Remember Us. La ronde, Akira, Analisi finale
Creato il 02 marzo 2014 da L'Immagine Allo Specchio
La ronde – Il piacere e l’amore
di Max Ophuls
con Anton
Walbrook, Simone Signoret, Serge Reggiani, Simone Simon, Daniel Gelìn
Commedia, 95 min., Francia, 1950
*****
Ophuls mette in immagini la commedia Der Reigen (Il girotondo) di Arthur Schnitzler, un compendio della casistica
amorosa caustico, acuto, modernissimo che si sviluppa proprio come un
girotondo. Nel senso che tutti i personaggi e tutti gli episodi sono
concatenati e che il film si chiude sul primo personaggio presentato. Deus ex machina della narrazione è il
personaggio interpretato da Walbrook, che tra scenografie teatrali e
cinematografiche introduce le storie delle dieci coppie che animano la Vienna di inizio Novecento
svelandone debolezze, ironie e ipocrisie. Capolavoro di tecnica, recitazione e
gusto.
Akira
di Katsuhiro Otomo
Animazione, 124 min.,
Giappone, 1988
****
Non aspettativi un “cartone animato”. Questo è un film! E
non tanto per la trama o i personaggi, quanto per l’accuratezza del disegno (se
c’è un’esplosione, nel buco della strada si vedono i tubi dell’acqua e
dell’elettricità strappati), la costruzione delle scene (e montaggio
adrenalinico), la sceneggiatura (complessa), i temi trattati
(implicazioni post apocalittiche che ricordano i disastri atomici). L’atmosfera
creata, soprattutto nella prima parte, ci fa gridare al capolavoro (di grande
suggestione la colonna sonora di Shoji Yamashiro). Esclamazione che però ci
rimane strozzata in gola perché la storia, nella seconda parte, mette inevitabilmente
a nudo tutta la sua essenza “anime” scadendo un po’ nel banale.
Analisi finale (Final Analysis)
di Phil Joanou
con Richard
Gere, Kim Basinger, Uma Thurman, Eric Roberts
Thriller, 124 min., USA, 1992
**
½
Uno psicanalista (Gere) si innamora
della sorella (Basinger) di una sua paziente (Thurman) e quando lei viene accusata
dell’omicidio del marito fa di tutto per farla assolvere. Ci riesce, ma avrà
un’amara sorpresa. Thriller dalle caratteristiche hitchcockiane che ricorda La donna che visse due volte (Vertigo) e che anticipa Effetti collaterali (Side effects, S. Soderbergh, 2013)
lasciandosi guardare, non senza cedimenti, dall’inizio alla fine. Merito della
sceneggiatura, perché gli attori non sono sempre all’altezza.
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