La prima tappa, che è stata anche citata da un tweet del premier, premia l‘azienda Kfora di Ponticelli. Questa azienda napoletana produce elicotteri leggeri tecnologicamente all’avanguardia e Renzi ha espresso il suo orgoglio, con finta modestia, su un’azienda che a livello mondiale potrebbe essere un vanto o un elemento molto competitivo:
Ma il presidente del Consiglio non si lascia scoraggiare dai leoni della “Terra dei Fuochi” e insieme al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e al sindaco di Napoli, de Magistris, firmano l’accordo per la ricostruzione della Città della Scienza (distrutta da un incendio nel marzo 2013) e la bonifica di Bagnoli. “La Città della Scienza è un investimento che vuole dimostrare che noi come Stato, come governo, crediamo in Napoli” e vediamo il progetto, per il quale saranno investiti 34 milioni di euro, “come un’occasione di crescita economica”.
Diverse altre dichiarazioni trattano dello sviluppo, dell’incentivare il Sud e soprattutto di spronare il popolo. “La crescita non si fa abbassando i salari con la motivazione che saremmo più competitivi” e ancora, la soluzione “non è giocare alla meno peggio, ma scommettere sul capitale umano”. Poi un appuntamento, “ogni tre mesi il governo sarà a Napoli, Reggio Calabria e Palermo, per fare il punto sulla spesa dei fondi Ue e sulle situazioni aperte. Il prossimo appuntamento è il 7 novembre” ed infine un appello, diretto al caloroso popolo del sud: “Uscire dalla cultura della rassegnazione e anche dalla cultura delle delega. Il governo c’è, niente alibi. Non scappa e fa della questione meridionale la questione sulla quale recuperare la competitività”.
Si parla poi di economia e sull’Ue, che agli occhi di molti possono essere le note fragili di qualunque tipo di dibattito, ma Renzi dice la propria: “Ho visto in questi giorni scenari inquietanti sull’Italia per aver fatto meno 0,2 di pil. Stamattina vedo che anche la Germania fa meno 0,2. Io farei a cambio volentieri in termini di dimensioni economiche, ma non è la percentuale dello ‘zero virgola’ che fa la differenza, ma è il clima di rassegnazione nell’opinione pubblica, di chi pensa, a cominciare dalle classe dirigenti, che tanto non cambierà mai”.
Per Renzi, l’Italia ha tutte le carte in regole per essere “guida in Europa e trascinare l’eurozona fuori dalla crisi”. Tutti però devono “fare la propria parte con convinzione e determinazione” per conquistare “la leadership in Europa”.