Dopo aver lavorato diversi anni nel reparto corse Ducati, Armaroli dopo il ritiro della Ducati dalle corse emigrò in Spagna alla Mototrans. Lì lavorò a diversi progetti, fra cui una 250 4 cilindri che non venne sviluppata a causa di mutamenti regolamentari ed un vittorioso 285 monocilindrico derivato dalla produzione spagnola.
La moto più famosa di Armaroli però, è senzaltro la 500 GP bialbero 4 valvole per cilindro con distribuzione a cinghia dentata, moto che venne progettata e realizata dal tecnico bolognese presso la sua struttura privata al ritorno dalla Spagna su commissione della stessa Ducati, e che non venne sviluppata a dovere proprio perchè, nata all'esterno senza la supervisione di Taglioni, non venne giudicata promettente come avrebbe meritato. Il motore infatti vantava soluzioni che in futuro sarebbero diventate lo standard sui motori OVD, cioè condotti di aspirazione molto rettilinei e rivolti entrambi verso il centro della V (con lo scarico del cilindro verticale girato in dietro), camere di combustione a tetto con soli 15° fra le valvole, candela centrale, distribuzione bialbero in testa azionata da una sola cinghia dentata posta sul lato sinistro (soluzione che mi è capitato divedere solo su un'altro motore, cioè il Britten V1000), insomma, mancava solo il sistema desmodromico e l'iniezione (prevista ma non arrivata in tempo) per essere la futura 748OVD. Il motore venne montato sul telaio che Colin Seeley aveva disegnato per le 500GP, e Spaggiari, l'unica volta che la portò in prova a Modena nel '73, giudicò la guidabiltà disastrosa, così il progetto venne abbandonato, e la moto iniziò il suo giro fra i vari collezionisti privati che nel corso degli anni l'anno depredata di alcuni particolari fino a renderla non funzionante. Recentemente la moto è stata affidata di nuovo alle cure di Armaroli, che l'ha restaurata e resa di nuovo perfettamente funzionante.
La 500GP però non fu la prima Ducati a cinghia dentata fatta da Armaroli.
Durante la sua permanenza in Spagna infatti, partendo da una 250 Mach1 S, costruì interamente a mano, una monocilindrica bialbero con distrubuzione a cinghia. Il progetto fu reso possibile dai rapporti che la Mototrans aveva con una ditta Svizzara molto avanti nella costruzione di cinghie, e la moto subì anche interessanti modifiche al telaio (notoriamente non molto rigido e razionale). La moto non venne mai portata in gara perchè armaroli doveva lavorare al 4 cilindri 250, ma fu sufficente per capire che le potenzialità erano notevoli.
Questa moto può essere considerata la prima moto al mondo ad adottare questo schema di distribuzione, quindi il lavoro fu di importanza fondamentale per quella che poi è stata la storia aziendale della Ducati. Nel 1975, prima della nascita del Pantah, Taglioni e Mengoli si recarono nell'officina di Armaroli per vedere da vicino la moto. La moto è di proprietà dello stesso costruttore ed è in attesa di un accurato restauro che la riporterà all'originario splendore.
Ringrazio Marc Poels per le foto e le informazioni raccolte in una visita all'atelier Armaroli durante il suo ultimo viaggio in Italia in occasione del WDW2010.