REP. CECA: Avanti popolo! Crolla il centrodestra, trionfo per socialisti e comunisti

Creato il 15 ottobre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 15 ottobre 2012 in Repubblica Ceca, Slider with 0 Comments
di Gabriele Merlini

Il weekend elettorale in Repubblica Ceca appena terminato (voto regionale e per il senato) restituisce la vaga sensazione che la vera notizia siano le parole del presidente Klaus, il quale immediatamente ammette la debacle del proprio centrodestra senza particolari polemiche o esplosioni di varia natura. Brevi considerazioni che riportano al McCain post-sconfitta contro Obama nel duemilaotto, quando ammise che il popolo americano aveva parlato, e lo aveva fatto chiaramente. Certo Klaus ha affidato il pensiero al portavoce Radim Ochvat e non si è arrampicato sopra un palco -d’altronde non è direttamente parte in causa- ma niente cambia nella sostanza: il padre nobile e figura centrale dell’Ods incassa la clamorosa sconfitta dell’Ods senza scomporsi e anzi invitando a tirare avanti con il progetto politico in atto. «Il presidente considera il risultato del voto talmente chiaro, inequivocabile e comprensibile da non ritenere necessarie complesse interpretazioni» (sempre prudente sviare la complessità. Sia mai che possano fraintendere) e «il presidente è convinto che qualsiasi cittadino sappia analizzare il voto per trarne le più adeguate conclusioni.» Il presidente, come tutti nel paese, si è quindi letto i numeri. Tondi. Sonanti e inequivocabili.

Vale a dire: tra i movimenti della attuale opposizione il partito socialdemocratico ČSSD vince in nove regioni (Boemia Meridionale, Moravia Meridionale, Hradec Kralové, Zlín, Moravia-Slesia, Boemia Centrale, Pardubice, Olomouc e Vysočina) mentre il KSČM -Partito Comunista di Boemia e Moravia- si afferma a Karlovy Vary e Ústí Nad Labem. Viceversa i partiti di governo Ods e Top09 guadagnano in due una sola regione, Plzeň (che resta all’Ods.) Parimenti chiaro il risultato per il voto al senato, con affermazioni di ČSSD e comunisti e poche preferenze al centrodestra (sebbene i dati reali siano attesi la prossima settimana, essendo previsti ballottaggi). Resta solida la prospettiva per il centrosinistra di raggiungere la maggioranza costituzionale di tre quinti nella camera alta del parlamento ceco, composta da ottantuno membri, guadagnando otto seggi. Circa sei invece per l’Ods. Buoni risultati per i cristiano-democratici del KDU-ČSL e per i verdi dello Strana Zelených.

Così anche il premier Petr Nečas, sulla scia del capo di stato Václav Klaus, non nega l’evidenza e non usa particolari giri di parole specificando di essere il primo responsabile per l’esito del voto, che tuttavia va ricondotto a misure dell’esecutivo necessarie per quanto inevitabilmente impopolari. Il tutto mentre dalla parte opposta della barricata già si chiede al governo di rassegnare le dimissioni: indubitabilmente pure questo è chiaro.

Un andante piuttosto diffuso in Repubblica Ceca recita che le elezioni amministrative siano utilizzate spesso per mandare un messaggio all’esecutivo in carica. Non necessariamente delegittimarlo. Di conseguenza questi numeri possono essere interpretate con difficoltà come specchio puntuale di svolte politiche. A ciò taluni analisti -interpellati dall’agenzia Česká tisková kancelář- riconducono il successo dei comunisti (più che quello del ČSSD, abbastanza preventivato) i quali meglio di altri avrebbero saputo incarnare un diffuso malcontento e disaffezione del corpo elettorale. Si manda un messaggio -anche piuttosto forte- poi vediamo cosa accade. Fatto sta che -proprio sulla base di questo- i comunisti del KSČM dovranno abbandonare la posizione spesso comoda di partito di protesta sperimentando una responsabilità politica che probabilmente neppure vogliono (Jan Outly sempre via CTK) e ogni evoluzione del movimento dovrà essere seguita con attenzione.

Restando all’analisi del voto, non dovrebbe mollare la presa il premier Nečas quanto rivedere in profondità il programma e la struttura del proprio partito e coalizione, assieme ad alcune spinte e decisioni: non è un caso che l’Ods abbia vinto solo nella regione di Plzeň dove figurava come capolista quel Jiří Pospíšil che proprio il governo Nečas recentemente ha lasciato (fermo restando che l’attuale premier continui a mantenere un alone di credibilità e serietà maggiore rispetto a Mirek Topolánek, ultimo primo ministro di centrodestra poi dimessosi nel duemilanove.)

Nota finale sull’astensionismo: alto. Parecchio alto. Con medie di affluenza tra il trenta e il trentanove, e solo in rari casi superiori al quaranta percento (quarantuno nelle regioni di Vysočina e Zlín. Al di là degli standard per tornate elettorali del genere, ulteriore elemento a suffragio della tesi di un allontanamento costante del corpo elettorale dai grandi partiti.) Scrive oggi Robert Casensky nel quotidiano Mladá fronta Dnes: il principale messaggio che arriva da questo voto è che in Repubblica Ceca non si sappia per chi votare. Forse eccessivo ma tra diserzioni e frammentazione resta suggestione comprensibile.

Condividi:

Tags: CSSD, elezioni amministrative, Gabriele Merlini, KSČM, ods, Repubblica Ceca Categories: Repubblica Ceca, Slider


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :