Renzi litiga con l’Europa? … Mah!

Da Pukos

Renzi, Hollande & Co. sono senza dubbio personaggi politici consoni all’Europa, non sono certo dei Salvini e delle Le Pen, ma si trovano a governare Paesi in grande difficoltà e ciò li porta a dover avere, con la burocrazia di Bruxelles, momenti di “difficoltà”.

La “lite” fra Renzi e Barroso potrebbe quindi essere scaturita proprio da queste contrapposizioni di interessi.

Certo potrebbe essere così, però io non mi fido.

Mi spiego.

E tanto per essere più chiaro mi esprimerò “alla Landini”

Avete presente un capo reparto in una officina? E’ quella persona, nominata dal “padrone”, che ha il compito di raggiungere gli obiettivi aziendali dirigendo un certo numero di operai “all’interno” della fabbrica e rimanendo, perciò, a contatto con loro.

Ed allora se gli operai ritengono di avere interessi contrapposti (questo è il fulcro del ragionamento) con il titolare dell’azienda, le loro lamentele si indirizzano, in primis, verso il capo reparto che è il rappresentante del “padrone” nell’officina.

Il capo reparto si trova, così, un po’ fra l’incudine ed il martello, da un lato deve raggiungere obiettivi aziendali sempre più pressanti, dall’altro gestire il malcontento degli operai che, per raggiungere questi obiettivi, sono chiamati a ritmi di lavoro via via sempre più gravosi.

In questa “scomoda” posizione (ma per questo meglio retribuita) il capo reparto cerca di trasmettere, ad entrambi i suoi interlocutori, di essere “dalla loro parte” e quindi prometterà al padrone che farà l’impossibile per raggiungere gli obiettivi aziendali e agli operai che farà di tutto per far pervenire al padrone le loro sacrosante istanze.

Ma più la situazione si fa tesa e più il capo reparto ha difficoltà nel far credere agli operai che lui è “dalla loro parte”, come fare quindi?

Un vecchio metodo (ma in questo campo non ci sono novità da centinaia se non migliaia di anni), per il capo reparto, è quello di “accordarsi” col padrone, e “fingere” una lite fra loro due, naturalmente occorre poi, per rendere il tutto più credibile, che questa falsa lite, soltanto per un evento “fortuito” e “casuale”, diventi di dominio pubblico.

A quel punto, “resa nota” la lite, il capo reparto si accredita nei confronti degli operai come un loro paladino, gli stessi, quindi, lo riconoscono come “uno di loro”, ma sanno che è anche in difficoltà visto che il padrone, volendo, potrebbe tranquillamente licenziarlo o sostituirlo con altra persona.

E non basta, ma loro credono pure che le “difficoltà” in cui si dibatte il capo reparto nei confronti del padrone, siano dovute al fatto che egli abbia voluto “difenderli” mettendo a rischio per questo la propria posizione, quindi scatta un meccanismo psicologico per cui si sentiranno a loro volta in dovere di “difendere” il capo reparto andando in suo aiuto.

Conclusione?

Testa bassa e lavorare.

Per chi?

Ma per “l’Europa”, naturalmente.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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