"Attraverso il proprio racconto – scrive Roberto Milani nel testo critico della mostra - , descrive, indaga, esalta la condizione dell'uomo. Uomo come centro dell'universo ma allo stesso tempo creatura fragile e vulnerabile".
Quella di Bombaci è una pittura feroce, graffiante ma che sa essere anche dolce e tenera. E sopratutto colta e raffinata: tante le citazioni e le "apparizioni", da Antonello Da Messina a Jusepe Ribera, da Diego Velasquez a Mimmo Paladino, Gino De Dominicis e altri. L'apparente disinvoltura delle sue tele è, in realtà, il prodotto di un'intima sofferenza, meditata e vinta, che si traduce in emozioni capaci di rapire e affascinare lo spettatore.
"Il suo fare arte – scrive ancora Milani - è una eterna sfida. Vincere la superficie della tela, addomesticare un colore, gestire la composizione senza mai tralasciare la necessità impellente di trasmettere qualcosa è per lui un'esigenza. Qualcosa che arriva dal profondo, dall'anima. Ogni opera è un atto liberatorio. Ha in sé la condivisione dell'essere".
Giuseppe Bombaci (Siracusa, 1978), diplomatosi all'Istituto statale d'Arte di Siracusa, si è formato artisticamente tra Firenze e Milano alla scuola di Romano Garutti e Giuseppe Maraniello. Attualmente vive e lavora tra Siracusa e Milano.
La mostra resterà aperta fino al 13 aprile e potrà essere visitata tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 17.00 alle 20.00.
Quadrifoglio - Galleria d'arte contemporanea
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