Lettera di Renzi al Messaggero. Caro Direttore, da qualche giorno una parte rilevante dei mezzi di comunicazione attende dalla Segreteria Nazionale del PD una parola definitiva sul caso Roma. Si dice: tocca a Largo del Nazareno - o addirittura a Palazzo Chigi - decidere il futuro del Campidoglio. Ho fatto il Sindaco per cinque anni in una delle città più belle del mondo, in una delle città più importanti d'Italia.
Conosco la fatica ma anche l'emozione di girare in mezzo alla tua gente, di discutere con i residenti di un quartiere o di una periferia, di vivere insieme momenti di dolore e di gioia. Avere la responsabilità per qualche anno di fare il primo cittadino ti insegna che è l'ultimo cittadino quello più importante. E che nessuno - né il tuo partito, né il tuo governo - può sostituirsi a te nel rapporto con il tuo popolo. Questo è il bello dell'elezione diretta: hanno scelto te, non puoi far governare un altro. Roma ha eletto un Sindaco, appena due anni fa. A lui oneri e onori. Il PD capitolino, ben guidato in questa fase di commissariamento da Matteo Orfini, ha un obiettivo unico e semplice: dare una mano a Roma. Non ci interessa puntellare una Giunta, fare un rimpasto, scambiare poltrone: ci sta a cuore Roma, la sua bellezza, il suo futuro che può essere affascinante e ricco di stimoli. Ma che al momento sembra così lontano, stropicciato da polemiche senza fine. In queste ore Roma occupa le pagine dei media internazionali per l'incuria, la metropolitana in tilt, le foto del New York Times, la rabbia della sua gente. La capitale d'Italia non si merita questo. Prendersi cura delle piccole grandi cose di ogni giorno, ricostruire luoghi di decoro e di speranza, accudire i luoghi del bello: si può fare. A condizione di volerlo. E di essere all'altezza di una sfida da vertigini. Molto dipende da chi ha avuto il grande onore di rappresentare la Capitale nel mondo. Ignazio Marino sa che il Partito Democratico sta facendo tutti gli sforzi per dargli una mano. E sa che il Governo è pronto a continuare a collaborare con dedizione e tenacia. Adesso tocca a lui, alla sua squadra cui il PD non farà mancare la forza delle proprie donne e dei propri uomini. Tocca a lui però presentare progetti credibili e concreti dalla visione strategica fino alle buche per le strade o alla pulizia dei tombini quando piove: da Sindaco so che la qualità di una buona amministrazione si vede anche e soprattutto da questi che non sono dettagli. Decida l'Amministrazione Comunale su quali progetti coinvolgere i cittadini e chiamare a raccolta le Istituzioni, a cominciare dalla Regione, il cui Presidente già in più occasioni si è mostrato sensibile e attento. Tocca al Sindaco, adesso, nessuno può sostituirsi. Se ne sarà capace, avrà il nostro appoggio. Noi ci siamo. Siamo pronti sul Giubileo, siamo pronti sulle Olimpiadi, siamo pronti sulle infrastrutture, siamo pronti sulle periferie, siamo pronti sulle aziende partecipate. Purché dal Comune arrivino proposte, non polemiche a distanza. Siamo disponibili a verificare i progetti che la città vorrà proporci, siamo pronti a studiare tutte le soluzioni praticabili per rilanciare Roma, vetrina e biglietto da visita per il Paese. Ma il Sindaco dia un segnale!E si interrompano una volta per tutte le manovre di piccolo cabotaggio figlie di una cultura politica vecchio stampo, che dovrebbe essere superata. E si torni a parlare della gente e con la gente. Roma se lo merita. E i suoi abitanti - così pacificamente invasi dalla gloria e dalla bellezza del passato - si meritano un futuro all'altezza dei propri sogni più belli.