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Rep.dem. del Congo / In Katanga possibile ribellione indipendentista

Creato il 12 luglio 2014 da Marianna06

 

        

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Nelle ultime ore è stato rafforzato il dispositivo di sicurezza a Lubumbashi, capoluogo della ricca regione del Katanga (sud-est).

Questo è quanto riferisce l’emittente locale di Radio Okapi, precisando che militari vengono dispiegati nei punti strategici della città, tra cui l’aeroporto, la sede del governo, della televisione pubblica e dell’assemblea provinciale.

Lo ha deciso il governo provinciale dopo aver ricevuto informazioni attendibili sul rischio di un imminente attacco dei Mayi Mayi Bakata Katanga, con l’obiettivo di “proclamare l’indipendenza del Katanga”.

Nel capoluogo militari delle Fardc e agenti di polizia svolgono pattuglie miste.

La minaccia della ribellione indipendentista non è nuova: già nel marzo 2013 i miliziani avevano fatto un’incursione a Lubumbashi prima di arrendersi ai caschi blu della missione Onu in Congo (Monusco).

Nelle scorse settimane i ribelli  avevano annunciato un attacco in data dell’11 luglio per proclamare l’indipendenza del Katanga e innalzare la bandiera secessionista sul centro di Lubumbashi.

Fino a questo momento, però, niente di nuovo. E’ tutto immobile.

La data coincide con l’anniversario dell’indipendenza decretata l’11 luglio 1960 da Moïse Tshombe, pochi giorni dopo la fine della colonizzazione belga sul Congo.

Fonti locali hanno testimoniato della presenza di circa 800 combattenti Mayi Mayi ai piedi dei monti Kibawa, nel territorio di Moba, a nord della provincia, dove sarebbero raggruppati da qualche giorno.

Nella stessa zona sarebbe stata segnalata la presenza del capo ribelle Gédéon Kyungu.

 Condannato all’ergastolo nel 2008, il leader Mayi Mayi è riuscito ad evadere dal carcere di Lubumbashi nel 2011.

 Seppur ricercato dalla Corte penale internazionale, in Congo l’uomo si muove senza particolari difficoltà da parte di Kinshasa e potrebbe persino, si dice, usufruire  addirittura di un’amnistia da parte di Kabila .

 

       a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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