Renzi alla “Route” degli scout. Il Papa ai giovani: “In pensione si va solo a 65 anni”

Creato il 10 agosto 2014 da Nicola933
di Mario Marrandino - 10 agosto 2014

Di Mario Marrandino. Su un prato a San Rossore (Pisa), ci sono 30 mila scout arrivati per la Route Agesci, sotto il sole torrido, rinfrescato solo dall’acqua di alcuni irrigatori rimasti accesi, per creare l’illusione del fresco. Al telefono Papa Francesco, accolto con un lungo applauso. “L’umanità vi guarda e ricordatevi, eh?” dice il Pontefice “La pensione arriva a 65 anni non prima e vi mando la mia benedizione e prego per voi e vi prego di pregare per me”.  Renzi: “La parola per l’Italia nei prossimi anni deve essere: coraggio. I giovani sono coraggiosi, non bamboccioni”.

Il premier è arrivato a San Rossore con la famiglia al seguito e il suo arrivo è stato tutto meno che tranquillo: giovani di ogni età, ma anche i numerosissimi sacerdoti presenti al rito, tra strette di mano e brevi scambi di battute, scattano foto e selfie in un mare di “flash” e “click”.

L’ingresso: in cielo vola un elicottero e tutti sventolano il fazzoletto che gli scout tengono sempre intorno al collo. Lo indossa anche l’assessore alla Sanità della Regione Toscana Luigi Marroni, che ha militato nell’Agesci per quindici anni. Ci sono anche il numero due della giunta Stefania Saccardi e i parlamentari del Pd Federico Gelli, presidente del Cesvot, e Roberto Cociancich, capo degli scout mondiali, oltre all’europarlamentare Nicola Danti che di Renzi è stato istruttore negli scout a Pontassieve. 

Alle 11 arriva la puntualissima telefonata di Papa Bergoglio: “Spero che questa Carta del Coraggio sia per voi un grande bene, il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi non timorosi, di giovani che si muovano sulla strada e non di giovani fermi, è triste guardare un giovane in pensione, con i giovani fermi non andiamo da nessuna parte. Questo è il vostro lavoro per fare questo mondo molto migliore, il vostro compito è fare una città nuova con al bontà e la bellezza che il signore ci ha dato”.

Dopo la messa i ragazzi consegnano la Carta del Coraggio approvata ieri dall’assemblea al premier Renzi. Gli scout: “Un anno fa siamo usciti dalle nostre sedi per raccontare il mondo che ci circonda ci siamo messi in gioco sapendo che siamo noi a dover fare il primo passo per rendere migliore la realtà. Abbiamo scritto questa carta per sconfiggere l’indifferenza, la vita vissuta con coraggio è più vera, ci vogliamo impegnare in politica non in modo passivo, sentiamo il bisogno di intraprendere nuove strade per lottare contro l’omertà e per la legalità”. 
Renzi: Se qualcuno oggi in Italia immagina che i ragazzi siano dei pigri sdraiati e bamboccioni voi siete la risposta per far capire che quel qualcuno sta sbagliando tutto se qualcuno pensa che la paura sia la parola chiave dell’Italia sia la paura si sbaglia, la parola del futuro per l’Italia non può che essere coraggio, io vi prendo sul serio. L’Italia è in Route sta iniziando un cammino e c’è sempre qualcuno che dice che si è sbagliato avrà e lo zaino, a salire il tardino, a disegnare l’itinerario. L’Italia ha bisogno di voi e del vostro coraggio”“Io come governo mi impegno a rendere possibile il servizio civile volontario per tutti i ragazzi, noi oggi siamo dominati dal verbo ausiliare avere, io vi chiedo di cambiare ausiliare, dare importante alla parola essere non avere e vi chiedo di non scappare da questo paese, rimanete, impegnatevi e aiutateci”.

La moglie del premier, Agnese, prima dell’inizio della messa, ricorda che dell’esperienza fatta con gli scout, a Renzi sono rimaste “la tenacia e la capacità di raggiungere gli obiettivi”. Durante la cerimonia il cardinale Bagnasco dice: “Il coraggio e il contrario del conformismo. Il Santo padre ci mette in guardia dal pensiero unico o forse la strada e quella di pensare con la propria testa, riempirsi di parole, inseguire il culto dell’immagine e del facile consenso. Invece ci vuole coraggio e Gesù lo ha indicato in tre direzioni: il coraggio di essere liberi si parla molto di libertà ma non si vedono molte persone libere”.

Ieri il presidente del Consiglio aveva già visitato la Route a sorpresa, con la moglie Agnese. “Vi prego di lasciare gli scout al di fuori della discussione politica”, aveva detto ieri il premier ai giornalisti che gli stavano ponendo domande di carattere politico e aggiunge: “So bene che quando si fa una dichiarazione politica in un campo del genere, tutto viene affibbiato agli scout. La Route è un bellissimo evento, sono presenti 30.000 ragazzi che fanno un lavoro straordinario”.

Agnese Landini: “Quello di oggi è un tuffo nel passato, un’emozione grandissima”. Andando via Renzi ha raccontato che negli scout il suo “nome di caccia” era “Grillo esuberante”. Curioso scherzo del destino?


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