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Renzi sfiducia Letta. Ora un nuovo governo fino al 2018

Creato il 13 febbraio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Ivan Lagrosa 13 febbraio 2014 in Attualità, News, Politica Inserisci un commento

Matteo Renzi apre la Direzione del Pd con una frase che preannuncia la proposta che da lì a poco avrebbe presentato: “inizi a diventare grande quando smetti di fare solo le cose che ti piacciono”.

“Ci sono momenti in cui chi ha responsabilità di guida è chiamato alla franchezza, alla trasparenza e all’indicazione di una proposta”.

“La direzione di oggi non vuole essere un processo al governo: si tratta semplicemente di capire se siamo in grado di aprire una pagina nuova” senza guardare agli errori commessi nel passato.

La direzione, esaminata la situazione politica, ringrazia Enrico Letta per il lavoro svolto dal suo governo in un momento così difficile e delicato per il Paese e assume il documento Impegno Italia come contributo. La proposta della direzione è quella di dar vita ad un nuovo esecutivo che si ponga come obiettivo la scadenza naturale della legislatura nel 2018. La legislatura avrà il compito di portare a compimento il cammino delle riforme”.

Dal momento che il Paese ha bisogno di un cambiamento radicale, la sola alternativa rispetto alla proposta di dare vita ad una legislatura costituente sarebbero state le elezioni, elezioni che però, in assenza di una legge elettorale adeguata, non avrebbero garantito la certezza di un vincitore.

Matteo Renzi non nasconde che in questa scelta ci sia un forte elemento di difficoltà personale: “ho piena consapevolezza che per quanto riguarda la mia esperienza personale, la strada di dar vita ad un nuovo governo senza passare dal voto è più complicata rispetto alla possibilità di andare ad elezioni”. Chi fa politica però, continua il segretario, ha il dovere di rischiare.

La Direzione del Pd si prepara quindi a votare compattamente il documento che affida a Renzi il compito di guidare un nuovo governo che porti la legislatura fino a scadenza naturale.

Rimangono ora da capire quali siano le intenzioni di Enrico Letta: la scelta meno traumatica sarebbe quella delle dimissioni spontanee. Altra opzione, per certi versi tragica, è invece quella di portare la questione in Parlamento e obbligare il Partito Democratico a sfiduciare un governo guidato da un suo esponente.

Gianni Cuperlo interviene per chiedere che la Direzione non si esprima con un voto su questa proposta: “si deve certamente prendere atto dell’apertura, nei fatti, di una crisi di governo ma le valutazioni su cosa fare nel dettaglio vanno prese all’interno dei gruppi parlamentari”.

Cuperlo sostiene inoltre che la direzione indicata dal Segretario sia sì quella giusta ma che vada spiegata nel merito, in modo serio, agli elettori: c’è bisogno infatti di spiegare i motivi concreti per cui si decide di cambiare governo; si devono indicare le proposte e le prospettive che giustifichino questo cambio.

Vedremo nelle prossime ore come si passerà dalla presa d’atto della necessità di un cambio di governo al cambio di governo stesso. Le possibilità, come detto, sono varie e nessuno è ancora in grado di indicare cosa accadrà nell’immediato. La palla, questo invece è certo, torna ora nel campo di Enrico Letta.

Forza Italia, a questo proposito, chiede a gran voce di parlamentarizzare la crisi: Enrico Letta si deve presentare in Parlamento e prendere atto che il suo governo non ha più la fiducia della maggioranza.

Nel frattempo il Premier ha annunciato che a breve salirà al Quirinale per concordare le prossime mosse che a questo punto possono essere solo due: dimissioni immediate o sfiducia del Parlamento.

Enrico Letta matteo renzi Nwes PD Politica 2014-02-13

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