Renzi e l'Italia nelle mani di un quarantene irrisolto

Creato il 14 febbraio 2015 da Alessandromenabue
Il tweet del premier è arrivato in piena notte, un'ora dopo la chiusura della seduta a Montecitorio durante la quale la maggioranza, nella solitudine di un'aula semideserta per l'Aventino delle opposizioni, ha approvato tutti gli articoli del disegno di legge di Riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione: "Grazie alla tenacia dei deputati terminati i voti sulla seconda lettura della riforma costituzionale. Un abbraccio a #gufi e #sorciverdi".
Dispiace sinceramente per Matteo Renzi. Dispiace perchè il suo livore e l'urgenza di cinguettare su un social network il bisogno di rivalsa alle quattro di mattina, lo pongono distante anni luce dall'immagine di maschio alfa che tanto ci tiene a trasmettere. L'impressione che comunica è piuttosto quella di una frustrazione tardo-adolescenziale mai risolta che il successo, l'autorità e gli obiettivi personali conseguiti non sembrano in grado di sanare. Non è per il bene dell'Italia e dei suoi cittadini che Renzi comanda (governare è una cosa diversa, assai più difficile) ma per se stesso, in una fraintesa concezione del potere come veicolo per
ottenere riscatto e liberazione dal proprio disagio interiore. Quali siano gli effetti di un'azione politica che antepone il proprio interesse a quello dei cittadini gli italiani hanno avuto modo di sperimentarlo con vent'anni di berlusconismo. Per Renzi il discorso è diverso e più complesso: gli interessi economici - che pur sussistono anche nel suo caso, sebbene in proporzione esiziale se equiparati a quelli dell'ex Cavaliere - sono marginali rispetto alla sua brama di rivincita personale. Un quadro inquietante per un paese il cui destino è nelle mani - ma soprattutto nella mente - di un quarantenne immaturo e irrisolto che gioca col potere per trovare se stesso. Sì, dispiace per Renzi. E ancora di più per la Costituzione e per l'Italia.

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