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Renzi: meno tasse per tutti. Sacrosanto e doveroso, ma chi gli crede più!?
Creato il 21 luglio 2015 da Freeskipper
A Roma si soffoca. Fa un caldo da paura. Il sole picchia forte e fanno 40 gradi all’ombra. Inevitabile per i più sprovveduti il fatidico ‘colpo di sole’! Ora si da il caso che il ‘premier senza voto’ alloggi - seppur abusivamente - nella Capitale, a Palazzo Chigi, e sia tutt’altro che uno sprovveduto. Per cui la sua ultima boutade relativa al taglio delle tasse per complessivi 50 miliardi di euro nei prossimi tre anni, cominciando con l'abolizione della Tasi sulla prima casa a partire dal 2016, se da un lato ha fatto esultare i “soliti fessi” - lavoratori dipendenti e pensionati tartassati dal fisco - e dall’altro ha mandato in tilt i tecnici del Tesoro, gelato la Troika, irritato i bersaniani e fatto tremare le vene ai polsi a milioni e milioni di evasori fiscali, non è certo da attribuirsi ad un colpo di calore ma ad una folgorante illuminazione dettata dal buon senso: non c’è crescita senza una drastica riduzione delle tasse. Eppure alle dichiarazioni del capo scout c’è stata una vera e propria alzata di scudi! Ma come fino a ieri tutti gridavano alla riduzione delle tasse e adesso che Renzi l’ha annunciata quegli stessi insorgono: dove trova in tre anni 50 miliardi di euro di coperture in più?Non occorre essere dei premi Nobel per trovare quei soldi: far pagare le tasse a tutti in maniera proporzionale al proprio reddito, sforare la soglia del 3% nel rapporto tra deficit e pil, rinegoziare il debito pubblico, tagliare drasticamente la spesa, gli sprechi e le ruberie. Purtroppo l’uscita sul fisco del ‘premier senza voto’ - considerato il pulpito da cui viene - sembrerebbe l’ennesima panzana per assicurarsi la poltrona per tutta la legislatura. Insomma, la solita fregatura della coperta troppo corta: se togli la Tasi sulla prima casa da una parte, ti aumento le tasse locali dall’altra!