Remember Us: Magnolia, Canicola, The Breakfast Club

Creato il 21 agosto 2012 da L'Immagine Allo Specchio
Canicola
di Ulrich Seidl
con Alfred Mrva, Georg Friedrich, Maria Hofstatter
Drammatico, 120 min., Austria 2001
*** ½
Non mi piacciono le frasi fatte. Né i modi di dire. Ma in questo caso l’espressione “pugno allo stomaco” rende bene l’idea. Perfette villette a schiera nei quartieri periferici di Viennaaccentuano il dramma dei “vinti”, persone comuni che hanno perso o rischiano di perdere qualcosa: chi l’amore, chi il senno, chi il lavoro, chi il rispetto per sé stesso. Il caldo e il sudore accentuano la dimensione corruttibile e degenerativa dei corpi. Nota di servizio: un personaggio maschile gioca a tennis nella piscina vuota della propria abitazione. Vi ricorda qualcosa?
The Breakfast Club di John Hughes con Emilio Estevez, Judd Nelson, Molly Ringwald, Anthony Michael Hall Drammatico, 96 min., USA, 1985 ***
Film generazionale che più generazionale non si può. Una sorta di Gioventù bruciata anni Ottanta. Cinque liceali (tre ragazzi e due ragazze) passano un pomeriggio in punizione nella biblioteca della scuola con un compito: scrivere un tema dal titolo “Chi sono io?”. Come potete immaginare sarà il film a dircelo, facendoci scoprire poco alla volta il carattere, i problemi e le aspirazioni di ognuno di loro. Inutile dire che, nel solco della migliore tradizione cinematografica holliwoodiana, ogni personaggio è stereotipato all’ennesima potenza. C’è la ricca che ha tutto, il ribelle odiato dalla famiglia, lo sportivo stritolato dalle aspettative del padre, il nerd che deve sempre prendere bei voti, la bruttina votata alle arti che diventa cigno. Per il genere la sceneggiatura è ottima (di John Hughes, per intenderci quello di Mamma ho perso l’aereo). Colonna sonora da “sturbo” (per rimanere in clima anni Ottanta). Pietra miliare.
Magnolia di P. T. Anderson con Tom Cruise, Julianne Moore, Philip Baker Hall, Jason Robards Drammatico, 160 min., USA, 2000 ***
Pensavo di trovarmi di fronte al capolavoro dei capolavori, perché le premesse c’erano tutte: attori rodati, ottimo regista, scena finale entrata nella leggenda, durata che sfiora le 3 ore. E invece… Invece non nascondo di essermi annoiato. Il film ha, infatti, un doppio volto. La prima ora e mezza è accattivante, la seconda ridondante. La colpa non è della tecnica registica, ineccepibile. E neppure della recitazione dei personaggi (ottimi Cruise e Moore). Il problema è la sceneggiatura. Sembra una copia venuta male di America Oggi (Short Cuts) di Robert Altman. Punto.

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