Domenica scorsa stavo leggendo “Breve storia delle religioni” di Donini mettendola a confronto con Mancuso (“Io e Dio”).
Suona il campanello e vado ad aprire. Due signore anziane, testimoni di Geova.
Io sono stupida. Nonostante tutte le riprove contrarie, penso ancora che con gente del genere si possa instaurare un dialogo.
Cominciano loro:
- Ma se secondo lei Dio non esiste, tutto il male che c’è nel mondo che scopo ha?
Io ci provo:
- Guardi, stavo provo leggendo Mancuso a riguardo. Però se prendo in mano Monod…
Loro mi interrompono:
- Sì, i terremoti, le guerre, le malattie…
Io:
- Bè, secondo Donini le religioni sarebbero…
Loro:
- Secondo lei è tutto frutto del caso? Questo male, questo dolore…
- Ok, grazie, ho capito. Non mi interessa.
Sgrunt!
Io dicevo qualcosa, e loro continuavano a ripetere la loro poesia.
Mancuso è convincente con la sua idea di Dio non personale e di fede come sentimento; però, visto che ormai è scomunicato di fatto, non capisco perché continui a vivere all’interno della Chiesa Cattolica; e poi leggo Donini, che dice che la religione è solo un portato delle caratteristiche materiali della società, e mi si ribalta tutto.
Alla fine Gesù come personaggio storico non è esistito. I Vangeli si contraddicono l’un l’altro, non si capisce chi ha detto cosa, se la traduzione è corretta, se le intenzioni erano limitate alla sfera spirituale o se si ampliavano a quella politica…
La cosa strana è che mentre leggevo Donini, ho sognato un paio di volte che la mia casa si fratturava o che si capovolgeva. Sono le credenze che mi porto dietro fin dall’infanzia che si sfaldano?
Di solito sono educata, ma c’è mancato poco che mandassi a quel paese le anziane testimoni di Geova con le loro frasette imparate a memoria.