Renato Rascel (27 aprile 1912 – 2 gennaio 1991)

Creato il 27 aprile 2012 da Marvigar4

   Renato Ranucci, figlio di due artisti, il cantante d’operetta Cesare e la ballerina classica Paola Massa, nacque a Torino un secolo fa durante la tournée che vedeva impegnati i genitori, ma ben presto giunse a Roma, la città paterna e fu battezzato nella Basilica di San Pietro. L’infanzia del piccolo Renato trascorse a casa della zia nello storico rione di Borgo, in seguito frequentò la Scuola Pontificia Pio IX, dove ebbe modo di studiare canto e recitazione mettendosi in evidenza, tanto che a dieci anni venne ammesso nel Coro delle Voci Bianche della Cappella Sistina, diretto da don Lorenzo Pelosi. Il primo debutto teatrale fu al fianco del padre nel 1923 con la Filodrammatica “Fortitudo” nel dramma popolare Più che monelli, da quel momento la carriera del giovane Renato prese l’avvio, nonostante i dubbi della famiglia. La svolta avvenne agli inizi degli anni ’30 con la scelta del nome d’arte, preso per caso da una marca di cipria francese molto famosa all’epoca, poi semplificato da “Rachel” a Rascel. Per un breve periodo l’italianizzazione obbligatoria dei termini stranieri imposta da Achille Starace, segretario del PNF, obbligò il giovane artista a farsi chiamare Renato Rascele (così come accadde a Wanda Osiris, che dovette togliere la esse finale). Le doti teatrali di questo ventenne furono esaltate dal critico teatrale Renato Simoni, che rimase impressionato dalla padronanza scenica di Rascel nel ruolo di Sigismondo nell’operetta Al Cavallino Bianco, con cui aveva debuttato al Teatro Lirico di Milano il 24 febbraio del 1933. In seguito Rascel creò il personaggio che tanto rivoluzionò il linguaggio comico italiano, senza essere compreso all’inizio, indossando un enorme cappotto con un taschino sulla schiena e intrattenendo il pubblico con monologhi surreali e canzoni dai testi assurdi. Proprio nel 1939 Rascel, intuendo il periodo storico piuttosto tragico, compose e propose la famosa canzone “È arrivata la bufera / è arrivato il temporale / chi sta bene e chi sta male / e chi sta come gli par”. Il conflitto bellico non interruppe la carriera del giovane comico, che esordì anche al cinema nel 1942 sotto la direzione del regista Giacomo Gentilomo, con il film Pazzo d’Amore, di cui curò la colonna sonora. Dopo la guerra Rascel continuò con il teatro di rivista proponendo personaggi come il Corrazziere e nel 1952 ottenne uno strepitoso successo con il film di Alberto Lattuada Il cappotto, in un ruolo drammatico, cui fece seguito un altro successo, stavolta teatrale, con lo spettacolo Attanasio cavallo vanesio, scritto per lui dalla più famosa coppia dello spettacolo italiano, Pietro Garinei e Sandro Giovannini. Nel 1955 Rascel scrive la canzone più famosa in tutto il mondo su Roma, Arrivederci Roma, che ispirò un film di produzione americana, Seven Hills of Rome, girato nel 1958 con lo stesso Rascel, Mario Lanza e diretto da Roy Rowland. Nel 1960, in coppia con Tony Dallara, Rascel vinse il Festival di Sanremo interpretando una sua canzone, Romantica, e per questo brano ebbe delle accuse di plagio che lo portarono in tribunale, dove fu scagionato grazie a una perizia tecnica di Igor Stravinski. In tv Rascel è apparso moltissimo, con alterne fortune, dall’insuccesso clamoroso del 1958 di Stasera a Rascel City alla fortunata serie di telefilm I racconti di padre Brown del 1970, fino all’ultimo C’era una volta io… Renato Rascel del 1986, un omaggio in dodici puntate realizzato da Giancarlo Governi. Come già ricordato in precedenza [1], nel 1986, in occasione delle celebrazioni per “Firenze Capitale europea della cultura”, Rascel recitò insieme a Walter Chiari in Finale di partita (Fin de partie) di Samuel Beckett per la regia di Giuseppe Di Leva, ottenendo un ottimo riscontro critico e le lodi di moltissimi artisti e colleghi (tra cui Carmelo Bene). Renato Rascel è scomparso il 2 gennaio 1991 e da allora non si è fatto molto per ricordarlo. In occasione del centenario della sua nascita Torino, la città natale, gli dedica diverse iniziative, mentre Roma, che era veramente la sua città, sembra ignorare uno dei suoi più importanti cittadini, e questa dimenticanza non è per niente dignitosa: se Roma viene citata in tutto il pianeta è anche grazie alla celeberrima canzone di Rascel…

© Marco Vignolo Gargini

http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Rascel

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/100-anni-di-Renato-Rascel-Proietti-Triste-che-Roma-non-lo-ricordi-Io-lo-faro_313244446069.html


[1] http://marteau7927.wordpress.com/2011/12/20/walter-chiari-8-marzo-1924-20-dicembre-1991/



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