Reminiscenze estive (in autunno)

Da Desian
Non c'è niente da fare.
Puoi essere presente quanto vuoi. Puoi cambiargli i pannolini. Puoi dargli da mangiare, foss'anche una sola volta in vita tua.
Puoi accompagnarli a scuola. Puoi portarli in piscina due volte la settimana.
Puoi persino fare il rappresentante di classe. Andare a tutte le riunioni sulla scuola, sulla riforma Gelmini, dei Cobas, della CGIL, del Tavolo Regionale sulla Scuola Pubblica. Potresti addirittura avere la balzana idea di metterti a capo di un Comitato di Genitori. E lo fai.
Eppure arriverà prima o poi una torrida serata di fine estate. In cui il caldo si appiccica alla pelle come una sanguisuga. E tu passi la serata a tavola con tua moglie (nel caso specifico, naturalmente, la profe) e una comune amica. E si chiacchiera delle vacanze appena trascorse, della scuola che sta per ricominciare, dei pargoli e dei comuni problemi educativi.
E mentre tu ripensi che hai anche scarrozzato i tuoi deliziosi pargoletti su e giù per le Dolomiti dentro uno zaino quando erano infanti. Fatto di tutto perché, una volta usciti da quello zaino, si appassionassero a camminare sulle loro stesse gambette, su e giù per quegli stessi monti.
Non c'è niente da fare.
Mentre accade tutto questo, nel momento esatto in cui ti dici "beh, in fondo non ho fatto proprio così schifo, come babbo. Almeno fino ad oggi", ecco che salta fuori una sacrosanta verità: "certo, voi uomini. Non fate proprio niente, eh?!".
Per fortuna che ci sono, le donne.

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