalità tra fisica e filosofia" (Aracne editrice, Roma, 2007, pag. 321).
"Relatività senza Einstein"(Aracne Editrice, Roma, 2011, pag. 256) può essere richiesto in saggio gratuito da docenti e giornalisti.
Sul sito della casa editrice sono disponibili alcune pagine scelte (per gli interessati), da cui riporto l'introduzione, a cura dell'autore.
 "Questo lavoro ripropone, rielaborandola in alcune parti,
una ricerca giovanile, risalente all’ormai remoto 1971 e
mai pubblicata, poi finita nell’oblio per mille casuali congiunture
ad essa non favorevoli, che fu molto apprezzata,
allora, dal compianto insigne epistemologo Vittorio Somenzi
nonché dal non meno valente storico della fisica
Salvo D’Agostino, tanto da procurare all’autore finanche
un incontro col Premio Nobel Emilio Segré, impegnato in
quel momento in una indagine di carattere storiografico.
Lo scritto fu composto, infatti, quando tante accurate e
documentate ricerche, in merito al confronto scientifico
sull’idea relativistica tra Ottocento e Novecento, oggi sicuri
riferimenti circa i fondamentali contributi non einsteiniani
alla teoria della relatività, non avevano ancora visto
la luce. Questa precisazione non già per vantare, con molto
ritardo, una precedenza che comunque in molti casi non
mi è certo dispiaciuto costatare, bensì per evitare al lavoro,
se non altro, la critica di essere una imitazione e niente di
più; o addirittuta peggio.
Sottolineata, dunque, l’originalità, allora, della ricerca,
non sento nemmeno imbarazzo nel dichiarare di avere riscontrato,
dopo tanti anni, nella stessa, se confrontata con
altre analoghe opere, un più felice carattere didattico e una
più spontanea disposizione divulgativa nel rendere esplicite
cose forse da altri ritenute ovvie: un risultato, all’epoca,
di sicuro non deliberatamente cercato, ma frutto, piuttosto,
paradossalmente, di conoscenze ancora non particolarmente
elaborate sotto il profilo critico. Comunque sia, un tale
tratto di “elementarità” si rivela oggi persino utile, permettendo
all’opera di rivolgersi a lettori che, sebbene studenti
o cultori di fisica (o di filosofia con curiosità e conoscenze
di base fisico-matematiche) non siano particolarmente introdotti
nella materia storica. Perciò, anche se in fase di
doverosa revisione di alcune macroscopiche pecche della
stesura originaria, qualche pagina e qualche importante riferimento
alla letteratura recente sull’argomento sono stati
aggiunti, l’impostazione del lavoro è rimasta sostanzialmente
la stessa, ciò evitando che particolari tesi e interpretazioni,
quando citate, prendessero il sopravvento
sulla rappresentazione della vicenda scientifica in esame
così come espressa dai protagonisti del tempo.
In conseguenza di quanto detto, l’esposizione si presenta,
ora con tutta la consapevolezza che forse mancava in origine,
deliberatamente aliena da complessità tecniche ed
epistemologiche che non siano solo accennate o suggerite,
e per lo più volutamente compilativa; con tutti i limiti che
questa soluzione può presentare al lettore un poco più
introdotto in materia rispetto a studenti sia pure curiosi e
preparati, universitari ma anche liceali, a cui il libro è rivolto;
ai quali si richiede, da un certo momento in poi,
soltanto la doverosa conoscenza delle nozioni fondamentali
dell’elettromagnetismo e della teoria della relatività
ristretta. Anche sul piano storico si è scelto il cammino più
facile e più comodo verso il traguardo rappresentato dalla
formulazione della teoria relativistica, facendo solo intravedere
altri sentieri, percorrendo i quali si avrebbe di certo
una visione più articolata e fedele della affascinante vicenda
della fisica tra Ottocento e Novecento.
Una necessaria precisazione riguarda il titolo del saggio,
che vuole mettere in risalto l’anteriorità e l’indipendenza
dell’idea relativistica, nella sua genesi e nel suo sviluppo,
rispetto alla teoria di Einstein; in quanto non riducibile
cioè (diversamente da come spesso, in sede didattica, si
lascia ancora intendere) ad una serie di imperfetti sebbene
ingegnosi tentativi a cui la Relatività (espressione che alla
creazione di questo grande fisico comunemente viene ormai
riferita) avrebbe poi dato compiuta forma. La scelta,
insomma, è di non parlare più, dicendo dei geniali contributi
forniti da scienziati quali Lorentz e Poincaré, di “fisica
pre-relativistica” rispetto a quella successiva intesa come
la vera Relatività. Il che non vuole esprimere tuttavia
in alcun modo l’intenzione di sottostimare la straordinaria
creazione teorica di Einstein, accogliendo cioè senza riserve
espliciti orientamenti in tal senso pure presenti ormai in
non pochi qualificati studi, in non casuale coincidenza col
fatto che la Relatività nella versione einsteiniana da tempo
si confronta quotidianamente, in fondamentali campi della
fisica, con problematiche che la mettono a dura prova.
D’altro canto, ignorando tutto ciò, lo studio sarebbe di fatto
sembrato, al lettore non sprovveduto, una meccanica,
ingenua e narcisistica pubblicazione di un modesto reperto
di una polverosa scrivania. Pertanto, si trattava di preservare
le caratteristiche già evidenziate del lavoro, senza per
questo però chiudere gli occhi di fronte ad una indagine
storica intenta anche a riconsiderare la genesi e lo sviluppo
delle teorie relativistiche prescindendo dall’incontestabile,
eccessivo (sebbene comprensibile) “culto della personalita”
creatosi nei confronti di Einstein sia nella comunità dei
fisici che fuori di essa, sicuramente tale da mistificare, in
non pochi casi, l’effettiva vicenda della fisica contemporanea.
Da qui la scelta di non negare qualche riferimento,
all’occasione, anche a ricerche che con decisione pari a
competenza non si limitano a sottolineare l’ormai acquisito
dato della imprescindibilità dell’opera di altri grandi
scienziati, insieme ad Einstein, nella genesi della teoria relativistica,
ma giungono persino a negare sia originalità
scientifica che primato in senso cronologico all’apparato
concettuale che sorregge la celeberrima pubblicazione di
quest’ultimo. Considerare valide o prive di fondamento
tali tesi, sulla base di plausibili argomentazioni, è, in ogni
caso, per lo studioso, un’occasione per conoscere, o per
conoscere meglio, la teoria della relatività, sia quella di
Einstein che quella sviluppatasi senza di lui
.

T. A. F. "
 
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[1] Tommaso Alberto Figliuzzi è laureato in Filosofia e in Fisica. Della
prima disciplina è stato docente per molti anni al Liceo “E.Q. Visconti”
di Roma. Collaboratore del “Centro per la Filosofia Italiana”, ha pubblicato
diversi studi su tematiche filosofico-scientifiche.