Ottimo bottino per l'Italia nella prima giornata di finali al Campionato del Mondo di Karapiro, in Nuova Zelanda: due medaglie d'argento conquistate in altrettante specialità olimpiche.Nel doppio pesi leggeri Lorenzo Bertini ed Elia Luini scattavano con decisione sin dalle prime battute, installandosi al terzo posto dietro i campioni olimpici britannici e gli iridati in carica maori. Da metà gara in poi, però, gli azzurri cambiavano passo, superavano di slancio i padroni di casa e provavano persino ad impensierire l'equipaggio della Regina. Il secondo posto conclusivo rappresenta comunque un risultato straordinario, ottenuto in un lotto di partecipanti altamente competitivo.Nel 4 di coppia stratosferica prestazione di Simone Raineri, Luca Agamennoni, Simone Venier e Matteo Stefanini. Dopo una partenza a razzo, ai 500 metri la selezione tricolore navigava a pochi decimi dai favoritissimi croati. Colpo su colpo, con ardore e vogate veementi, i nostri rappresentanti sferravano un attacco deciso ai 1000, portandosi in vantaggio. Iniziava una gara d'altri tempi, punta a punta, con due nazionali pronte a tutto pur di primeggiare. Alla fine riusciva a prevalere proprio la Croazia con appena 1''26 sull'Italia, ma questo argento fungerà certamente da stimolo per i nostri ragazzi nell'ambire al bersaglio ancora più grosso. Sesto posto per il giovane 4 senza di Matteo Paonessa, Francesco Fossi, Vincenzo Capelli e Andrea Palmisano. Si trattava della prima finale iridata della carriera, dunque il risultato è apprezzabile: dal prossimo anno si punterà agli allori.Nel due senza (specialità non olimpica), infine, quarta piazza per Luca Motta e Giorgio Tuccinardi.Complessivamente, dunque, il bilancio tricolore è al momento più che buono, con equipaggi che rappresentano una certezza consolidata nel presente così come nel futuro. La prossima notte attendiamo con impazienza il due senza di Mornati-Carboncini (difficile una medaglia, più facile un quarto posto) ed il 4 senza pesi leggeri (Caianello-Goretti-Danesin-Vlacek) che dovrà superarsi in una regata dall'esito incertissimo.
Federico Militello