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Rendicontare le spese spese pubbliche, dettagliatamente, ma le autonomie locali non possono essere cancellate. La Corte dei Conti non può sostituirsi alla politica

Creato il 26 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Occorre puntare sull’etica pubblica e su una rinnovata classe dirigente, e a dei controlli non opprimenti, che impediscano una spesa limitata, ma adatta a far funzionare, ad esempio, il sistema sanitario e quello scolastico. La Corte dei conti deve sostituirsi alla politica? Ciò che fa un politico è potenzialmente pericoloso? Fare politica vuol dire sfidare la legge?

Rizzo deve sostituirsi al Parlamento? Solo perché Formigoni e Polverini e altri non ci garantiscono? La politica deve meritarsi una propria professionalità autonoma. Formigoni non aveva le qualità per fare il presidente di Regione, perché troppo legato a una lobby che fa dell’amicizia e della conoscenza personale qualcosa di superiore alla stessa etica pubblica. E si è visto. La Lombardia è stata gestita da una casta privata. E da Berlusconi che Rizzo non ha avuto il coraggio di criticare come doveva. Lo si capisce dal film che ha fatto, dal solito cerchiobottismo del Corriere. Chi c’è infatti nel cda? Anche Rizzo fa parte di un’informazione che non funziona. Guarda caso se la prende con un deputato di Cremona, forse convinto di aver trovato un avversario debole. E guarda caso del Pd. Proprio il Pd, senza il quale e il sacrificio di sopportare l’incredibile e terribile Monti avremmo ancora Berlusconi. Perché Renzi “rottamerebbe” chi è riuscito, con lavoro di alleanze a raggio internazionale, a scalzare Berlusconi.

Bisogna che la politica ritrovi un’anima e un senso. Non è detto che chi eccelle nella sua professione privata sia un politico ideale. Le qualità richieste sono diverse. Alla credibilità di una classe dirigente nuova dovrebbe corrispondere un elettorato più attento e meno assetato di favori. Un po’ più di educazione civica ai futuri politici non farebbe male. Una conoscenza delle materie universitarie che li riguardano sarebbe molto utile.

L’autonomia delle Regione, in alcuni settori, è un principio costituzionale. Il deputato Pizzetti ha difeso un principio ovvio, sancito da un giusto dettato costituzionale. Che venga applicato in modo inverecondo e anche criminale è un altro discorso: per questo esiste la magistratura che non va torturata come ha fatto Berlusconi. Ma sul Corriere della Sera, ieri a pagina 55, Sergio Rizzo che sull’antipolitica ha costruito la sua fama e la sua ricchezza (difendendo con forza i propri privilegi abnormi, mentre i precari lavorano per pochissimi euro al pezzo) approfitta di questo richiamo pizzettiano per trasformare il deputato cremonese in una sorta di mostro a sette teste, nell’emblema del partitismo che sbrana il denaro pubblico. Verrebbe voglia di dire a volte: “Aboliamo le Regioni!”. Ma cambiare la Costituzione richiede un anno e mezzo o due quando va bene.

Non ci si può lasciar obnubilare la mente dall’odio – per quanto comprensibile – verso i peggiori amministratori prendendosela con chi difende la Costituzione. E Pizzetti non è Zambetti. Si mettano on line tutte le spese, anche le fatture, dettagliando e giustificando ogni scelta, cosa che a Cremona in Comune non sempre è dichiarata. Non se ne parla volentieri.

La paura e l’odio non possono dettare i decreti e il Parlamento è il luogo ove si pensa e si discute, e non dove si deve obbedire di corsa ai sussulti istintivi popolari, che un giornalista così esperto non dovrebbe fomentare creando il classico capro espiatorio.

Poi si nota l’attacco allo “zar” Pizzetti da parte di Antonio Leoni sul Vascellocr.it. Ma decideranno gli elettori. Prima ci saranno le primarie poi le elezioni.

 

Per chi non ha letto il Corriere di ieri, pag. 55, riporto una sintesi.

La commissione parlamentare per le Questioni regionali presieduta mercoledì dal leghista Davide Caparini ha bocciato il decreto legge del governo Monti che dovrebbe sottoporre gli atti delle Regioni alla verifica della Corte dei Conti affidando alla magistratura contabile anche il controllo dei bilanci dei gruppi politici e delle assemblee degli eletti.

Mario Monti, evidentemente choccato dalle spese pazze delle Regioni, ha preparato subito un decreto per fare la sua riforma in condizioni ideali. Il decreto ha avuto il benestare del presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna.

Per Luciano Pizzetti i presidenti delle Regioni “non appaiono in grado di salvaguardare le proprie prerogative costituzionalmente riconosciute”. Rizzo prosegue citando Pizzetti: e se si considerano “apprezzabili le misure tese a determinare una riduzione dei costi della politica nelle Regioni”, i controlli della Corte dei Conti – sintetizza Rizzo  proseguendo l’intervento di Pizzetti – “quelli non sono accettabili”.

I controlli della Corte dei Conti “comprimono eccessivamente la sfera di competenza propria delle autonomie regionali” ha detto il leghista Gianvittore Vaccari.

Come fa la politica capace, non quella di Formigoni e Polverini, a lavorare con la magistratura contabile che le alita sul collo? Politico non equivale a sprecone. Sappiamo perché Monti fa le riforme: per arrivare a dei risultati contabili, da esibire in Europa. Risultati che però non tutelano affatto i redditi bassi.

 


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